Lo scopo della vita

Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. E il secondo è questo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più importante di questo» (Mc 12,29-31)

Il problema oggi della nostra fede non è tanto credere a Dio a Gesù anche se con qualche riserva ma quello che ci ha promesso cioè la vita eterna, non ci pensiamo non ci riflettiamo e viviamo come se non dovessimo mai terminare il cammino su questa terra e questo ci porta a vivere in modo egoistico alla ricerca di cose e situazioni che ci appagano al momento in questa vita e non pensiamo al domani alla vita eterna.

Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!”. I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: “Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: “E chi può essere salvato?”. Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio”. Pietro allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. Gesù gli rispose: “In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi”. (Marco, 10 17-31)

Solo quando finiamo di guardare solo a noi stessi allora lo sguardo si apre a una speranza nuova e a una vita migliore. Quando lo studio non è fine solo al lavoro, quando i rapporti interpersonali non sono solo per un appagamento personale, quando l’amore non è solo egoistico, quando la preghiera non è solo per noi …. ma riusciamo ad avere uno sguardo verso gli altri e per gli altri allora la nostra vita prende senso e si apre.

Prova a mettere al primo posto l’altro e fare qualche cosa per l’altro prima di pretendere qualche cosa per te prova ad allungare la mano verso che ci da fastidio chi non ci piace chi giudichiamo che sia povero o ricco italiano straniero bianco o nero amico o nemico … prova guadare oltre l’apparenza. La tua vita diventerà allora una vocazione cioè chiamato a qualche cosa di … grande o anche di piccolo e umile ma importante per l’altro e diventa allora importante anche per te diventa lo scopo della tua vita diventa la tua vocazione.

Il lavoro che cerchi i soldi che vuoi guadagnare la vita che vuoi vivere l’amore che vuoi ricevere … prova a donarlo tu prima e lasciati stupire dalla vita e dalle persone che incontri. Umiltà che non è sottomissione, semplicità che non è banalità attenzione che non è servilismo, ti apriranno a una visione nuova della vita e del mondo.

@unavoce –foto: fonte

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