Per chi o per cosa suona

“Le campane erano una presenza eloquente al cuore della società contadina, anche se oggi è impensabile di poter sperimentare le sensazioni che esse suscitavano. Ogni campana aveva addirittura un nome diverso e molte recavano iscritte preghiere, soprattutto contro la grandine, la tempesta, i fulmini… Così, quando sul campanile veniva issata una nuova campana era un evento di grande festa: la campana veniva benedetta, unta con il crisma e si chiedeva a Dio che essa fosse capace di fugare i mali atmosferici come i mali sociali che minacciavano la gente del paese.” (Enzo Bianchi)

Per chi suona la campana è un romanzo di Ernest Hemingway oggi potremmo dire per cosa suona la campana in questa società dove anche il suo nelle campane dà fastidio e diventa motivo di contrasti sempre per quello spirito di diritti che tutti rivendicano e questa come tante altre tradizioni vengono meno vengono limitate vengono annullate in quella dinamica non detta non scritta di annullare tutto ciò che è sacro o che ci riporti al sacro al religioso allo spirituale. Non si vuole ascoltare non si vuole Dio nella vita perché? I motivi possono essere molti e giustificandoli perché gli uomini e le donne di chiesa sono peggio degli altri si butta tutto, ma poi scopri che ciò che regola l’animo umano dà fastidio.

In questo Anno Santo dove il suono del Jebel ha aperto questo tempo di grazia ci porta a soffermarci sulla campana, le campane delle nostre chiese. “La storia delle campana è molto antica risale al VII secolo a.c. e nella tradizione italiana è San Paolino da Nola (355 – 431) che introduce le campane nell’utilizzo religioso”. (cfr. capanni)

Quale il suo scopo? ne individuerei due per soffermarci a riflettere oggi insieme: Annunciare e governare il tempo. Per annuncio si deve pensare all’annuncio di Dio un annuncio cristiano una voce che richiama nella vita la Sua presenza, il secondo il tempo. Le campane ritmano il tempo un tempo che ci conduce verso l’eternità. Da qui la tradizione delle torri campanarie con gli orologi sia per i campanili delle chiese che per le torri civiche. Pertanto soprattutto nel periodo medioevale si è diffuso questo uso nella cristianità come richiamo alle varie feste e momenti religiosi e civili.

Nel mondo cristiano i rintocchi delle campane scandiscono il tempo e annunciano eventi e momenti della vita. Dai primi rintocchi del mattino agli ultimi della giornata con quelli del mezzogiorno e quelli delle feste o dei defunti o eventi eccezionali come calamità naturali o visite di persone illustri sono il linguaggio di questa tradizione. Insomma i rintocchi che oggi difficilmente sentiamo anche a distanza avevano il loro linguaggio e ritmavano le giornate e i tempi del vivere e del lavorare. Oggi ridotte a pochi momenti rimangono però segno unico e inconfondibile di quel linguaggio di Dio che richiama a quella dimensione spirituale della nostra vita e se per alcuni o molti è un fastidio è per altri ricorda che il tempo che abbiamo da vivere è di Dio e pertanto dobbiamo viverlo al meglio di noi stesi e delle nostre capacità senza dimenticarci di Lui. Pertanto l’uso di questi bronzi che come abbiamo intuito è da immemorabile tempo scandiscono il tempo e sono un richiamo allo scorrere del tempo e degli eventi importanti della comunità cristiana e civile. Da queste tradizioni una genialità creativa ha forgiato quindi questi vasi che suonano con toni differenti parlandoci e facendoci rivolgere con la mente e il cuore alle cose che non vediamo ma che animano, la nostra vita l’essenza del nostro vivere l’anima e le cose che pur non vedendo ci parlano di dignità di rispetto di amore.

“Il significato del suono delle campane è delineato nel n. 1455 del Benedizionale: «Risale all’antichità l’uso di ricorrere a segni o a suoni particolari per convocare il popolo cristiano alla celebrazione liturgica comunitaria, per informarlo sugli avvenimenti più importanti della comunità locale, per richiamare nel corso della giornata a momenti di preghiera, specialmente al triplice saluto alla Vergine Maria. La voce delle campane esprime dunque in certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando piange, quando rende grazie o eleva suppliche, e quando, riunendosi nello stesso luogo, manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore»”. (cfr. diocesidilodi)

Così anche nella nostra comunità c’è una piccola e antica campana in bronzo posizionata su una struttura campanaria in metallo divisa da una grande croce in marmo. L’opera è stata realizzata dalle maestranze dell’Aeronautica Militare con l’intervento di part in marmo dello scultore Mario Amendola. Tale simbolo rimane il segno e il richiamo per i momenti celebratici della nostra Parrocchia. Una piccola campana in bronzo con incisa una scritta e una figura, non sappiamo quale cappellano o comandante abbia posizionato la campana dal ricordo monastico in questa comunità ma oggi vogliamo ricordarla come voce in un anno che ci porta a camminare nella speranza di un mondo migliore dove la “voce” di Dio possa ricordare all’umanità il Suo amore per noi e l’impegno e il servizio verso i fratelli.

@unavoce – foto@unavoce: La Campana della Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo

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