Perché andare a Messa?
Mi sono imbattuto in una riflessione di un confratello don Epicoco del quale vi riporto ogni domenica i commenti al Vangelo e mi sono soffermato in questa riflessione perché navigando ho sentito questa affermazione: “perché andare a Messa?” la cosa mi ha incuriosito e ho ascoltato la sua riflessione che a grandi linee vi riporto perché credo possa essere utile per ognuno di noi per crescere nella fede e nella consapevolezza del nostro Battesimo e della partecipazione alla vita della Chiesa.
Ora la domanda “Perché andare a Messa?” la risposta che lui suggerisce è: perché trovo il senso e la via della felicità, ancora altra provocazione: perché ascolto il Vangelo? perché lì trovo e leggo la mia vita, la Messa non è andare perché è un precetto un obbligo questo precetto questo comando è per aiutarci quando siamo distratti stanchi fragili delusi arrabbiati tristi … allora la regola ci ricorda il nostro dovere, quindi vado a Messa per essere felice nella vita per leggere la vita per confrontarmi e imparare a vivere in modo pieno.
I Vangeli che leggo e ascolto non annullano la nostra umanità il Vangelo non censura nulla: tradimenti ambizioni invidie (Pietro che tradisce, la madre che raccomanda i figli è ambiziosa …), allora perché il Vangelo ci racconta questo? Perché siamo noi è la nostra vita e Lui ci parla del nostro vivere dei nostri limiti delle nostre paure delle nostre infedeltà invidie ambizioni …
Gesù è sicuramente il più misericordioso e buon e su questo penso non ci sia da dire altro ma ci sono pagine di Vangelo che ci lasciano sconcertati. Alla madre disperata una Cananea una extracomunitari Gesù non da ascolto e le risposte di Gesù sembrano razziste e la scelta di fare qualche cosa suggerita dai discepoli è per non essere disturbati non per compassione ma conosciamo la vicenda così le parole di Gesù sembrano essere non misericordiose buone ma la risposta della donna riequilibra tutto, potremmo pensare è finita bene ma quello che c’è stato prima non è dimenticato, allora ci domandiamo – così prosegue l’oratore – perché Gesù ci vuole leggere dentro, questo episodio è un’esperienza che facciamo anche noi facciamo l’esperienza di pregare e di non essere ascoltati esauditi preghiamo ma qualcuno riceve e altri no sembra che Gesù faccia figli e figliastri. Qui si gioca la fede e qui ci si educa alla fede. La fede deve rimanere anche di fronte a sensazioni sbagliate davanti a Dio, la risposta della donna in questo episodio ci conferma quanto stiamo dicendo e ci insegna come muoversi nel chiedere.
L’uomo di fede è colui che nonostante le sensazioni rimane a pregare. Credere è rimanere anche davanti alle delusioni anche se vado a Messa e non cambia nulla, anche se prego e non ci sono miracoli, anche se prego e non mi dice nulla, rimango distratto penso ad altro … perché dalla preghiera noi cerchiamo degli zuccherini che ci diano ragione.
Bisogna essere disposti ad ascoltarlo, ascoltare Gesù altrimenti la fede è sentimentalismo e non verità non vita. La fede non deve essere quello che proviamo a livello di emozioni ma noi siamo quello che scegliamo. Il Vangelo è questo il Vangelo non mette ordine nella vita ma ci aiuta a vedere le cose che devo essere ordinate.
Io non sono i miei pensieri sono di più e Gesù lo sa e guarda la nostra umanità la conosce e ascoltare il Suo Vangelo, andare a Messa, pregare è la risposta a questa fede che non è sentimento ma una persona da amare che sta con noi nonostante noi. La S. Messa è questo, la vita spirituale è questa e solo con questa consapevolezza raggiungo la vera felicità: Gesù e in Lui le nostre singole vite le nostre singole vocazioni.
@unavoce
Foto di Copertina @unavoce: Calice patena e ampolline opera della ceramista Marigrazia Strafella