Patrono dei Cappellani Militari
Nel giorno in cui la chiesa celebra la festa di San Giovanni da Capestrano patrono dei Cappellani Militarmi, vorrei portare in evidenza la sua vita e l’impegno che questa categorie di sacerdoti che hanno all’interno della vita della Chiesa. Un santo che è di esempio per la sua storia personale e la sua vita spirituale per noi Cappellani che con umiltà portano avanti questa eredità di presenza spirituale tra le file di chi nelle nostre nazioni porta la divisa.
Vita di san Giovanni da Capestrano.
Al di là e con buona pace di chi la pensa in modo differmate è e rimane una presenza a servizio, una Chiesa di servizio a uomini e donne che pur indossando la divisa sono e rimangono cristiani e attaccanti alle loro fede qualunque esse siano. Un servizio con le braccia aperte nei confronti di altre religioni perché ognuno possa vivere la propria fede nello specifico di un lavoro che è una vocazione e un servizio alla collettività.
Per quanto la guerra sia il male grande che flagella l’umanità i militari sono i primi operatori di pace, come li ha definiti il Concilio Vaticano II, che con la loro presenza deterrente servono la pace alla Nazione e ai suoi cittadini. Questo servizio alla collettività non li esclude dalla loro fede e dalla partecipazione alla vita della Chiesa qualunque essa sia.
In questa giornata vi propongo la lettura dell’Omelia che il nostro Orinario Militare tenne alcuni anni fa: “L’annuncio evangelico! È questo il filo conduttore che la Parola di Dio ci offre, denso di significato per ogni cristiano, in particolare per il sacerdote, che nel Vangelo ha la sua stessa ragione di vita. E’ l’annuncio che ha animato la vita di San Giovanni da Capestrano, che San Giovanni Paolo II volle nominare Patrono dei cappellani militari di tutto il mondo e la cui festa celebriamo oggi in modo solenne, giubilare. La festa di questo Santo tutti ci accomuna, nella comunione tra Chiesa terrena e Chiesa celeste; tutti ci rassicura per la sua intercessione; tutti ci responsabilizza in quanto all’annuncio evangelico. E l’annuncio, suggeriscono i brani della Sacra Scrittura, va portato: – ovunque, cioè senza confini; – in ogni occasione, cioè con fortezza; – a tutti, cioè nella pace. Fino ai confini della terra Portare il Vangelo non significa solo pronunciare una Parola ma recare la salvezza. Per farlo, Gesù manda i Dodici, come narra oggi il brano evangelico (Lc 9,1-6), di casa in casa, di villaggio in villaggio, perché la bella notizia giunga, secondo la profezia di Isaia nella prima Lettura (Is 52, 7-10), a tutti i confini della terra. È «un particolare della missione di Gesù»; Egli, ha detto recentemente Papa Francesco, «esce per la strada e si mette in cammino, “percorre città e villaggi” e va incontro alle sofferenze e alle speranze del popolo. È il “Dio con noi”, che vive in mezzo alle case dei suoi figli e non teme di mescolarsi alla folla delle nostre città, diventando fermento di novità laddove la gente lotta per una vita diversa». Quanti luoghi e contesti diversi ha servito, con il suo ministero, San Giovanni da Capestrano! Napoli e Perugia, Ortona e Lanciano… soprattutto, la missione a Belgrado, terra martoriata dove egli offrì la vita e dove – io stesso ho potuto constatarlo visitando il convento di Ilok assieme all’Ordinariato Militare Croato – il suo ricordo viene custodito come preziosa testimonianza e significativo insegnamento. Si tratta di un insegnamento prezioso anche per voi, figli di San Francesco d’Assisi, come lui chiamati a lasciare sicurezze e comodità per andare, nella povertà, fino alle periferie geografiche ed esistenziali che mendicano la grazia del Vangelo. Uscire, dunque! «Dobbiamo imparare a uscire dalle nostre rigidità che ci rendono incapaci di comunicare la gioia del Vangelo», conclude il Santo Padre nel suo Discorso. Abbiamo bisogno di «una Chiesa in movimento», «capace di allargare i propri confini». Come non pensare alla nostra Chiesa dell’Ordinariato che amo definire “senza confini” e che, grazie a voi cappellani, si muove, andando incontro ai militari ovunque, partendo con loro per luoghi diversi, lontani, difficili, ma portando nel cuore la propria identità sacerdotale, senza mai rinunciarvi. Come i Dodici, siete “mandati”, inviati da Gesù. Si tratta di una consapevolezza che non va perduta, anche qualora il vostro ministero risulti incomprensibile ad altri o appaia appesantito da stanchezza, fragilità, solitudine. Un ministero che è naturalmente e inevitabilmente “in uscita” e che, proprio nel passare di luogo in luogo, di villaggio in villaggio, di cuore in cuore, proprio nell’uscire verso gli altri – che è poi un uscire continuamente da sé -, trova la sua forza e la cura per ogni difficoltà … CONTINUA
La figura del santo francescano guida i nostri passi e a lui per sua intercessione chiediamo al Signore di accompagnare i nostri in questa porzione di Chiesa tra i militari.
I CAPPELLANI MILITARI AL LORO CELESTE PATRONO
O glorioso san Giovanni uomo di Dio e della Chiesa, animatore di schiere audaci, noi Cappellani Militari delle Forze Armate di Terra, di Cielo e di Mare Ti preghiamo con lo stesso ardore che Tu avesti quando invocavi il Signore nel guidare i tuoi uomini alla salvaguardia della cristiana civiltà. Anche noi, per dovere sacro a Dio e alla Patria, siamo chiamati a sostenere le nuove generazioni nella ricerca e nella difesa dei supremi valori della giustizia e della pace. Insegnaci ad amare i nostri soldati come Tu li amavi, a sentirli vicini più che fratelli, a capirli nelle loro aspirazioni umane e spirituali. Aiutaci a portare nel cuore delle nostre Unità la stessa tua passione di Fede e l’integrità della nostra testimonianza. Questo ci chiedono i nostri Uomini d’Armi e questo dobbiamo porgere loro. A te perciò, o celeste nostro Patrono, noi ricorriamo; da Te noi impetriamo, o Apostolo Serafico, e per i tuoi meriti aspettiamo, i Doni dello Spirito. Amen
@unavoce
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