Messa Crismale

 

L’olio versato, il profumo del Crisma, la variegata composizione della nostra assemblea”. (cfr. Mons. Tardelli)

 

“l primo formulario di Messa crismale lo troviamo nel Sacramentario Gelasiano, del secolo VIII, che lo colloca tra la Messa di riconciliazione dei penitenti e quella della Cena del Signore; queste tre celebrazioni erano previste per il giovedì santo”. (cfr. portaleecce)

Da antica memoria quindi in questo giorno che chiude il tempo quaresimale e apre il triduo santo in ogni chiesa cattedrale alla presenza del vescovo e di tutto il presbiterio si celebra la Solenne S. Messa Crismale che prende questo nome perché verrà benedetto e consacrato in quella celebrazione l’olio del Crisma. Tre simboli ci vengono presentati, tre oli tre riferimenti alla vita dell’umanità e al lor servizio.

“La messa crismale rivela ogni volta un fascino particolare. In questa liturgia eucaristica si può cogliere la manifestazione visibile della chiesa in tutte le sue componenti riunite attorno al vescovo nella chiesa cattedrale. E’ la messa in cui si consacrano gli oli benedetti per l’unzione dei catecumeni e degli infermi e il santo crisma per l’unzione battesimale, la cresima e l’ordine sacro. In questa messa i sacerdoti rinnovano le promesse pronunciate il giorno dell’ordinazione e la chiesa riscopre la sua vocazione sacerdotale” (cfr. diocesipistoia)

Ci facciamo accompagnare da questa meditazione per accogliere anche noi la sera del Giovedì santo gli oli che il nostro Pastore l’Ordinario Militare ha benedetto a Roma con tuti Cappellani.

L’olio versato è il primo segno”. E’ questo – ha precisato il vescovo – l’olio che “sarà in qualche modo versato sul petto dei battezzandi, sulla fronte dei cresimandi, sul palmo delle mani dei presbiteri e infine sulle mani di coloro che sono nella malattia. Questo sacro olio è destinato a essere versato e a raggiungere molte persone. E’ il suo scopo, il suo compito. Gli olivi sono stati piantati e coltivati, le olive raccolte e frante perché l’olio fosse versato e consumato. Ebbene, non è lontana da questa vicenda dell’olio la nostra stessa vita!” …“Il profumo del Crisma è il secondo segno. L’olio diventa Crisma per l’invocazione dello Spirito Santo e l’aggiunta di profumo. E il buon odore del Crisma tra poco si spanderà in questa cattedrale come ogni volta che verrà versato sulle persone”. Il segno del profumo del Crisma – aggiunge il vescovo – ci aiuta a capire “che le cose di Dio non sono mai asettiche e disincarnate, inodori e insapori; sono invece vere, vive, pulsanti. Le cose dello spirito non si esauriscono nel pensiero, non sono solo concetti”.  Il segno del profumo del Crisma ricorda a tutti, infatti, che la proposta cristiana è una proposta integrale, che non amputa o dimentica nulla della ricchezza umana: “vorrei richiamare allora tutti noi – ha aggiunto il vescovo – a vivere con gioia tutta la vita. O la fede ha il sapore della vita oppure non è fede (…)  è la variegata composizione della nostra assemblea (…) E’ un fatto. Siamo qui provenienti da tante parti del mondo. Siamo qui preti, diaconi, laici, religiosi e religiose di ogni razza e colore. Giovani e anziani. Poveri e ricchi, semplici e dotti. La celebrazione di questa sera raduna esemplarmente e rappresentativamente la santa e peccatrice chiesa di Pistoia. Siamo quello che siamo, con tutti i nostri peccati, le nostre lentezze, le nostre povertà. Ma siamo anche una realtà bella. (…) Questa variegata realtà della nostra chiesa non è un limite, un handicap, quasi fosse meglio esser tutti uguali, con la medesima testa, lo stesso modo di ragionare, la stessa storia personale e di chiesa alle spalle. No. E’ bene così. Anche se ci possono essere problemi, è sempre meglio una chiesa così che una chiesa piatta e amorfa”. (cfr. diocesipistoia)

@unavoce – foto@unavoce: Le ampolle in ceramica della nostra Parrocchia opera di Marigrazia

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