La Confessione
«ogni fedele, raggiunta l’età della discrezione, è tenuto all’obbligo di confessare fedelmente i propri peccati gravi, almeno una volta nell’anno». (Codice di Diritto Canonico n. 989)
“All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.” (Benedetto XVI, Deus caritas est, 1)
E’ certamente, il Sacramento della Riconciliazioni, quello meno frequentato. Viene a mancare sempre di più il senso del peccato con la convinzione che non facendo nulla di grave non ci sia bisogno e che raccontare le proprie cose a un prete, magari peggiore di noi, non abbia senso. E’ questa una mancanza di senso di Chiesa e segno di poca fede, un cristianesimo all’acqua di rose dove si fatica a vedere la Chiesa e i preti come mediatori tra noi e Dio riducendo il tutto a una forma protestatene dove ognuno di noi si rapporta personalmente con Dio.
Capite che questo modo di fare e di pensare non solo non rispetta la legge di Dio e della Sua Chiesa ma neppure non dà senso alla nostra crescita spirituale dove così facendo “me la suono e me la canto” come direbbero i detti popolari. Il confronto con il sacerdote che in quel momento non è la persona che consociamo ma il tramite tra noi e Gesù ci sfugge e rimandiamo continuamente non ponendoci in atteggiamento di verifica scusando così ogni nostra scelta ogni nostra azione. Potremmo fare differenti riflessioni e analisi ma sicuramente ci sono alla base questi elementi che sono il frutto di una pigrizia alle cose legate alla religione. Si è religiosi ognuno a modo nostro e non ci sentiamo parte di una comunità.
Dovremmo ritornare a rivedere le nostre convinzioni e con umiltà saper accettare i comandamenti e i precetti per essere veri e autentici cristiani, non lo si è solo perché battezzati ma vivendolo. Desideriamo essere perdonati ma non sappiamo chiedere perdono, desideriamo amore ma non sappiamo amare. Il profondo egoismo del nostro vivere ci allontana da tutto e tutti e anche da Dio cercandolo poi quando le cose non vanno secondo i nostri progetti. La nostra preghiera è vuota senza il perdono e sappiamo che Dio perdona ma questa certezza non ci toglie dall’obbligo di riconoscere e confessare i nostri peccati davanti a Lui tramite il sacerdote.
Prepararti alla confessione fatti un serio esame di coscienza non guadare solo ai peccati gravi ma anche alle piccole infedeltà quotidiane alla mancanza di attenzione al non fare il proprio dovere a scusarci per tutto ad essere superficiali su tutto eccetto che sulle cose che ci riguardano.
“La tua preghiera il Signore l’accoglie sempre, ma lui non ti può perdonare perché, se ti perdonasse mentre tu scegli di continuare a fare il peccato, lui ratificherebbe ciò che continui a fare.
Per questo Gesù nella preghiera che ci ha lasciato ha messo quella frase così bella ed esigente: perdona i nostri debiti come noi li perdoniamo ai nostri debitori. Il perdono agli altri è la misura del perdono che chiedo a te, o mio Dio. Davvero il cristianesimo è robusto, è forte!”. (cfr. O. Benzi)
Ci infiliamo in situazioni complicate alle quali poi cerchiamo di mettere rimedio con la psicologia ma la Confessione con il sacerdote è un verificare la vita quotidiana alla luce del Vangelo e non delle nostre sensazioni. Il Signore perdona se tu decidi di non compiere più il peccato anche se poi magari ci ricadi. Riprendiamo ad andarci a confessare a migliorare la nostra vita cristiana la nostra vita spirituale e anche il nostro quotidiano cambierà.
@unavoce – Foto: fonte