della vita e dei ruoli

 

La troppa confidenza rovina la reverenza era uno dei detti dei nostri anziani con il quale ci ricordavano l’opportunità o meno di comportarsi con le persone e presentarsi ad esse in modo discreto e secondo le occasioni e i momenti. Forse e sono il primo a fare l’esame di coscienza abbiamo perso questa attenzione con la scusa di voler avvicinare le persone e senza accorgerci che così facendo rischiamo di perdere quella sfera di riservatezza indispensabile che creava quella fiducia necessaria a raccogliere le confidenze sino ad arrivare al momento più importante della “Confessione” nel Sacramento della Riconciliazione.

Abbiamo già affrontata l’espetto dello stile del sacerdote ma credo che oggi questo discorso possa essere utile non solo per noi ma per ogni persona secondo il suo ruolo e il suo lavoro. Essere al passo con i tempi accanto ai bisognosi per annunciare il vangelo non serva trasformarci in giullari banalizzando il presbiterio o la telecamera che ci porta sui social, credo invece che l’eleganza dei modi la riservatezza e l’opportunità di esserci o meno in alcuni ambiti della vita della nostra gente va valutato con attenzione. Non tutto e non sempre la nostra presenza è utile importante ed educante. Sapersi ritirare al momento giusto creando quella sfera di rispetto che non è ergersi a migliore ma è intelligenza sapendo stare al proprio posto sia indispensabile. Per quanto la nostra gente ci vuole come loro poi da noi pretende di non essere come loro.

In passato ho creduto che vivendo la vita dei nostri giovani fosse la strada per avvicinarli ora con qualche anno in più e qualche esperienza e soprattutto diversi fallimenti ho compreso che si sta con loro fino a un certo punto e in quel tratto l’amicizia rispettosa fa comprendere il valore che vogliamo trasmettere dando spazio per avere poi la loro attenzione nei momenti che servono veramente.

Per noi è importante esserci quando ti cercano e offrire spazi per trovarsi rimanendo disponibili alle loro provocazioni ma a un certo punto noi dobbiamo fare un passo indietro per far comprendere la serietà della nostra scelta del nostro ministero e creando quella sfera non di protezione della nostra vita ma di rispetto della nostra vocazione. Sono convinto che questo stile crea quella curiosità giusta che se da una parte può ingenerare il pettegolezzo dall’altra però da garanzia di riservatezza e di serietà. Trasformare la nostra vita e le nostre celebrazioni, i momenti di educazione e formazione scimmiottando altre forme di svago e intrattenimento credo che sia il nostro vero limite. Non è parlare da una palestra che aiuta o almeno non è solo quello, o cantare come se fossimo a Sanremo in una celebrazione o ballare con i paramenti sacri che farà la differenza ma semmai ci faremo ridicoli, la serietà degli atteggiamenti che si adeguano al linguaggio del mondo moderno è la vera fatica ma che dice serietà in un mondo che non prende più nulla sul serio.

Credo che sia importante avere una intelligenza che va verso chi è lontano cercandolo senza perdere la dignità dimenticando chi è dentro pertanto l’equilibrio sarà l’elemento vincente della nostra credibilità. Svendere il Vangelo non ci farà avere più fedeli ma persone che si domanderanno se noi crediamo in quello che annunciamo. Così come i genitori non possono essere amici dei loro figli, questo sarebbe grande errore educativo perché essere genitore è qualcos’altro e così in altri ambiti del nostro vivere. Confondere i ruoli se poi è per accattivarsi gli altri non si andrà da nessuna parte con il grande rischio di svuotare di contenuti le parole e la presenza. Noi non possiamo svendere la nostra dignità ministeriale ma semmai qualificare la presenza nel mondo e con il mondo.

Questo discorso per ricordare a me e a voi il decoro della vita la dignità dei nostri ruoli la bellezza e l’eleganza dell’esistenza stessa. Trasponendo le parole di sant’Agostino vorrei dirvi perché nessuno dimentichi la dignità del proprio ruolo: per voi sacerdote con voi cristiano, per voi genitore con voi cristiano …

@unavoce – Foto fonte

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