L’Adorazione Eucaristica

 

 “Venite, prostrati adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce”. 
(Salmo 94)

 

La proposta, dell’Adorazione Eucaristica, che in questo anno è messa al primo giovedì di ogni mese, prende le sue origini dal desiderio di crescere nell’incontro con il nostro Dio e prende spunto dall’esperienza dei profeti e di Gesù stesso.

Nella Bibbia, l’incontro con Dio, è sempre un momento forte e coinvolgente. Nell’Antico Testamento, vediamo Mose, Isaia… ad accostarsi al monte, come luogo della presenza del Signore e alcuni elementi caratterizzano questo incontro: si tolgono i calzari, il fuoco, una voce, la nube … sempre elementi che chiedono rispetto, capacità di fermarsi, di fare silenzio e di saper ascoltare e così anche nel Nuovo Testamento, le esperienze del monte sono per Gesù il momento dell’incontro con il Padre, dell’annuncio della buona novella. Della testimonianza … esperienze, altrettanto impegnative e dall’adorazione sola e pura, si passa all’incontro e all’annuncio.

Credo, che queste siano le premesse della mia e nostra preghiera di Adorazione, che, si concretizza, nell’Esposizione della Santissima Eucarestia. L’Ostia magna, posta in un ostensorio e appoggiato, sull’Altare con attorno delle candele e l’incenso. Cristo che sull’Altare del sacrificio, dove ha offerto la sua vita per ognuno di noi, ora s’innalza nella e tra la luce della fede e sale il suo sacrificio d’amore e come incenso la nostra preghiera., sale e lo avvolge. Fermarsi, mettersi in ginocchio, guardare sena parlare, ascoltare senza sentire è la nostra preghiera: osservare e ascoltare con il cuore e lasciare a Dio la possibilità di entrare nella nostra vita.

Può sembrare che le nostre comunità con le stellette non siano capaci di adorare, invece da più parti a partire dal nostro Arcivescovo che propone i momenti di preghiera vocazionali, si parte con l’esperienza, forte e coinvolgente, dell’Adorazione Eucaristica.

Qualche rimando ai pensieri degli ultimi tre Papi che ci parlano di Adorazione introdotti da una bella immagine che il neo Cardinale Raniero Cantalamessa fece in una sua meditazione.

“Nell’ incontro che Francesco d’ Assisi fece con il sultano d’ Egitto al-Kamil nel 1219, dopo il ritorno dal suo viaggio in Oriente, scrisse una lettera indirizzata “Ai Reggitori dei popoli”. In essa diceva tra l’ altro: “Siete tenuti ad attribuire al Signore tanto onore fra il popolo a voi affidato, che ogni sera si annunci, mediante un banditore o qualche altro segno, che siano rese lodi e grazie all’ onnipotente Signore Iddio da tutto il popolo. E se non farete questo, sappiate che dovrete renderne ragione a Dio davanti al Signore vostro Gesù Cristo nel giorno del giudizio. È opinione diffusa che il santo traesse lo spunto per questa esortazione da ciò che aveva osservato nel suo viaggio in Oriente, dove aveva ascoltato l’ appello serale alla preghiera rivolto dai muezzin dall’ alto dei minareti. Un bell’ esempio non solo di dialogo tra le diverse religioni, ma anche di reciproco arricchimento. Una missionaria che ha lavora per molti anni in un paese africano ha scritto queste parole: “Noi siamo chiamati a rispondere a un bisogno fondamentale degli uomini, al bisogno profondo di Dio, alla sete di Assoluto, ad insegnare la strada di Dio, ad insegnare a pregare. Ecco perché, da queste parti, i musulmani fanno tanti proseliti: insegnano subito e in maniera semplice, ad adorare Dio”. (Cfr. Card. Cantalamessa)

Adorare, parola poco usata, atteggiamento poco usato, ma la Chiesa ci insegna ad adorare il nostro Dio e noi vogliamo imparare, educarci, fermarci e fare questa esperienza.

 “È bello intrattenersi con Lui e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto (cfr Gv 13,25), essere toccati dall’amore infinito del suo cuore. Se il cristianesimo deve distinguersi, nel nostro tempo, soprattutto per l’« arte della preghiera », come non sentire un rinnovato bisogno di trattenersi a lungo, in spirituale conversazione, in adorazione silenziosa, in atteggiamento di amore, davanti a Cristo presente nel Santissimo Sacramento? Quante volte, miei cari fratelli e sorelle, ho fatto questa esperienza, e ne ho tratto forza, consolazione, sostegno!”. (Cfr. San Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia 25)

“All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. (Cfr. Papa Benedetto XVI Enciclica Deus Caritas est)

Tutto questo, però, nella Chiesa non è lasciato al caso, all’improvvisazione. Esige l’impegno comune per un progetto pastorale che richiami l’essenziale e che sia ben centrato sull’essenziale, cioè su Gesù Cristo. Non serve disperdersi in tante cose secondarie o superflue, ma concentrarsi sulla realtà fondamentale, che è l’incontro con Cristo, con la sua misericordia, con il suo amore e l’amare i fratelli come Lui ci ha amato. Un incontro con Cristo che è anche adorazione, parola poco usata: adorare Cristo”. (Cfr. Papa Francesco, Discorso ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (14 ottobre 2013)

Questo momento, è il nostro monte, è il nostro ascolto, è il nostro sguardo verso Dio per servire i fratelli. Non è una prerogativa dei sacerdoti o dei consacrati, ma di ogni cristiano che trae la sua forza nella preghiera, nell’incontro con Dio, per vivere ogni giorno la sua vocazione, qualunque essa sia. Con questo spirito viviamo la nostra Adorazione mensile. Questo è il nostro respiro, questa è il respiro della nostra fede senza di essa rischia di finire.

@unavoce