Santo Natale 2020

“Dio si presenta così, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma. Sembra impossibile, eppure è così: in Gesù Dio è stato bambino e in questa condizione ha voluto rivelare la grandezza del suo amore, che si manifesta in un sorriso e nel tendere le sue mani verso chiunque”. (Cfr. Papa Francesco, Admirabile sigum)

 

Un clima natalizio, sicuramente diverso quello che stiamo celebrando, ma non diverso nel mistero che la fede ci propone, anzi un Natale spirituale più forte, dove il segno è più evidente. Pertanto, vi propongo un Natale diverso, vissuto con il cuore e con quella calma che ci viene dalla gioia di vedere il sorriso nelle persone, per un piccolo gesto che facciamo, dal dono all’attenzione, alla carità del vicino, … Dio abita queste situazioni, Dio viene in mezzo a noi, come un Bambino offrendoci di aprire il cuore e imparare a saper amare, commuoversi, stupirsi, gioire di piccole cose.

Se pur legati alle tradizioni, importanti e indiscutibilmente necessarie, oggi celebriamo Dio che viene in mezzo all’umanità, in una umanità ferita, dove i limiti del nostro mondo sono più evidenti. Anche nel passato, l’umanità ha vissuto grandi difficoltà, ma questo non ha impedito di essere un giorno di Pace e serenità, di vedere nel cuore degli uomini uno spiraglio di speranza nella confusione, un sorriso nell’odio, una luce nel buio.

Tutto tace, per dar voce alla gioia di un bambino che nasce, tutto si ferma per riprendere il fiato. Il Natale non ce lo ruba la storia, o gli eventi, ma la nostra brama.

Il Natale capovolge le logiche umane, i potenti non sono in primo piano, ma la semplicità e l’amore rimangono sotto i riflettori e ci infondono una speranza, desiderio d’impegno, voglia di amare e costruire una vita nuova.

Ora, qui, riporto questo episodio, ma vi rimando ad altri Natali diversi che la storia ha vissuto e che il sito VaticanNews, ci riporta in un suo articolo.

“La tregua del 1914: armi silenti davanti al Signore della pace

Quel Bambino nato a Betlemme, anche nei tempi più bui, riempie i cuori di speranza. Il Natale porta pace anche dove sembra prevalere la voce delle armi. Un episodio indelebile è la tregua del 1914 durante la Prima Guerra Mondiale. Soldati dell’esercito inglese e di quello tedesco depongono le armi e si stringono la mano. Giocano a calcio, cantano insieme le stesse canzoni natalizie e partecipano alla Santa Messa. La lettera del capitano Carter, che si trovava sul fronte occidentale nel 1914, pubblicata nel 2014 dalla Royal Mail, è una preziosa testimonianza. “Carissima mamma, (…) penso di aver assistito oggi a una delle cose più straordinarie mai viste prima. Stavo sbirciando sopra il parapetto [della trincea] – scrive- quando ho visto un tedesco fare gesti con le braccia e subito due di loro sono usciti dalla trincea venendo verso i nostri”. “Stavamo proprio per sparargli – spiega nella lettera il capitano Carter – quando abbiamo visto che non avevano fucili, così uno dei nostri uomini è andato loro incontro e in circa due minuti la porzione di terreno tra le due linee di trincee brulicava di uomini e ufficiali di entrambi gli schieramenti, che si stringevano le mani e si auguravano a vicenda un buon Natale”. (Cfr. Vaticannews)

Con questo ricordo, vi auguro un Natale Santo, un Natale vero, un Natale che ci faccia andare oltre il presente e scorgere un futuro migliore se saremo capaci di mettere amore in ciò che facciamo, se sapremo offrire un sorriso, un canto, una mano … nonostante tutto.

Buon Natale

@unavoce

Qui la mia lettera di Natale e i miei Auguri

 

 

Foto di Copertina: Lagunare impegnato nell’Operazione “Strade Sicure” a servizio della sicurezza