PENSARE POSITIVO

La bellezza a servizio della Pace

 

Un titolo che vorrebbe essere un augurio e un impegno. Moliti, sono quelli che potrebbero scrivere e hanno scritto, con maggior competenza e in diverse direzioni, sull’argomento, ma, permettetemi qui, alcuni pensieri estemporanei.

Nulla di nuovo, voglio solo esporre, in questa semplice riflessione ad alta voce, un impegno che è una speranza.

In questi giorni di rallentamento dalle solite e quotidiane attività, avendo più tempo per la lettura mi sono imbattuto in un libro, uscito quest’anno: “Notre Dame, il cuore di luce dell’Europa”, di Franco Cardini. Leggendo, mi ha fatto pensare a quei luoghi, che sono di alcuni e di nessuno, sono di un popolo e di tutti e penso, in particolare, a due costruzioni, in Europa, (o quasi), in questo mio scrivere: Notre Dame, a Parigi e Santa Sofia, a Istanbul, due luoghi di culto che racchiudono una storia lunga quanto l’Europa, Da una parte, la distruzione, avvenuta tramite l’incendio e il conseguente crollo della flèche, ci ricorda la fragilità e l’altra, con questioni di proprietà, ci parlano di identità o libertà.

Distruzione e fragilità, appartenenza e libertà.

Due luoghi pensati per la preghiera e il rapporto dell’umano con il divino attraverso le tradizioni umane di religione e fede, che rischiamo di dividerci invece che unirci. Due storie differenti che però ci parlano di Europa e di volontà comune di camminare insieme nel rispetto reciproco, almeno questo è quello che i padri fondatori avevano pensato per l’Europa.

Costruire la Pace, costruire una Nazione, un Continente, con unici scopi, non è facile e non lo è mai stato, il rischio è che chi grida più forte vince, ma da queste due vicende dovremmo imparare tutti, invece, a non dimenticare che siamo di passaggio e che le nostre azioni hanno e avranno risvolti sulle generazioni a venire, e se la storia non ci ha insegnato, non dobbiamo ripeterla, ma con la ricchezza del passato, poggiare i massi per una futuro migliore.

L’arte, potrebbe essere, come lo è stato nel passato, una via utile, intelligente, bella, ricca, che ci aiuta a camminare in questa direzione e ad uso e consumo di tutti, senza distinzione di razza o religione, di cultura o territorio. Quindi, credo che parlare d’Europa, come Nazione unica, potrebbe essere un discorso visionario e un impegno ciclopico, se non partiamo ad educare i cuori dei popoli che la formano, ed educare è compito di tutti, non solo dei governi o delle singole chiese, ma di ogni cittadino di questa parte di pianeta.

Non scrivo, per rivendicare una religiosità o una tradizione, tutti potrebbero leggerla a modo loro, ma solo per ribadire la preziosità culturale e artistica di luoghi che ci dovrebbero unire perché belli, perché segno di un popolo che ha lavorato, combattuto, sofferto per migliorare e condividere dei beni.

Ora, la nostra smania di presunzione, di giustizia, di libertà ci fa perdere di vista questi elementi.

Costruire una Cattedrale per i Cristiani, una Moschea per i Musulmani o un Tempio per gli Ebrei …  non ci deve dividere, ma, semmai, unire, nel rispetto dei luoghi da poter condividere, per la loro bellezza, nel rispetto delle religioni che rappresentano le singole fedi.

Gli artisti di ogni tempo, hanno dato sfogo al loro ingegno, architetti, pittori, scultori … creando oggetti e strutture stupende, per dire che l’umanità ha la possibilità o avrebbe, per parlare di eleganza, di intelligenza, di bellezza, di condivisione … di Pace.

L’Europa, è l’insieme di diversità culturali, linguistiche, religiose, economiche, di tradizioni … ma questo non ci deve mettere in competizione, semmai, unire nel costruire una strada comune, utile e utilizzabile da tutti in una dinamica di interscambio.

Nessuno è padrone, ma tutti siamo custodi del bello, così, come, lo dobbiamo essere dell’ambiente, del clima, dei fratelli che vivo accanto a noi, senza puntare il dito o esprimerci con termini che sono diventati umilianti e non definiscono una categoria, ma cataloga le persone.

Accordarsi, trovare delle linee comuni, eliminare campanilismi vuoti e retrogradi, ci deve portare a salvare tutto questo, perché sono un bene comune, ricchezza per tutti e non gara a chi è più bravo o più intelligente o più antico … perché il risultato, potrebbe essere, quello di chi è più sciocco.

Era solo un sogno di alcuni uomini?

“Questi uomini di dialogo, che hanno vissuto a cavallo delle due guerre mondiali e sono entrati in contatto con diverse culture europee, risultano essere i precursori di un’Europa di pace fondata sui valori di diritti umani, democrazia e stato di diritto”. (Cfr. COE)

Non è quello che volgiamo? Allora, insieme, costruiamo questa nostra Europa, creandoci una coscienza unità, gareggiando nello stimarci e nel portare alla ribalta il bello, il grande che c’è in ognuno di noi.

@unavoce

 

Foto di Copertina: disegno di F. Schiavo