La FOTO, il motivo della scelta:

Operazione “Strade Sicure”

Uno scatto che ci ricorda l’impegno serio, delicato, amichevole con cui i nostri militari sono presenti sul territorio per “vigilare” affinché ognuno possa vivere nella tranquillità ella vita o aiutare chi è in difficoltà.

FOTO da: (Cfr. reportdifesa)

Militari: custodi operosi

 

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Mt 25,1-13

“Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade

 

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

“Si tratta, di una attesa attiva, operosa, che non sta con le mani in mano, ma prepara l’incontro. Vigilanza significa lottare contro il torpore e la negligenza per giungere alla mèta ed essere pronto ad accogliere Gesù quando viene (vangelo). Ma la vigilanza non è solo attesa della venuta ultima dei Signore: è anche lotta contro il male e la tentazione. Il cristiano, essendosi convertito a Dio, è «figlio della luce», rimane sveglio e resiste alle tenebre, simbolo del male. Un altro tipo di vigilanza è quello di saper discernere le «visite» del Signore, che hanno per la nostra vita una attualità permanente. Dio viene continuamente, bussa ad ogni istante alla porta di ciascuno. Essere vigilanti significa scoprire e discernere queste venute, saper leggere i segni dei tempi, andare incontro al Signore che viene, che ci passa accanto nelle persone, negli avvenimenti, nei fatti della storia. Essere vigilanti significa, infine, accorgersi della sfida che il mondo pone continuamente alla Chiesa e ai singoli cristiani ed accettarla. Il cristiano mette continuamente in crisi i giudizi, i modi di pensare e di fare del mondo, le sue realizzazioni, i suoi progetti. Lo obbliga a rivedere continuamente le sue posizioni. I cristiani devono essere un po’ come i giovani, che sono la febbre del mondo: non devono permettere alla società di sedersi e di riposarsi sulle posizioni conquistate.”. (Cfr. Maranathà)

In questa luce, l’opera dei nostri militari, si può inquadrare in questa vigilanza operosa, vigili per i fratelli, attenti a quelli più poveri, più maltrattati, questo è l’impegno delle nostre Forze Armate, difendere, proteggere, custodire i beni e i valori che sono patrimonio di ogni uomo: giustizia, libertà, rispetto … pace.

Buona Domenica

 

08.11.20-XXXIITO@unavoce

XXXII T.O.

La LITURGIA, conoscere per partecipare:

Il Confesso a Dio. Dopo questi primi riti di entrata, ognuno si riconosce peccatore. Tutti chiedono perdono a Dio e agli uomini per il male che hanno fatto, per il rifiuto d’amare, sia nei pensieri che nelle azioni, che si tratti di peccati di cui ci si ricorda o che si sono dimenticati. Il sacerdote fa allora una preghiera: “Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna”. è una supplica nella quale il sacerdote domanda la misericordia di Dio con fiducia. Questo atto liturgico non dispensa però dalla confessione individuale con un sacerdote, che è un’esperienza molto personale della misericordia del Signore Gesù di cui sarebbe un peccato il privarsene. Infatti, attraverso il prete, tu puoi veramente essere accolto per te stesso, con la tua storia personale. Puoi confidare quello che ti pesa sulla coscienza e ricevere il perdono, adatto al tuo bisogno, specialmente per te. L’atto penitenziale dell’assemblea durante la messa è come un prolungamento della confessione individuale. Per Dio non esiste una massa impersonale di fedeli a cui perdonare, ma un popolo di persone, ognuna con il proprio nome, alla quale vuole dimostrare personalmente la sua tenerezza.