Pellegrini di speranza

 

Il per sempre fa paura oggi più che mai e lo vediamo nelle scelte di vita sia a livello di condivisione di un cammino con una persona sia nel lavoro e questo ovviamente anche per chi decide di farsi prete, insomma in tutte quelle scelte che sono a lungo termine. Il per sempre è messo in discussione a priori. Le scelte sono fatte sempre con la retromarcia inserita e basta un non nulla per ritornare sui propri passi.

Questo forse è molto più evidente nel matrimonio e nella scelta della vita religiosa una situazione che sta diventando sempre più evidente nella nostra società.

Forse le regole non piacciono, forse la Chiesa non è al passo con i tempi, forse le famiglie non sono più quelle di una volta, la vita offre più distrazioni, il tutto e subito è la logica moderna … molti sono gli aspetti che coinvolgono questo divenire. Il tutto e subito in ogni settore della vita e con nessuna fatica nessun impegno nessun sacrificio è lo stile che sta nella mente di molti per ottenere dei risultati ma sappaimo che nulla è dovuto e che senza un impegno vero i risultati che si ottengono anche se sembrano buoni alla fine ci svuotano e ci rendono profondamante infelci non lasciandoci nulla.

Forse sono queste le cause? Non sono sicuro ma certamnte alla base della nostra società c’è una mancanza di fede, la religione vista come un orpello di altri tempi e per altre categorie di persone e così la politica e ogni regola è discussa. Troppi giudizi o pregiudizi e nessuno che si applichi verificandosi seriamente andando alle fonti delle situazioni. Si critica dicendo che non siamo veri, si dice una cosa e se ne fa un’altra e questo vale sia per la vita di coppia che per quella del sacerdote, sia sociale che religiosa che politica o di altro genere. Meglio stare soli e fare quello che si vuole con nessun legame nessun impegno a lungo termine non si sa mai cosa trovo cosa c’è cosa succede nella vita. Sono questi i pensieri e le risposte che raccolgo.

Credo che in fondo in fondo siano i veri limiti della mancanza di queste scelte fondamentali coperte da accuse su un versante o sull’altro, famiglie che non sono di esempio e che la percentuale di separazioni è altissima e così per i sacerdoti accusati di tutto quindi da prendere le distanze.

Vedo un profondo egoismo un appiattimento dei ritmi di vita che diventano esagerati solo per stordirsi e non pensare o per lamentarsi del mondo e degli altri senza poi ovviamente nessun impegno personale.

La vita è cara i soldi il sesso la libertà nessuna imposizione nessuna regola … questo modo di procedere non ci porterà da nessuna parte se non ad elevare un livello di egoismo. Gli altri che sia famiglia amici colleghi non centrano nulla con me io decido di me steso e nessuno mi deve dire cosa e come fare e come vivere.

Un analisi superficiale senza nessuna pretesa sociologica ma per offrire a me e a voi una riflessione che ci aiuti ad accorgerci per reagire perché è il tempo di rimettersi in gioco è il tempo di rimboccarci le maniche di riscoprire l’impegno serio faticoso certamente ma che a lungo termine porterà quei risultati che durano che ci arricchiscono veramente che danno senso alla vita.

“Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza”, le parole del teologo riformato statunitense Reinhold Niebuhr, potrebbero indicarci il cammino per rinnovarci approfittando del Giubileo che ognuno di noi vivrà e così passare da quella porta che ci offre la speranza di un mondo migliore. Impegniamoci affinché tutti insieme possiamo imparare ad apriremo la porta del nostro cuore.

@unavoce – foto: fonte

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