Da recuperare

 

Difficile il silenzio talvolta lo desideriamo ma fatichiamo a viverlo sembra farci perdere tempo. Anche quando siamo soli abbiamo bisogno di rumori per sentirci vivi perdendo quella bellezza di suoni che invece la vita e la natura ci offrono. Vogliamo recuperare il silenzio lo vogliamo recuperare per la nostra mente per la nostra anima per la nostra vita interiore ma fatichiamo a fare silenzio anche in chiesa. Quando entriamo durante le celebrazioni e i momenti che ci vengono offerti di silenzio fatichiamo viverli pertanto credo che sia necessario educarci per poter ascoltare il nostro cuore la nostra anima e in questo silenzio esteriore arrivare al silenzio del cuore per accorgersi ed ascoltare il vento leggero della presenza di Dio.

“La vita di Dio è avvolta nel silenzio e si realizza nel silenzio. Nel silenzio Dio pronuncia se stesso nell’incarnazione. Anche la creazione è dominata dal silenzio”. Ma vi è anche un apparente “silenzio” di Dio, che Gesù sperimenta drammaticamente sulla croce: “Il silenzio del Padre ha provocato il grido più sofferto e crudo che la storia dell’umanità abbia conosciuto”, esploso nel “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. La notte oscura vissuta da Cristo e da molti cristiani richiama la porta giubilare, perché la Porta Santa “simboleggia la porta stretta, in cui c’è anche il silenzio di Dio che in Gesù ha provocato il grido del ‘perché?’”, capace di riassumere tutti i “perché?” dell’umanità, cui è seguito però, il suo “Tutto è compiuto”. Nella voce sofferente di Cristo emerge la sua fede, “il Vangelo, il logos è tutto dispiegato”. In quella ferita “è nata e nasce sempre e di nuovo la Chiesa, frutto maturo dell’amore silenzioso di Dio e della risposta fiduciosa dell’umanità”, in tale rinascita è racchiusa la speranza del Giubileo. Tre gli effetti dell’accettazione di questo apparente silenzio di Dio: la possibilità di attraversare la piaga di una modernità al tramonto, che ignora la fede, la capacità di superare l’individualismo che segna la nostra vita e di arrivare all’incontro, e, terza conseguenza positiva, lo slancio per annunciare il Vangelo”. (cfr. VaticanNews)

Il mondo la vita le situazioni gli impegni la necessità di relazioni famigliari lavorative di vita ordinaria ci pongo nel rumore nei suoni e la concentrazione diventa sempre molto difficile. Davanti alle situazioni il più delle volte parliamo ancora prima di riflettere non accorgendoci che se non riuscimmo a fermarci e pensare non troveremo le risposte pertanto il primo impegno sarà partire da noi stessi e rivedere quei silenzi che ci sono nel nostro quotidiano come sono se sono silenzi di nervosismo di insofferenza di tristezza o silenzi che sono necessità di assenza di rumori o la voglia di riflettere sulle cose. Dobbiamo ripartire da noi stessi cercare o vivere quei momenti di silenzi esteriori per creare quel silenzio interiore necessario a ricaricarci.

“Il silenzio fa vivere, illumina, diventa comunicazione con Dio e così puoi guardare le persone come le guarda Dio. Insomma, il silenzio ti porta l’equilibrio. Ti permette di vedere te stesso e vederti anche nell’altro. Se, invece di parlare, ascoltiamo Dio, ci verrà spontaneo ascoltare l’altro, perché il silenzio, quando è fecondo, significa comunicazione, il che implica uno scambio. Dio cosa ci dice? Di amare gli altri. Il silenzio, quello positivo, porta a operare. Il silenzio è fecondità di spirito, è l’amore che ti porta a donarti agli altri”. (cfr. Madre Agnese Carandente)

Come comunità in questo tempo di quaresima ci siamo imposti sia il celebrante che l’assemblea di rispettare quei silenzi che la liturgia ci offre e ci consiglia di vivere per non fare le cose in fretta per lasciare spazio alla voce di Dio che attraverso la Liturgia entra nel nostro quotidiano. Impegniamoci tutti a viverli bene dal momento in cui entriamo in chiesa ai vari spazi che ci vengono offerti per ascoltare con il cuore e non solo con gli orecchi la Parola di Dio la Sua voce, questo ci educherà a creare quegli spazi di silenzio nel nostro vivere quotidiano dando valore così alle parole che poi pronunceremo e a dare spazio alla preghiera la preghiera del cuore.

@unavoce – foto: fonte

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