La FOTO, il motivo della scelta:

Napoli, Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani, promossa dall’Ordinario Militare per l’Italia

Uno scatto scelto perché ritrae nella sua essenzialità il vangelo di questa domenica.

“il compito dell’unità dei cristiani, dell’ecumenismo si realizza, anzitutto, nella preghiera e nelle opere. Non solo nei grandi momenti di preghiera e nelle opere di pubblica rilevanza, ma in ogni preghiera e in ogni opera compiuta nella comunione. Oggi siamo qui riuniti per un momento di intensa preghiera, quali Cappellani Militari, consapevoli che il nostro ministero ci pone in un contesto come quello militare dove il dialogo ecumenico è una esigenza quotidiana. Siamo qui, cappellani e militari di tante confessioni cristiane che lavorano assieme per il sostegno alla pace, annunciando l’unico Signore Gesù Cristo” (Mons. Marcianò O.M.)

FOTO da: (Cfr. famigliacristiana)

Presenza educante

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?».

 

Carissimi,

leggendo il Vangelo di questa domenica, non potevo, con la mente, non pensare alla mia comunità con le stellette. Talvolta i “cristiani praticanti”, osano giudicare e le parole di Gesù oggi ci aprono gli occhi.

“E ancora diffusa una concezione esteriore e quantitativa della religiosità dei gruppi e delle persone (quasi che essa si possa misurare soltanto in base all’appartenenza sociologica o alla presenza di certe pratiche religiose facilmente verificabili: messa, sacramenti, preghiere, devozioni, elemosine…). A provocare questo equivoco contribuiscono anche certe ricerche socioreligiose che codificano convenzionalmente una scala di religiosità e di appartenenza ecclesiale che, se da un certo punto di vista obbliga ad aprire gli occhi su penose situazioni, dall’altra è ben lontana dall’esaurire il complesso fenomeno della religiosità sia di gruppo che individuale. Al di là della pratica e della appartenenza esteriore e giuridica, esiste una presenza e un chiaro influsso cristiano ed evangelico in strati di popolazione apparentemente marginali ed estranei. La religione come è vissuta da molti cristiani presenta diversi livelli e diverse modalità di esperienza. Può essere vissuta come una somma di pratiche, di devozioni, di riti quasi fine a se stessi; come una visione del mondo e delle cose; come un criterio di giudizio su persone, valori, avvenimenti. Può manifestarsi come codice morale e norma dell’agire o come integrazione fede-vita, cioè come sintesi sul piano del giudizio e dell’azione, fra il messaggio del Vangelo e le esigenze e gli impegni della propria vita personale e comunitaria. Il vero cristiano opera l’integrazione fede-vita. Il «sì» della sua fede diventa cioè il «sì» della sua vita; la parola e la confessione delle labbra diventano azione e gesto delle sue mani e del suo fare. Così la discriminante tra il «sì» e il «no» non passa attraverso le pratiche e l’osservanza delle leggi, ma attraverso la vita”.  (Cfr. Maranatha)

Credo che questa chiarificazione sia sufficiente a farci aprire gli occhi e comprendere che la presenza nostra ha questo compito: educare ad un senso di appartenenza alla Chiesa senza giudicare, ma come fratelli camminare insieme non come dispensatori solo dei Sacramenti, ma come compagni di viaggio, con buona pace di chi parla puntando il dito.

Buona Domenica

27.09.20-XXVITO@unavoce