La caratteristica dei figli è fondamentalmente una: sono liberi. E possono esserlo solo perché si sentono amati, si sentono di qualcuno, si sentono al sicuro. I figli partecipano delle cose del Padre.
II DOMENICA DOPO NATALE
A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio (Gv 1, 12)
Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: “Il grande esame di coscienza che ci accompagna in questa domenica è illuminato dalle dense parole del prologo del Vangelo di Giovanni. Questo brano del Vangelo è tra i più ricchi di luce e proprio per questo si fa fatica a tenere gli occhi aperti su tutto ciò che vuole indicarci. Forse però potrebbero essere due le provocazioni che possiamo prendere in considerazione: la prima riguarda ciò che non abbiamo saputo cogliere da questo anno che è passato. Quante occasioni perdute. Quanta mancanza di accoglienza. Quanta pigrizia o egoismo ci ha fatti ripiegare su noi stessi: Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. Non dobbiamo avere paura di ammettere ciò che non siamo riusciti ad accogliere, anzi proprio da questa consapevolezza possiamo imparare a ringraziare e a non sprecare più, perché chi accoglie sperimenta il miracolo dei figli: A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. La caratteristica dei figli è fondamentalmente una: sono liberi. E possono esserlo solo perché si sentono amati, si sentono di qualcuno, si sentono al sicuro. I figli partecipano delle cose del Padre. Se il Padre è Dio allora i figli partecipano della stessa divinità. Ciò non significa che hanno superpoteri ma partecipano di ciò che Dio è nella Sua Essenza: Dio è Amore. I figli diventano così riflesso di questo Amore”. (cfr. d.L.M. Epicoco)