Chiamati a custodire e a proteggere

 

Carissimi,

in questi ultimi giorni, due celebrazioni ci hanno portano, con la preghiera, la fede e la tradizione a soffermarci e a venerare gli Angeli.

Quando da bambini le nostre mamme ci hanno insegnato l’Angelo custode, che immagine di pace e serenità che offre alla nostra memoria, cose passate?, cose sbagliate? … sicuramente momenti belli di famiglia che forse vale la pena recuperare per educare il cuore alla bellezza delle piccole cose.

Come dicevo due celebrazioni ci ricordano gli angeli il 29 settembre i santi Arcangeli Michele, Patrono dei Paracadutisti, Gabriele Patrono dell’Arma e della Specialità delle Trasmissioni e Raffaele, e poi il 1° ottobre la festa degli Angeli custodi.

Ora questo mi porta non solo al passato di bambino e fanciullo, ma con la fede a Loreto alla santa Casa, dove la tradizione ci parla del volo degli Angeli che hanno portato la Casa di Maria a Loreto.

Ovviamente, senza fare polemiche sciocco come alcuni sito accennano, ma è ovvio no che è una tradizione, non credo servano studi particolari per arrivarci … comunque a parte questa sottolineatura sorridendo della crassa ignoranza che gira, confondendo e  mischiano tutto, tradizione e dogmi, fede e usi e costumi … ma, comunque, oggi vi rimando alla storia e tradizione di questo volo.

Il mio intento e animare la nostra fede e la nostra devozione.

Secondo la tradizione, la Santa Casa di Loreto è parte dell’abitazione della Vergine, la quale era costituita da una grotta scavata nella roccia e da una camera antistante. Quest’ultima fu trasportata nel 1291, secondo la tradizione per “mistero angelico” da Nazareth, prima nell’antica Illiria per poi giungere sul colle loretano il 10 dicembre 1294. Quando i crociati nel 1291 furono espulsi dalla Palestina, la casa in muratura fu trasportata nell’antica Illiria, nell’attuale città di Tersatto, dove sorge oggi un santuario mariano. Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294, la casa fu trasportata in Italia, nelle terre dell’antico comune di Recanati e fu posta su una pubblica strada dove tutt’ora è custodita. La tradizione devozionale racconta che tale trasposto fu opera degli angeli, ma le recenti ricerche su base archeologica e filologica, propongono la fondata ipotesi che la Santa Casa sia stata trasportata in modo provvidenziale con un trasporto via nave, sotto la protezione dall’alto. Alcuni indizi fanno pensare che gli autori del trasporto, non siano stati gli angeli del cielo, ma una famiglia denominata Angeli. Era il 17 maggio 1900 quando Giuseppe Lapponi, archiatra pontificio di Leone XIII, indicava di aver letto negli archivi vaticani alcuni documenti che indicavano una nobile famiglia bizantina di nome Angeli, che salvò i materiali della Casa della Madonna dalla devastazione mussulmana e li fece trasportare a Loreto.

La Santa Casa è custodita all’interno di un rivestimento marmoreo ideato dal Bramante che nel 1509 ne approntò il disegno. Fu realizzato sotto la direzione di Antonio Sansovino, Ranieri Nerucci e Antonio da Sangallo il Giovane.

Fin dal secolo XVI i pellegrini erano soliti girare intono alla Santa Casa in ginocchio, dove nei secoli si formarono due profondi solchi che ancora si possono notare. (Cfr. Santuario di Loreto) 

Parlare di militari e di angeli può sembrare strano, eppure l’affermazione dell’universale vocazione alla santità costituisce uno dei capisaldi dell’ecclesiologia del Concilio Vaticano II. La specifica condizione della vita militare è sia “luogo” che “strumento” di possibile santità e il magistero dei Papi nelle catechesi a militari addita chiaramente questa meravigliosa possibilità evangelica insita nella loro condizione di vita.

“ …ogni autentico cristiano la vita è un arduo combattimento … Con l’aiuto e l’assistenza degli angeli buoni, il vero cristiano combatte contro il peccato e quegli “spiriti del male” che lo fomentano… Le virtù quali il coraggio, lo sprezzo delle fatiche e dei pericoli, l’obbedienza al superiore, la disciplina, il dominio di sé, il lavoro di squadra, le ritualità, le gerarchie sono comuni sia agli angeli che ai militari degni di tale nome… l’esercizio della fede cattolica e l’esercizio delle virtù militari sono così estranei, oppure se sono caratterizzati entrambi da alcune scelte personali che impegnano per la vita in quanto consacrate da un giuramento e che poi si esplica in una vita di disciplina, obbedienza, servizio e sacrificio in una intervista pubblicata da L’Osservatore Romano, l’8 giugno del 2008, il comandante dei gendarmi spiegò: “Cosa significa essere gendarme in Vaticano?”. Risposta: “Per far comprendere il senso del nostro servizio, mi piace riferirmi alla preghiera che ha appositamente composto per noi il nostro cappellano, monsignor Giulio Viviani, e che solitamente ripetiamo negli incontri spirituali”.

La preghiera recita: “Dio di immensa bontà, rendici sempre più degni e validi cooperatori dei tuoi angeli nel nostro servizio a protezione e custodia del successore di Pietro e della Sede Apostolica. Il tuo arcangelo Michele, difensore degli amici di Dio sia con noi per salvarci dalle insidie del male … per carità – aggiunse –, non voglio dire che siamo o ci sentiamo degli angeli! Molto più umilmente vogliamo conformare la nostra missione a quella propria degli angeli, chiamati a custodire e a proteggere. Il Papa prima di tutti”. (Cfr. d. M. Stanzione)

In questa luce vorrei pregare gli Angeli e gli Arcangeli, che proteggano e difendano tutti noi, dal male e così prego per la mia comunità con le stellette, vedendo in loro e nella loro professione, degli “angeli custodi” della Pace e della libertà, della dignità e della convivenza serene dei singoli e dei popoli, questi sono gli angeli che vediamo accanto a noi e per i quali invochiamo quelli del cielo che in loro e attraverso di loro ci custodiscono e proteggono.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Un Medico Militare