Un grande cammino – Mercoledì delle Ceneri

“la Quaresima è il passaggio da una vita materiale ad una vita spirituale che ci innesta nella vita stessa di Cristo” (Cfr. d.P.M.)

“Le ceneri sono ciò che rimane quando non rimane più niente, sono il minimo, il quasi niente. Ma da qui si può e si deve ripartire. Noi siamo in una situazione difficile, ma si può e si deve ripartire.” (Cfr. P.R.)

Con questo suggestivo rito che per la pandemia non cambia nella sua sostanza, ma nella semplice forma come ci dice una nota della Congregazione per il Culto Divino dove precisa le modalità che dovranno seguire i sacerdoti durante la celebrazione che apre la Quaresima: mascherina e formula recitata una volta sola. Ora, qui, qualche semplice notizia per introdurci in modo fruttuoso a questo “tempo forte” della Chiesa e viverlo con sincerità e desiderio di cambiamento.

“Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù venne in Galilea, predicando il Vangelo di Dio. Diceva: ‘Il tempo è compiuto e il regno di Dio è giunto: convertitevi e credete al Vangelo’”. (Mc 1, 1-15). Origini della celebrazione. Secondo l’antica prassi, il sacramento della penitenza era pubblico e costituiva di fatto il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero poi stati assolti nella celebrazione della mattina del Giovedì Santo. In seguito, il gesto dell’imposizione delle Ceneri – ottenute bruciando i rami d’ulivo benedetti la Domenica delle Palme dell’anno precedente – si estese a tutti i fedeli e venne collocato, all’interno della Messa, al termine dell’omelia. Anche la formula che le accompagna, nel tempo, è cambiata: in origine era “ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”, tratto dal libro della Genesi. Ancora oggi, inoltre, il Rito Ambrosiano differisce da quello Romano perché non prevede l’imposizione delle Ceneri e fa iniziare la Quaresima la domenica successiva. Il significato biblico delle Ceneri. La cenere con cui ci si cosparge il capo oggi ricorre spesso nel testo biblico e assume un duplice significato. Innanzitutto indica la fragile condizione dell’uomo di fronte al Signore, come evidenzia Abramo che parla a Dio nella Genesi: “Riprese Abramo e disse: ‘Ecco che ricomincio a parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…’” (Gen 18,27). Anche Giobbe sottolinea il limite profondo della propria esistenza: “Mi getta nel fango, e mi confondo con la polvere e con la cenere” (Gb 30, 19). Ed ecco altri esempi dal Libro della Sapienza e dal Siracide: “Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo nati. È un fumo il soffio delle nostre narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore. Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere e lo spirito si dissiperà come aria leggera” (Sap 2, 2-3); “Perché mai s’insuperbisce chi è terra e cenere? Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti” (Sir 10,9); “Esso sorveglia le schiere dell’alto cielo, ma gli uomini sono tutti terra e cenere” (Sir 17,27). La cenere, infine, è anche un segno concreto di chi si è pentito e con cuore rinnovato riprende il proprio cammino verso il Signore, come si legge nel Libro di Giona in cui il re di Ninive, ricevuta la notizia della conversione del suo popolo, si siede sulla cenere, e in quello di Giuditta in cui gli abitanti di Gerusalemme che vogliono pregare Dio perché intervenga a liberarli, si cospargono il capo, appunto, proprio con la cenere”. (Cfr. vaticanews)

Anche la nostra “comunità con le stellette” si ritroverà nella Chiesa Parrocchiale per la S. Messa con imposizione delle Ceneri. Tale celebrazione sarà trasmessa anche in Streaming per chi per differenti motivi non potrà partecipare, sul Canale “Una Voce Dmg” di Facebook, il canale della nostra parrocchia.

Ora vi lascio uno stralcio per rimandarvi alla meditazione integrale, su questo giorno, tenuta da don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta morto nel 1993, di cui è in corso lo studio per la sua canonizzazione. “Carissimi, cenere in testa e acqua sui piedi. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri, ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa, per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla, non bastano i quaranta giorni, che vanno dal Mercoledì delle Ceneri al Giovedì Santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala… Pentimento e servizio. Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all’acqua, più che alle parole. Non c’è credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre, quelle fatte dai pulpiti, forse si dimenticano subito. Queste, invece, no: perché espresse con i simboli, che parlano un “linguaggio a lunga conservazione… È difficile, per esempio, sottrarsi all’urto di quella cenere. Benché leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo all’unica cosa che conta: “Convertiti e credi al Vangelo”. Peccato che non tutti conoscono la rubrica del messale, secondo cui le ceneri debbono essere ricavate dai rami d’ulivo benedetti nell’ultima Domenica delle Palme. Se no, le allusioni all’impegno per la pace, all’accoglienza del Cristo, al riconoscimento della sua unica signoria, alla speranza di ingressi definitivi nella Gerusalemme del cielo, diverrebbero itinerari ben più concreti di un cammino di conversione. Quello “shampoo alla cenere“, comunque, rimane impresso per sempre: ben oltre il tempo in cui, tra i capelli soffici, ti ritrovi detriti terrosi che il mattino seguente, sparsi sul guanciale, fanno pensare per un attimo alle squame già cadute dalle croste”. CONTINUA

Ora, ti lascio come promemoria, il rimando alla pagina delle Attività Parrocchiale dove troverai il Messaggio per la Quaresima del Papa, la mia lettera per la Quaresima, il programma e le meditazioni del venerdì.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Kosovo, Base Italiana, celebrazione del Cappellano per il Rito delle Ceneri