Militari in prima linea con il cuore di Cristo

In questo “abbraccio tricolore di preghiera” che la nostra comunità offre, in questo Anno Giubilare Lauretano  e in questo tempo di emergenza, attraverso un semplice programma di preghiera a cui collegarsi spiritualmente, personalmente o virtualmente, è raccolta la fede e la devozione di una comunità, che caratterizzata dalle stellette, per la professione che svolge, non diminuisce, ma completa il cammino cristiano. Così con questo spirito vi propongo queste poche righe che richiamano alla devozione del Sacro Cuore  con quella spiritualità, che la caratterizza, attraverso le parole del nostro Pastore.

“E’ il 27 dicembre del 1673, Festa di San Giovanni evangelista. Gesù appare a Margherita Maria Alacoque e alla giovane suora francese di soli 26 anni affida una missione decisiva: diffondere nel mondo l’amore di Gesù per gli uomini, specialmente per i peccatori. La suora visitandina doveva in un certo senso prendere il posto di San Giovanni durante l’Ultima Cena, cioè posare il capo sul Cuore di Gesù…”. (Cfr. Vatican.va)

Cosa significa avere la devozione al Sacro Cuore di Gesù, se non viverlo amandoci tra di noi?

Le parole del nostro Arcivescovo, ci fanno intuire il lavoro prezioso anche di questa categoria della nostra società che cammina accanto ai fratelli amandoli con il “Cuore di Cristo”, questa la devozione, e questo la testimonianza, che, coltivata nella preghiera, diventa azione.

“ … vi dico «grazie». Dico un grazie sentito, commosso, ammirato, a voi che state lavorando per curare e prevenire questa malattia ma anche per affiancare, sostenere, difendere tutti coloro che si trovano in difficoltà. Come nei momenti più critici della storia del nostro Paese, i militari sono in prima linea, nonostante i rischi concreti, la fatica talora sproporzionata, le difficoltà non sempre prevedibili. Lo sono tutti i militari medici, infermieri e operatori sanitari, continuando con costanza e dedizione un lavoro indispensabile e instancabile e offrendo il loro apporto a zone più martoriate. Lo sono i tanti militari che, come sempre, rappresentano un punto di riferimento per la popolazione, rispondendo a chiamate, richieste, paure della gente; coloro che sono posti a custodia delle zone di sicurezza; quelli che aiutano il viaggio di malati o persone con problematiche. Lo sono anche i nostri militari che lavorano all’estero e si trovano a doversi confrontare anche con questa emergenza accanto alle tante altre che il loro compito richiede. Lo sono i militari che hanno impegni istituzionali e che, accanto alle Forze dell’Ordine e ai Responsabili della cosa pubblica, assieme ai tanti volontari, quali i membri della Croce Rossa, devono organizzare e gestire l’emergenza, prendendo quotidianamente decisioni impegnative, delicate e difficili. A tutti, accanto al grazie della gente, esprimo il grazie profondo della nostra Chiesa dell’Ordinariato Militare, vicina a voi anche attraverso il ministero e l’umanità dei cappellani militari, che pure ringrazio dal profondo del cuore per la dedizione e l’amore con cui vi accompagnano a nome di Cristo e della Chiesa. Ed è da uomo di Chiesa, da vescovo, da cristiano, che desidero che l’ultima parola sia la speranza! … “. (Cfr. dal Messaggio dell’Ordinario Militare per l’Emergenza Condv-19)

Vi invito, in questo mese di Giugno, che la tradizione dedica alla devozione del Sacro Cuore di Gesù, a LEGGERE l’autobiografia di Santa Margherita Maria Alacoque.

 

Foto di Copertina: Militari Italiani in Libano