Liturgia della Parola
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SCRIVICI:
Ritornare al cuore significa essere più preoccupati di quello che viviamo nel cuore che di quello che pensa la gente di noi.
XXXII TEMPO ORDINARIO
Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». (Mc 12, 44)
Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: “Il Vangelo di oggi ci mette in guardia dalla logica dell’apparenza. Essa non è semplicemente voler apparire, ma è soprattutto pensare che la nostra vita vale qualcosa solo se qualcuno si accorge di noi. In fondo chi vive d’apparenza è molto spesso un insicuro in cerca di conferme. E senza a volte nessuna particolare cattiveria entra in un circuito di dipendenza che lo trasforma in una maschera per ogni circostanza. <<Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave». Se tu sei ciò che appari allora la tua vita è tutta concentrata sulla parte superficiale, su quello che si vede, sull’apparenza. Ma il meglio della vita non è mai in superficie ma è nel cuore. Infatti, alle persone di facciata si contrappongono le persone di cuore, ed esse le si riconoscono da una caratteristica fondamentale: la totalità. Ecco perché Gesù loda il gesto di una donna di cui non si accorge nessuno se non lui solo: <<E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere)’ >>. Ella, dice Gesù, ha messo tutto quanto. Il problema non è nella quantità, nella misura umana di quell’offerta, ma in quella postura interiore che ha come significato il coinvolgimento non dell’apparenza ma dell’essenziale del suo essere. Ritornare al cuore significa essere più preoccupati di quello che viviamo nel cuore che di quello che pensa la gente di noi. Più preoccupati di ciò che conta e non di ciò che appare”. (cfr. d.L.M. Epicoco)