Liturgia della Parola
è lui a decidere di lasciarsi condurre da Gesù lontano dalla folla.
XXIII TEMPO ORDINARIO
“portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». (Mc 7,33-34)
Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: “Gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano”. I sordomuti a cui si riferisce il Vangelo non hanno nulla a che fare con i fratelli e le sorelle che vivono questo tipo di condizione fisica, anzi per esperienza personale mi è capitato di incontrare vere e proprie figure di santità proprio tra coloro che passano la vita con addosso questo tipo di diversità fisica. Ciò non toglie che Gesù ha anche il potere di liberarci da questo tipo di malattie fisiche, ma quello che il Vangelo vuole mettere in evidenza a che fare con uno stato interiore di impossibilità di parlare e ascoltare. Molte persone che incontro nella vita sono affette da questa sorta di mutismo e sordità interiore. Puoi passarci le ore a discutere. Puoi spiegare nel dettaglio ogni singolo frammento della loro esperienza. Puoi implorarli di trovare il coraggio di parlare senza sentirsi giudicati ma la maggior parte delle volte preferiscono preservare la loro condizione interiore di chiusura. Gesù fa qualcosa che è altamente indicativo: “portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente”. Solo a partire da un’intimità vera con Gesù è possibile passare da una condizione ermetica di chiusura a una condizione di apertura. Solo Gesù può aiutarci ad aprirci. E non dobbiamo trascurare che quelle dita, quella saliva, quelle parole noi continuiamo ad averle sempre con noi attraverso i sacramenti. Essi sono un evento concreto che rende possibile la medesima esperienza raccontata nel Vangelo di oggi. Ecco perché un’intensa, vera e genuina vita sacramentale può aiutare più di molti discorsi e molti tentativi. Serve però un ingrediente fondamentale: volerlo. Infatti la cosa che ci sfugge è che questo sordomuto viene si portato da Gesù, ma poi è lui a decidere di lasciarsi condurre da Gesù lontano dalla folla”. (cfr. d.L.M. Epicoco)