Ricerca del sorriso di Dio

 

La condizione umana ha una caratteristica che ci accomuna tutti senza distinzione quella di essere imperfetti. La nostra vita è una continua ricerca della perfezione ma non dobbiamo dimenticare che essere imperfetti significa essere capaci di accettare i propri errori e perdonarsi. Ovviamente questo non significa che siamo liberi di fare tutto o di scusarci di tutto e su tutto, ma è una consapevolezza importante che ci aiuta ad avere i piedi per terra e ad impegnarci a migliorare ma anche a saperci gestire.

“Essere imperfetti vuol dire essere noi stessi, con i nostri traguardi e le nostre soddisfazioni, ma anche con le nostre sconfitte e i nostri sbagli. L’imperfezione è un’impronta che ci identifica, che ci distingue da ogni altra persona e ci rende autentici. Essere imperfetti significa essere noi stessi”. (cfr. lamentemeravigliosa)

Pertanto conoscerci significa saper lavorare su noi stessi per educare le nostre attitudini i nostri valori e le nostre abitudini. Gli errori che commettiamo vanno riletti alla luce di una conoscenza su di noi per non punirci per non essere perfetti ma per conoscersi e aumentare quella necessaria autostima che ci permette di essere veri seri e impegnati nella nostra vita e nelle scelte che facciamo.

Un libro “L’etica dell’imperfezione” forse ci può aiutare in questo cammino. “Accettare di sbagliare, vivere il senso del limite, saper convivere con le proprie imperfezioni ci rende più umani e anche più capaci di relazionarci con gli altri perché animati dal sentimento liberante della misericordia e della “com-passione”. Gesù non è venuto per i giusti (i perfetti), ma per i peccatori (gli imperfetti). La crescita umana, però, non avviene seguendo un’immagine ideale di sé, coltivando un’ideale sproporzionato, ma vivendo quello che ciascuno è, senza competizioni esasperanti e senza dover rincorrere mete al di fuori o al di sopra delle proprie capacità e delle proprie originali possibilità. Il diventare se stessi, senza sottostare a schemi, accettando i propri limiti e anche gli errori e le sconfitte è il contenuto dell’etica dell’imperfezione”. (cfr.chiesadimilano)

Ora come cristiani forse pensiamo che la perfezione sia il livello che dobbiamo raggiungere ma i santi non sono i perfetti sono quelli che si sono lasciati modellare da Dio, hanno preso i loro limiti e li hanno messi nelle mansi del Signore una imperfezione vissuta nell’obbedienza alla volontà di Dio, una volontà di accettare quello che non si è programmato.

“La nostra imperfezione ci rende umili e riconoscono che non siamo migliori degli altri e che non siamo nulla senza l’aiuto di Dio attraverso gli altri. Gesù dice che coloro che non sono umili saranno abbattuti e quelli che si umiliano saranno sollevati (cfr. Luca 14:11)”. (cfr. saveriani)

La cosa più perfetta che l’uomo possiede è la sua imperfezione. La nostra vita è sempre una latta tra il bene e il male tra quello che riteniamo essere giusto o meno per me o per gli altri … la nostra vita quindi sarà un cammino continuo un cadere e un rialzarsi un lavoro continuo alla ricerca allo studio all’attenzione della volontà di Dio, quindi l’atteggiamento dovrebbe essere quello umile e operoso sereno e capace di rimettersi in cammino continuamente, per questo abbiamo bisogno della preghiera della comunità del confronto della conoscenza delle cose che riguardano Dio per imparare la nostra fragilità ad essere addomesticata senza cadere in angosce e tristezze … ma alla ricerca continua del sorriso di Dio che ci offre sapendoci accettare come essere imperfetti in continua crescita per essere perfetti come Lui è perfetto “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. (Mt. 5,48)

@unavoce – foto: fonte

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