La FOTO, il motivo della scelta:

Schieramento Interforze e frecce Tricolori all’altare della Patria

Uno scatto che raccoglie tutta la “famiglia delle Forze Armate”, un popolo che ci parla di coerenza e dovere nel quotidiano del suo servizio.

FOTO da: (cfr. Ansa)

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno

 

Carissimi,

vorrei riportare le parole solenni del Giuramento che il militare pronuncia nell’assumere questo servizio, un giuramento che racchiude coerenza e dovere, serietà e impegno e le parole di Cristo “si,si; no, no” sono efficacemente attuate in questo vivere a servizio della collettività.

Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria3 e la salvaguardia delle libere istituzioni

A commento del Vangelo di questa Domenica, vi riporto il discorso che, San Paolo VI, papa, fece nell’Anno Santo del 1975, al Pellegrinaggio Militare Internazionale, a Roma:

“ … Ma perché siete venuti qua a Roma? Perché siete stati invitati? Vi è in voi, davvero, un’apparente situazione paradossale. Voi siete soldati; ed indubbiamente l’immagine che come tali vi ritrae si profila in termini di fortezza, di fatica, di disciplina, di prestanza, di baldanza e di valore. Ma il soldato non è per questo «autosufficiente», cioè bastante a se stesso nella sua baldanza giovanile; può egli pregare? chiedere il perdono di Dio? Voi siete uomini d’armi; siete addetti e addestrati alla disciplina. Ma come può un uomo d’armi essere davanti a Cristo, che è mite ed umile di cuore? (Cfr. 11, 29) e ha dato un preciso ordine a Pietro, nella prova tenebrosa della passione, cioè di riporre nel fodero la spada sguainata? (Cfr. Io. 18, 10-11). Voi siete rappresentanti di diverse Nazioni. Ma nella realtà delle persistenti tensioni che affliggono i popoli, non è questa rappresentanza una specie di opposizione? di confronto tra mondi che sembrano irriducibilmente contrapposti?  Ma si tratta, ripetiamo, di paradossi solo apparenti. La realtà è che voi siete venuti qua, animati da un comune desiderio di preghiera e di rinnovamento interiore; è che voi siete qui, fraternamente uniti nel canto, nella partecipazione pensosa e attiva alla celebrazione liturgica, fatti «un Cuor solo e un’anima sola» (Act. 4, 32) pur nella diversità delle mentalità, delle lingue, delle civilizzazioni, fusi in un solo palpito di fede e d’amore. Ecco allora che il paradosso si scioglie, e appare ciò che voi siete, ciò che questa presenza significa per tutti voi. Voi siete venuti perché anche voi siete uomini; e l’uomo ha bisogno di Dio, di Cristo, di religione, di salvezza; e sente l’urgenza di soddisfare la sua sete a contatto col Figlio di Dio. Voi siete venuti perché, più di tutti, voi avete bisogno di pace; e per la pace volete e dovete impegnarvi. E qui il ricordo delle guerre recenti – i due conflitti mondiali ed i ricorrenti scontri locali – si fa doloroso e cocente per i caduti che hanno causato, giovani vite stroncate, e per il troppo sangue innocente che è stato versato! Sia fedele e riverente la nostra memoria per tanti caduti, e sia pace nella misericordia di Cristo Salvatore alle loro anime immortali! Poi: le armi per voi non vogliono essere per l’offesa, ma solo e sempre e dappertuttoper la difesa; e una difesa, Dio voglia, che non abbia bisogno dell’uso delle armi, ma tenda unicamente a dare forza alla giustizia e alla pace (Cfr. 13, 4; Luc. 3, 14; 14, 31): cioè nella prevenzione, nell’accordo leale, nella composizione magnanima, nel perdono generoso…”. (Cfr. Vatican.va)

Buona Domenica

16.02.20-VI-T.O.@unavoce