“Vivete una vita piena, buona, bella e positiva.  Risplendete come astri nel cielo” (Cfr. Mons. N. Marconi)

Da sempre siamo affascinati da questo duplice aspetto, Follia e Genialità e quando veniamo a conoscere persone che ci risultano geniali, non possiamo fare a meno di pensare che siano anche folli, ma sappiamo anche che umorismo, follia e fantasia sono “tre virtù” dei santi.

“Tra le virtù personali che sarebbe bene imparare a praticare nella vita di tutti i giorni, per il bene di se stessi e degli altri, se ne trovano tre abbastanza particolari: l’umorismo, la follia e la fantasia. Ora, qualcuno potrebbe obiettare: passino pure l’umorismo e la fantasia, ma la follia, siamo sicuri che sia un pregio? Ebbene sì, anche se a prima vista può sembrare strano, ma quando si entra nel campo dell’amore e nel mistero della Croce anche la follia può essere considerata una virtù. Non è un caso che, tra i campioni in questa terna di virtù (follia inclusa), troviamo moltissimi Santi della Chiesa cattolica e i cosiddetti “folli in Cristo” o “pazzi in Cristo” della tradizione orientale, che con il loro comportamento ci mostrano come esse vadano intese e messe in pratica. Immergiamoci perciò alla scoperta di queste tre singolari virtù!”. (Cfr. Libertà e persona

Con questa premessa vorrei oggi intrattenermi con voi, offrendovi alcuni stralci da uno dei saggi in uscita su «La Civiltà Cattolica», pubblicati su L’Osservatore Romano, a cui vi rimando. Ogni persona ha una sua geniale follia che esprime nella vita.

“«Il pazzo, l’innamorato e il poeta sono fatti tutti d’immaginazione». Questa celebre frase del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare è anche una sorta di autodiagnosi sul possibile rapporto tra follia e creatività artistica. Un rapporto che mostra anche la strutturale ambiguità dell’immaginazione, in bilico tra questi due esiti, che non di rado si trovano a convivere. La creatività, specialmente se si considerano le sue molteplici realizzazioni, sembra a prima vista antitetica alla follia: pur nel mistero del suo apparire, per portare frutto richiede conoscenza, tecnica espressiva, padronanza del linguaggio, costanza, anche una forma di ascesi e sacrificio, tutti aspetti che nella follia sembrano dissolversi. Eppure la tendenza ad associare follia a creatività è presente dai tempi più antichi. La maggior parte dei poemi greci sono dedicati a Dioniso (il dio dell’ebbrezza impulsiva e irrazionale) …”. (Cfr. L’Osservatore Romano)

“Dall’immaginazione nascono cose vere e false. Spesso l’immaginazione non è ben vista dagli altri, perché secondo loro, è volubile e fantasiosa. E’ anche vero che se l’uomo non immagina non riesce a pensare. In effetti, la conoscenza è la conseguenza del pensiero, che a sua volta nasce dall’immaginare. Pensare per immagini che la mente concepisce, serve ad avere sapienza e conoscenza. Non è un caso, che Gesù si servisse di raffigurazioni nel suo modo di insegnare, e le folle che lo ascoltavano pendevano dalle sue labbra poiché le sue parole erano avvincenti e coinvolgenti. Siamo stati fatti a “immagine” di Dio, quindi immaginare, ha una base biblica e una certificazione spirituale. Dio per primo ha pensato e dato forma a un’immagine, immaginata nella sua mente. Lo stesso principio vale per l’arte e la sua storia. L’artista è l’interprete più sensibile nella società in cui opera. Egli reagisce in modo consapevole, positivo o negativo, agli stimoli che gli provengono dall’esterno. Egli si esprime con un linguaggio artistico svincolato dalla logica e dalla razionalità. Un quadro è la proiezione dell’immagine mentale del suo artefice. Per capire un’opera d’arte non è sufficiente osservare tutto ciò che è dipinto sulla tela. Un’opera per capirla appieno va inserita nel suo contesto storico e ambientale. E’ quindi necessario conoscere la storia in cui è ambientata: la storia dell’arte. Il linguaggio artistico spesso è oscuro nel suo frasario, fumoso, pressoché incomprensibile, tipico del critico d’arte. Spiegare l’arte non è cosa semplicistica. Se però le idee esistono e sono chiare, anche la spiegazione è comprensibile. Un giudizio valido riguardo a un’opera d’arte può farlo chi usa concretamente la sua immaginazione basata sulla realtà dei fatti”. (Cfr. inattivo.info)

Educhiamo il cuore a vivere queste dimensioni della nostra vita. Nella nostra testa, nella nostra psiche agiscono differenti fattori, se educati, se capaci di confronto, allora diventano o possono diventare strumenti di realizzazione della vita personale e stimolo per altri.

Vi rimando alla Pagina della Storia e Arte nella nostra Chiesa, se pur piccola raccoglie la fantasia creativa di artisti di vita ordinaria che con la loro folle genialità arricchiscono non solo il luogo della preghiera ma la sensibilità dell’orante.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Afghanistan, Pasqua ad Herat 

Il senso della scelta della foto: Forse per alcuni è folla, per atri genialità, sicuramente è impegno serio per servire la Pace e vivere la vita e dare la possibilità di vivere la vita piena a tutti.