Il brutto anatroccolo

 

Mi ha sempre commosso la favola del brutto anatroccolo di Hans Christian Andersen che racconta di questo uccello che alla nascita in mezzo ad una covata di un’anatra è deriso da tutti perché grosso e grigio, così diverso dagli altri anatroccoli. La favola ci racconta del suo continuo fuggire e del fatto che è costretto nascondersi per non venire picchiato e ucciso. Lui stesso, continuamente vessato dai giudizi negativi di chiunque incontra, finisce per considerarsi indegno di vivere perché irrimediabilmente brutto e inutile. Solo dopo un duro e lungo inverno, dopo essere cresciuto e specchiandosi nel laghetto sul quale sta nuotando, scopre che è un bellissimo cigno, proprio come quei stupendi uccelli bianchi dal collo lungo e dai movimenti aggraziati che vedeva da lontano e che invidiava”. (cfr. gioba)

Purtroppo tutti noi in modi differenti siamo condizionati dagli altri, che siano persone amiche e che conosciamo sia che siano estranei che giudicano le nostre azioni. Non ci piace sentirci sbagliati.

“E così i giudizi degli altri spesso diventano un blocco, un limite che ci condiziona, per superare questo limite, l’errore è quello di giustificarsi, cercare di spiegarci e provare a far cambiare questi giudizi. Così, però, finiamo per dare ancora più potere a quello che pensano gli altri. Con la conseguenza che i giudizi continueranno ad arrivare e noi li subiremo sempre di più. Anche perché quasi tutti coloro che dicono di “fregarsene” in realtà ci stanno male dentro, anche se non sembra dall’esterno”. (cfr. diventarefelici)

Dobbiamo educarci allora a non temere più questi giudizi e guardare alla realtà dei fatti senza sentirci sbagliati ma facendoci la domanda giusta: se davvero abbiamo sbagliato. Finché questa risposta però la cercherai nell’opinione degli altri i loro giudizi ti condizioneranno. Questa risposta devi cercarla nella realtà facendoti delle domande serie e vere sapendo che quello che viene detto è una opinione soggettiva dell’individuo che la esprime. Facendoci la domanda giusta sui fatti riconoscendo i propri errori e imparando da questi si può superare il condizionamento del giudizio altrui senza stare male ma imparando a cambiare là dove comprendiamo sia necessario. Il problema semmai è se crediamo sempre e solo di avere ragione noi e che siano gli altri a sbagliare perché allora così facendo pur credendo di essere nel giusto ci riterremo sempre sbagliati e giudicati non come vorremmo. Noi siamo le nostre azioni e non le nostre parole. Quindi non dobbiamo mai accontentarci ma dobbiamo sempre guardare alto e avere prospettive grandi, questo ci porterà a vivere serenamente i giudizi senza allontanarci ma mettendo in gioco ogni aspetto della vita per migliorare la dove serve.

Questo è un lavoro che ognuno di noi deve compiere non solo per una verifica personale della propria vita ma anche come cristiani, perché non lo siamo solo perché battezzati o andiamo alla Santa Messa la domenica o facciamo la carità ma siamo cristiani se non ci lasciamo condizionare da quello che ci circonda per piacere agli altri ma siamo quello che il Signore vuole da noi e che ci ha insegnato con la Sua vita e il Suo Vangelo.

Ripensiamo alla vicenda della donna Samaritana alla quale Gesù chiede dell’acqua, l’incontro con Lui trasforma quella donna e gli offre una prospettiva nuova di vita. Questo, il Vangelo è allora la cartina al tornasole che ci dà garanzia della giustezza dei nostri gesti azioni scelte e parole. Iniziamo a leggere la nostra vita e la nostra storia senza condizionamenti ma verificandoci sul Vangelo.

@unavoce

 

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