Liturgia della Parola

VI Tempo Ordinario

 

 

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siamo tutti dei mendicanti di amore, tutti vogliamo essere voluti bene, tutti vogliamo sperimentare senso dentro la nostra vita.

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. (Lc 6,23)

 

Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: “Le beatitudini ci ricordano che dobbiamo tenere di gran conto la nostra inquietudine. Chi è povero, chi ha fame, chi è nel pianto, chi paga ogni giorno le proprie scelte, sperimenta ogni giorno una mancanza che lo spinge ad andare avanti, a cercare, a muoversi, a spingersi più avanti. Tutti siamo in qualche maniera poveri, ma la cosa più brutta che possa accadere a un povero, a qualcuno che ha fame, è quello di dimenticarsi della propria fame, della propria povertà. Se non prendi sul serio la tua fame non cerchi nemmeno da mangiare, e se non cerchi da mangiare muori. I ricchi non sono quelli che hanno la pancia piena, ma sono quelli che pensano di avere la pancia piena, perché la ricchezza e la povertà di cui parla il vangelo è l’abbondanza o la mancanza di senso e di amore. E noi siamo tutti dei mendicanti di amore, tutti vogliamo essere voluti bene, tutti vogliamo sperimentare senso dentro la nostra vita. Ma se questa fame di senso e di amore la metti a tacere con i soldi, con il sesso, con l’indifferenza, con la carriera, con l’alcol, con una vita frenetica, allora tu pensi di aver risolto il problema ma invece ti sei messo nei guai. Forse è questo il motivo per cui Gesù usa la parola “guai”, non per minacciare, ma per svegliare”. (cfr. d.L.M. Epicoco)

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