La FOTO, il motivo della scelta:

Kosovo, un dono di un bambino, al Generale Comandante Italiano M. Risi

In questo scatto, c’è racchiuso il lavoro di una vita, di un impegno, di una istituzione, di una Patria, che, presente in un territorio di Missione, con la sua presenza, fatta di dialogo e servizio, porta quella parola che crea bene e pace. 

FOTO da: (Cfr.paolacasoli.it)

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

 

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende

 

Carissimi,

la Parola sta al centro del Vangelo di questa domenica. Una Parola che rigenera, che, come dice l’Evangelista, se l’ascolti produce molto frutto, direi se l’ascolti e la vivi e la testimoni, produce bene in te e attorno a te. Questa è la nostra fede è la nostra certezza, ed è la fede e la certezza anche del popolo di Dio con le stellette, che nel loro servizio, mettono al primo posto la parola, una parola intelligente che nasce dal cuore, dalla professionalità, da quei valori imparati in famiglia e in famiglie dai valori cristiani. Magari, un popolo che, andando avanti, come tutta la nostra società, sembra distratto e che non cerchi Dio, ma all’interno del loro cuore c’è invece questa consapevolezza che li fa, poi, agire da veri discepoli del Signore. I nostri militari con la parola e con l’esempio sono costruttori di Pace e di bene e difensori di questi valori, educando a vivere nella pace e nel bene reciproco. La Parola a cui si nutrano diventa parola che costruisce e così facendo il Vangelo diventa vita vissuta.

“… La parola greca che traduce benedizione è eu lògos: “bene” e “dire”. Ma lògos non è solo la parola parlata, è il senso nascosto nelle cose, il bene che Dio vi imprime. Benedire, dunque, significa anche trovare il bene, trovare motivi di bene per rileggere l’azione di Dio nella storia…”. (Cfr. Omelia santo Marcianò)

“ … Le forze armate italiane sono generalmente benvolute dalle popolazioni locali dei luoghi in cui svolgono le proprie missioni: e questa integrazione è un ulteriore anello di merito, perché non solo limita l’invasività delle presenza, ma permette anche maggiore collaborazione con le persone del posto e migliori raccolte d’informazioni…”. (Cfr. formiche.net)

“… Le missioni umanitarie, spesso in contraddizione con il tipo di addestramento ricevuto, impongono al soldato di sviluppare nuove qualità come l’apertura verso l’ambiente, la disponibilità alla comunicazione con interlocutori che non sempre sono dotati di rilievo istituzionale, la tolleranza e la flessibilità di adattarsi rapidamente alle diverse situazioni ambientali nelle quali si troverà ad operare…”. (Cfr. Aggiornamenti Sociali)

Queste tre testimonianze possano aprire i nostri occhi e il nostro cuore a comprendere questi nostri fratelli nel loro servizio e imparare ad essere capaci di dialogo e di parola che crea bene e pace dentro di noi e intorno a noi.

Buona Domenica

12.07.20-XVTO@unavoce