Militari, portatori della luce

 

 “Voi siete la luce del mondo… non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5, 14-16).

 

L’occasione della festa della presentazione di Gesù al Tempio, mi offre l’opportunità di condividere con voi un pensiero sulla luce e il suo significato spirituale. Questa festa come vi accennerò dopo, rimandandovi ad alcune notizie riguardanti questa celebrazione, è caratterizzata dalla benedizione delle candele. In questo contesto spirituale, del significato che racchiude, vorrei condurvi, senza forzare la lettura, a riflettere su questa festa anche dalla prospettiva non solo della vita consacrata nello specifico, ma alla vita consacrata a Dio di ogni Battezzato, attraverso la propria vocazione. Quindi vorrei sottolineare la professione/vocazione dei nostri militari che hanno come impegno quello di servire la Patria e i suoi cittadini nella custodia e difesa della pace, bene per il quale tutta l’umanità, ogni categoria di persona, in ogni ambiente di vita, è chiamato a collaborare, ma in particolare i militari che sono deputati a difenderla, “sostenerla, curarla, pianificarla e organizzarla”.

“I militari sono sicuramente tra coloro che ritengono la pace bene primario per l’umanità. Essi, la cui vita è addestramento ad una eventualità che tutti desiderano mai si realizzi, sarebbero tra i primi a subirne le nefaste conseguenze. La Chiesa Ordinariato Militare percepisce vivamente questo desiderio di pace che è nel cuore di ogni uomo e si pone nel mondo militare quale comunità di credenti che, con ogni mezzo, intende realizzare la beatitudine evangelica degli operatori di pace”. (Cfr. Sinodo Ordinariato Militare – La Pace)

“La pace non è la semplice assenza della guerra, né può ridursi unicamente a rendere stabile l’equilibrio delle forze avverse; essa non è effetto di una dispotica dominazione, ma viene con tutta esattezza definita a opera della giustizia » (Is 32,7). È il frutto dell’ordine impresso nella società umana dal suo divino Fondatore e che deve essere attuato dagli uomini che aspirano ardentemente ad una giustizia sempre più perfetta. Infatti il bene comune del genere umano è regolato, sì, nella sua sostanza, dalla legge eterna, ma nelle sue esigenze concrete è soggetto a continue variazioni lungo il corso del tempo; per questo la pace non è mai qualcosa di raggiunto una volta per tutte, ma è un edificio da costruirsi continuamente. Poiché inoltre la volontà umana è labile e ferita per di più dal peccato, l’acquisto della pace esige da ognuno il costante dominio delle passioni e la vigilanza della legittima autorità”. (Cfr. Gaudium et Spes n. 78

“Coloro poi che al servizio della patria esercitano la loro professione nelle file dell’esercito, si considerino anch’essi come servitori della sicurezza e della libertà dei loro popoli; se rettamente adempiono il loro dovere, concorrono anch’essi veramente alla stabilità della pace”. (Cfr. Gaudium et Spes n. 79

Queste citazioni dal documento del Concilio Vaticano II, pone i militari come veri fari di luce, come portatori di quella luce a cui l’umanità aspira. Con la loro “vocazione” a servire i fratelli nel proteggerli e difenderli sono parte di quella comunità di credenti che offrono una via a non perdere la speranza ma ad affidarsi al Signore vera Luce del mondo.

Un po di storia:

“Il 2 febbraio è il giorno della candelora. La saggezza popolare ci ha tramandato molti detti e racconti su questa festa dalle origine antiche, celebrata in passato con fervore dalla gente contadina e oggi ricordata per essere la festa della benedizione delle candele, in ricordo della presentazione di Gesù al Tempio. La candelora tuttavia è un momento di passaggio importante, dal significato profondo che ci accompagna alla scoperta del tempo, del ciclo delle stagioni, e della vita in senso generale. Molti sono i piccoli rituali che ancora oggi si compiono nelle case di tutta Europa: rituali legati al tema della prima manifestazione della primavera che presto giungerà, portando con sé prosperità, salute e speranza”. (Cfr.eticamente

Le origini di questa festa vanno ricercate in una pia tradizione che sorge nello scritto apocrifo chiamato Protovangelo di Giacomo. In base a questo documento, la Vergine Maria venne portata al tempio a tre anni dai genitori, San Gioacchino e Sant’Anna. Lì, insieme ad altre bambine e pie donne, venne istruita sulla fede dei suoi genitori e sui doveri nei confronti di Dio. La memoria della Presentazione della Santissima Vergine Maria ha una grande importanza, perché in essa si commemora uno dei “misteri” della vita di colei che è stata scelta da Dio come Madre di suo Figlio e Madre della Chiesa. Nella Presentazione di Maria si allude anche alla presentazione di Cristo e di tutti noi al Padre. A livello storico, l’origine di questa festa è la dedicazione della chiesa di Santa Maria Nuova a Gerusalemme nell’anno 543. Tutto questo viene commemorato in Oriente dal VI secolo, e ne parla perfino l’imperatore Michele Comneno in una Costituzione del 1166”. (Cfr.aleteia

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Foto di Copertina: Pellegrinaggio Militare Internazionale a Lourdes – Militari Italiani