Vivere il tempo d’Avvento

 

“Due parole affiorano dal cuore in questo tempo particolarmente complesso: speranza e prossimità. I tempi dell’Avvento e del Natale segnano l’inizio di un nuovo anno liturgico. Come andrà? Cosa aspettiamo? Mentre le nostre parole restano incerte e mute, la Parola di Dio in questo tempo annuncia e celebra la speranza: il Padre, nel mistero dell’Incarnazione del Figlio, si rivela volto compassionevole dell’Amore e, fedele alla sua promessa, si fa prossimo all’umanità ferita, stanca e sofferente”. (Cfr. C.E.I.)

Così si legge nella presentazione del Sussidio per il tempo di Avvento e Natale della CEI, “speranza e prossimità”, due elementi fondamentali, non solo di questo tempo, ma della vita e della vita cristiana.

Un cristiano non può non sperare e vivere in questo atteggiamento, per la certezza che ha che  il Signore verrà, che il Signore è già venuto, che il Signore cammina accanto a noi.

La speranza è, non solo un atteggiamento verso, ma un atteggiamento del “già e non ancora”, “sperare contro ogni speranza”, citando le parole di Papa Francesco, con le quali abbiamo pensato alla lettera per l’Avvento alla nostra comunità, a cui ti rimando, dove, l’atteggiamento della speranza è una speranza operosa.

I Vescovi Italiani, la chiamano prossimità, il Papa fratellanza, credo più, terra terrà, per quello che posso capire personalmente, convivenza umana, che dovrebbe esserci tra le persone che vivo sullo stesso pianeta, ma sappiamo che non è così, perché l’umanità è litigiosa nel suo animo, credo, da credente, che questo sia il vero peccato e il demonio che s’insinua nelle pieghe della vita di tutti. 

Camminare in questa speranza, come dal titolo di questa breve provocazione, citando le parole del Papa nella sua ultima Enciclica “Fratelli tutti”, al numero 55, è sconfiggere questo “male”  ed educarci, giorno dopo giorno, situazione dopo situazione, a camminare e vivere come persone che sanno essere fratelli, fratelli non come Caino e Abele o come i fratelli di Giuseppe, ma fratelli che sanno supportarsi, aiutarsi, condividere, suggerire, consigliare … questa è la prossimità e la speranza che dobbiamo vivere concretamente.

Essere felici, è l’intento e il desiderio di ogni uomo e donna, di tutti, ed è il desiderio intimo, anche non detto, quindi, di ogni appartenente a qualsiasi religione, fede, politica, tradizione, nazione … tutti vogliamo essere felici, però dobbiamo imparare ad esserlo e esserlo, non a discapito di altri, quindi cambiare atteggiamento, quella che chiamiamo conversione, non solo deve essere un’ideale, ma un cammino concreto, iniziando ad allungare la mano, iniziando a salutare, a sorridere, a fare il primo passo noi, ognuno di noi, di dare prima di ricevere o pretendere, di rispettare prima di chiedere  rispetto, di amare prima di essere amati.

Il Signore Gesù, invece, conoscendo la nostra fragilità ci ha amati ancor prima che noi rispondessimo al suo amore, questa è la vera leva d’appoggio da cui sollevare il mondo da ogni miseria, da ogni flagello, da ogni dolore, pianto, distruzione: partire dall’amore donato senza interesse.

Alzati la mattina con il sorriso, con la voglia di fare, inizia la giornata con il desiderio di non lasciarti scalfire dalle sciocchezze, che, il più delle volte, fai diventare montagne, costruisci ponti, riallaccia rapporti, guarda alto, sorridi, impegnati seriamente, accetta quello che non puoi cambiare e cambia quello sul quale puoi lavorare concretamente.

La direzione della strada su cui camminare con speranza e prossimità da fratelli, è questa, altrimenti sono o saranno solo belle parole, pii desideri, pensieri spirituali belli, ma che finiscono li dove iniziano e lasciano il tempo che trovano.

Aiutiamoci, allora, tutti, a vivere così, aiutiamoci come singoli, come comunità, come Chiesa ad essere questo segno di vera speranza e prossimità.

L’attesa che viviamo, deve essere l’attesa gioiosa del bambino che aspetta il ritorno della mamma, di un dono inatteso, di un amico ritrovato … questa tensione ci rende grandi, operosi, persone propositive, che sanno costruire bontà, serenità, pace.

Viviamo questo tempo, con questi concetti ben chiari dentro di noi, aiutandoci a crescere insieme.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Tempo di Avvento, Illustrazione “I Magi seguono la stella”, dal nuovo Messale Romano, opera di Domenico Paladino.

I Magi seguono la stella

Paladino privilegia in questa tavola il tema popolarmente più sentito dell’Epifania (che di per sé comprenderebbe il Battesimo nel Giordano e il primo segno giovanneo – la trasformazione dell’acqua in vino a Cana). Tre colori per i tre sapienti pagani a rappresentare forse – su calco dei tre figli di Noè – la totalità dei popoli che la ragione e la natura conducono all’incontro col Mistero rivelato.