Nella Liturgia e … nella vita
Dal giorno seguente la celebrazione della festa del Battesimo di Gesù fino al Mercoledì delle Ceneri la Chiesa chiama questo periodo il “Tempo Ordinario” e così dal giorno dopo la Pentecoste fino ai primi vespri dell’Avvento, quindi con oggi termina il tempo di Natale e inizia il Tempo Ordinario.
“La nozione di tempo nella liturgia ha una doppia connotazione. Si parla di tempo, quello del trascorrere dei giorni ed è scandito da un calendario prefissato e preciso; ma c’è anche il tempo nella liturgia, nell’azione liturgica, il quale non ha una connotazione temporale, ma esperienziale. Per comprendere il tempo della e nella liturgia dobbiamo dimenticare lo schema del calendario civile. Il tempo liturgico, quello del trascorrere dei giorni è suddiviso in cinque tempi diversi: avvento, natale, quaresima, pasqua, ordinario”. (cfr. parrocchiatencarola)
“Il “tempo ordinario” è un tempo liturgico un po’ particolare: apparentemente “noioso”, ordinario appunto, molto lungo, sembra un po’ un riempitivo tra i restanti tempi forti dell’anno: Avvento-Natale, Quaresima-Pasqua. Quasi come i giorni feriali tra due domeniche. Ma la Chiesa, che è madre e non fa mai nulla a caso, non poteva fare un tempo “di riempimento”. E infatti non lo è. Il “tempo ordinario”, detto nei libri latini “per annum”, è un tempo importantissimo, perché, appunto, è ordinario, ma non nel senso di banale, quanto di quotidiano. L’anno liturgico rispecchia la nostra vita: ci sono dei momenti di “luce” (il Natale), che riusciamo ad accogliere solo se ne sentiamo la mancanza (l’Avvento), poi questa luce illumina le nostre cose (la Quaresima) fino a purificarle e a farle nuove (la Pasqua e la Pentecoste). E il resto? Il resto è il tempo “normale”, quello in cui si svolge realmente la nostra vita, e dove si svolge e costruisce realmente il Regno di Dio e il nostro essere uomini e donne a immagine e somiglianza di Dio. Mentre i tempi forti sono tempi “pedagogici”, cioè mirano a risvegliare un determinato aspetto della nostra fede nella nostra vita, il tempo ordinario invece venera il mistero di Cristo nella sua globalità, nello svolgersi della vita nuova illuminata dallo Spirito Santo. Perché l’anno liturgico non è un compito ecclesiastico, ma è una persona, Gesù Cristo, presente come memoria, presenza e profezia”. (cfr. parrocchiadonbosco)
“Il Tempo Ordinario rappresenta il pellegrinaggio del cristiano verso la meta finale. Questo ci aiuta ad assimilare e meditare i misteri della vita di Gesù attraverso la lettura progressiva e quasi continua che ogni domenica si fa della sua Parola. È per questo che i vangeli del tempo ordinario riprendono volta per volta ciascuno degli Scritti Sinottici per meditare la vita di Cristo e il suo messaggio, alla luce di ciascuno degli evangelisti e nella loro propria prospettiva”. (cfr. umanesimocristiano)
Poche notizie vi ho riportato per comprendere meglio e per vivere con impegno il tempo che Dio ci concede di vivere un tempo che deve essere vissuto senza dimenticare Cristo e facendo riferimento a Lui diventando il centro delle nostre azioni quotidiane. Un tempo che non dobbiamo perdere un tempo in questo Anno Santo che va recuperato nella sua pienezza senza consumarlo e senza dimenicare quegli spazi di preghiera che la Chiesa ci offre.
Per questo motivo ti suggerisco di organizzare il tuo tempo “Il tempo è un dono di Dio e va apprezzato e organizzato per farlo fruttare al massimo. Perdere tempo è sprecare un dono di Dio”. (cfr. cattedraleweb)
Organizza il tuo tempo non perderti in mille cose che alla fine ti lasciano vuoto coglie le opportunità di preghiera della comunità (vai alla pagina dell’agenda parrocchiale) e riempi il tuo tempo non di cose ma di presenza.
@unavoce – foto: fonte