La FOTO, il motivo della scelta:

Nave Vespucci, attività di osservazione astronomica e riconoscimento stellare

La foto raccoglie l’esperienza e la tradizione marinaresca della navigazione orientandosi con le stelle. Un immagine che ci parla di fede, di cammino, di impegno e ci riporta la Vangelo di oggi, ai Re Magi che decidono di seguire la stella e trovatala, hanno trovato il Vero Re del Mondo, possa questa immagine aiutare a camminare con la stessa determinazione alla ricerca della Verità.

FOTO da: (Cfr. stelladitalianews)

Militari, una Chiesa che segue la stella

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

EPIFANIA DEL SIGNORE – Mt 2,1-12

Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»… Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 

 

Facilmente ogni discorso sull’ «unità», in qualsiasi campo, rischia di essere frainteso. Spesso si pretende per unità una piatta uniformità: l’annullamento di ogni differenza individuale, un totale livellamento. Si inaugura così un sistema di facili etichette e di facili ostracismi. Chi non si adegua alla media viene bollato come estremista o come reazionario o come eretico. Eppure la diversità e la varietà dei caratteri delle nazioni sono la ricchezza dell’umanità. Anche il fatto che la Chiesa sia una ed universale non esclude che nel suo ambito possano coesistere «diversi modi» di vivere l’unica fede. Per troppo tempo la Chiesa è stata legata al mondo culturale occidentale e all’uomo bianco per calare il cristianesimo in stampi e categorie mentali tipicamente europei, ma la Chiesa di Cristo non può essere bianca o nera o gialla come non può essere proletaria o borghese o capitalista: le sue porte sono aperte a tutti. Il cristiano non può rifiutare aprioristicamente la novità o l’originalità per se stesse; deve prima verificare se esse non siano magari una nuova dimensione della fede nell’Unico Cristo. Molte esperienze attuali, che qualche volta scandalizzano i tutori dell’uniformità (non dell’unità), sono il segno del rigoglio della vita della Chiesa. Cristo ci dà la misura di ogni cosa: Ama Dio con tutto il tuo cuore, amatevi come io vi ho amato (cf Mc 12,30; Gv 13,34). Questa è la stella da seguire, per giungere al nostro autentico e unico centro di unità: «il mistero di cui (il Padre) ci ha fatti partecipi»”. (Cfr. Maranathà)

C’è sempre una stella nel cielo, la stella della solidarietà, della collaborazione, di chi sa vedere, e seguire, di chi sa fermarsi ad aiutare, di chi sa stupirsi e credere che il mondo può essere migliore. I militari servono questi ideali di unità, di pace di collaborazione per un mondo più giusto, più dignitoso da condividere nella pace.

6.1.2021-Epifania@unavoce

EPIFANIA del SIGNORE

La LITURGIA, conoscere per partecipare:

LE DUE GRANDI PARTI DELLA MESSA

Che accade a messa? Un incontro con Gesù «risuscitato dai morti» e presente nelle nostre comunità. Quando in chiesa si leggono brani della Bibbia, è lui che rivolge la parola ai suoi amici. Quando i cristiani condividono il pane e il vino sui quali sono pronunciate le parole d’azione di grazie («eucaristia» vuol dire «azione di grazie»), egli è là, come ha promesso al momento dell’ultima cena: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo». «Prendete e bevete, questo è il calice del mio sangue».

Vi sono dunque due parti nella messa. Durante la prima, la liturgia della Parola, ascoltiamo le letture dalla Bibbia e la loro spiegazione (ciò che si chiama sermone oppure omelia). Durante la seconda, noi siamo riuniti intorno all’altare per condividere la cena del Signore, celebrare l’eucaristia. Vi è un profondo legame tra queste due parti. Nella prima, riceviamo la Parola di Dio come un pane nutriente. Gesù, come un amico che parla ai suoi amici, parla a noi stessi, ai nostri fratelli, dicendo cose che senza di lui non potremmo mai sapere. Accogliamo le sue parole come del «buon pane».

Nella seconda, la liturgia eucaristica, noi prendiamo il pane dell’eucaristia come una parola d’amore: «Io ti amo», ci dice Gesù dandoci il pane di vita. «Io ti amo e voglio che tu viva col Padre e con me per sempre».