ALZA LO SGUARDO: Arte e Fede

 

“Bisogna ristabilire l’amicizia tra la Chiesa e gli artisti”  (Cfr. S. Paolo VI Omelia “Messa degli Artisti”, 1964)

 

Oggi è morto Gigi Proietti e qualche giorno fa Sean Connery due talenti, due personalità differenti, due figure che possono raccontarci il bello della vita senza perdere i valori e la spiritualità che in essa c’è. Pertanto colgo questa occasione per rendere omaggio a due attori a me molto cari e farlo riproponendovi il testo dell’ Omelia che “Paolo VI tenne nella cosiddetta messa degli artisti celebrata nella Cappella Sistina il 7 maggio 1964, quando invitò per la prima volta in Vaticano numerosi addetti ai lavori. “Noi abbiamo bisogno di voi”, disse Montini spiegando che i sacerdoti al pari degli artisti cercano di rendere accessibile il mondo dello spirito. Ma – ammise – “in questa operazione voi siete maestri”. (Cfr. Vativannews)

Questa riflessione, ma rileggendo l’Omelia altri spunti potremmo trarne per riflettere e comprendere la bellezza, quella che racchiude Dio e ce lo presenta nel quotidiano.

“I grandi autori parlano tutti alla coscienza. Il teatro non dà risposte a differenza della Chiesa dove però c’è un dogma. Ciò che accomuna le due cose è ciò che sta mancando al teatro, e forse un pochino anche alla Chiesa, ed è la ritualità che nel caso del teatro serve da collante nell’ambito sociale”. (Cfr. G. Proietti, in Vativannews)

Potrebbe sembrare strano, tutto questo discorso, ma come disse in un’intervista Sean Connery: “Adoro, di Roma e dell’Italia, ristoranti e chiese e il modo naturale degli italiani di vivere la religione”. (Cfr. S. Connery, in fanpage)

Questo modo naturale e rituale/teatrale, se volete, di vivere la nostra religione, per trasmettere la fede che c’è nel cuore dei credenti, per dimostrare, anche, che credere non significa essere estranei alla vita, ma dentro di essa, questa omelia di San Paolo VI, può illuminare il nostro sguardo e alzarlo verso Dio e aiutarci a vivere le nostre vite da veri protagonisti capaci di valorizzare tutto quello che ci circonda, trasformando ogni gesto umile e semplice, grande e forte in gesti d’amore.

In questo tempo buio di difficoltà questi bagliori ci offrono uno opportunità a non perderci e a vivere la nostra preghiera personale e pubblica con una ritualità solenne e semplice che parla di sacro e di bello, con un cuore nuovo.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Cappella Sisstina, Paolo VI, Messa degli Artisti 1964