scelta di vita

 

Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai: Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta».(1 Samule 3,9)

 

Questo sito che ha lo scopo non di informare ma umilmente e con pazienza formare ed educare – la comunità cristiana affidata e di chi ci segue con pazienza nella lettura alla luce degli insegnamenti cristiani guardando al mondo e alla vita ordinaria – oggi ha l’ambizione di soffermarsi su questo argomento facendosi quasi un esame di coscienza per offrire spunti partendo da una riflessione personale per diventare strumento di riflessione per chi tra i giovani lettori si avvinca e trovare non tanto risposte che non sarei capace ma semmai una provocazione per fermarsi e farsi le domande giuste per poter rispondere al Signore ognuno con la propria vita e la propria vocazione.

Quando s’intraprende un cammino di vita come può essere quello del sacerdozio, come credo in ogni scelta di vita, si annidano dentro il cuore mille pensieri mille progetti convinzioni e con entusiasmo, dato anche dalla giovane età, t’incammini su questa strada e ti prepari attraverso gli studi le esperienze e la preghiera … e al di là delle tue capacità ti confronti con i superiori con altri giovani altre persone altri sacerdoti per non perdere nulla di quello che è importante per seguire con coerenza efficacia e serietà la vocazione intrapresa. Come in ogni persona però c’è ovviamente un po’ di amor proprio un po’ di ambizione che durante la formazione aiutati dai superiori viene gestita affinché la preparazione sia il più possibile seria vera intensa dedicandosi alle cose che contano veramente ed eliminando quei limiti che potrebbero annebbiare il cammino e la vita intrapresa.

Col tempo però nascono anche in chi ha scelto di seguire il Signore delusioni sconforto gelosia che se pur normale e umano è importante però non perdere di vista la bussola che orienta a Dio sempre e comunque: la preghiera, il riconfermarsi nella scelta di vita, il confronto con i superiori, il direttore spirituale e continuare a coltiva quella formazione culturale e spirituale  iniziata tanti anni prima, una formazione che non è e non deve essere solo fine alla conoscenza o per se stessi o per il proprio piacere ma per servire meglio e sempre di più il popolo che ti è affidato l’incarico che ti è assegnato.

Credo che alla base di una scelta di vita di questo genere, ma lo penso anche per altre vocazione, ci debba essere l’entusiasmo e la convinzione di quello che si vuole raggiungere e poi vivere. Uno stile di vita consono alla vocazione uno stile di vita che se da una parte può essere giudicato solo apparenza è però di aiuto per conservare quell’animo necessaria a essere, per il popolo e tra il popolo di Dio che la Chiesa ti affidata, il degno discepolo del Signore e il servo onorevole della Sua Chiesa.

Oggi vediamo pochi giovani che vogliono seguire il Signore in modo radicale e al di là dei soliti limiti che si dicono forse perché il mondo ammaglia su tanti aspetti della vita e sembra che la scelta religiosa non possa appagare in pieno la vita come quella degli altri, il timore è che si cerchi però la realizzazione senza impegno, il successo senza fatica e una ricchezza esteriore che ci permetta di fare quello che si vuole senza criterio, una ricchezza che è necessaria nella misura giusta per vivere una vita dignitosa ma che non deve diventare poi il limite per la vita veramente realizzata anche se apparentemente sembra appagante.

Ci insegnavano che i tre limiti più grandi del sacerdote erano: il potere il denaro e il sesso argomenti e situazioni nelle quali ci hanno educato a confrontarci per crescere in una libertà rispettosa seguendo la legge del Vangelo e della Chiesa con un potere che è servizio e non predominio una ricchezza che è lavoro onesto per vivere dignitosamente e aiutare gli altri e realizzare i progetti per la comunità il sesso che deve essere vissuto con normalità sapendo e confermandoci nella scelta del celibato non come limite ma come libertà per dedicarsi al Signore e al popolo a noi affidato. Ovviamente tutti campi di vita che non basta comprendere ma che vanno vissuti e sui quali ci si deve confrontare continuamente per non perderci e davanti all’errore alla caduta la capacità di rimettersi in gioco non solo spiritualmente ma come persone come sacerdoti come uomini e donne.

Una riflessione senza pretese se non quella di aiutare i giovani a scegliere e fermarsi a riflettere e ad ascoltare il cuore, il Signore potrebbe chiamarti a seguirlo, non rifiutare non chiudere il cuore confrontati parlane con il tuo sacerdote e mettiti in ascolto del Signore.

@unavoce – foto: fonte

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