Un viaggio e una presenza

 

L’importante viaggio del Papa nella terra Irachena, che inizierà il prossimo 5 marzo, mi offre l’opportunità di soffermarmi con voi, oggi, a ricordare la presenza dei Militari Italiani in quella terra.

Dal 2003 la presenza militare Italiana, unitamente alle forze del patto Atlantico è presente con differenti compiti per la stabilità della Pace. Vi rimando al Sito dello Stato Maggiore della Difesa per i dettagli. 

Siamo in una terra meravigliosa, antica, ricca di storia che accomuna tre culture e tre religioni: Cristiani, Ebrei e Mussulmani. Con questa consapevolezza che di Dio è Padre comune, che il Papa viaggia e porta la sua presenza come pacificatore e testimone di fratellanza e di dialogo, lo abbiamo sentito nell’ Enciclica Fratelli tutti a cui vi rimando.

“Abramo proveniva dalla Terra dei due Fiumi, la Mesopotamia. Su quel territorio fiorirono importanti civiltà: ai tempi di Abramo il più sviluppato era il popolo dei Sumeri. La storia di questo popolo può essere suddivisa in tre periodi principali: antico, classico e neosumerico. Ai Sumeri devono moltissimo le civiltà successive, che da loro ebbero in eredità, tra l’altro, la scrittura, l’arte e l’architettura. Le prime testimonianze note di scrittura, risalenti attorno al 3300 a.C., furono scoperte su tavolette di argilla rinvenute nella città di Uruk. I Sumeri utilizzarono un tipo di scrittura nota con il nome di cuneiforme: il sistema, da loro inventato, era più flessibile rispetto a altri tipi di scrittura, tanto che anche i Babilonesi e gli Ittiti lo fecero proprio; poteva essere utilizzato per trascrivere concetti letterari, religiosi o documenti legislativi. La città di Ur fu la capitale del periodo neosumerico (2100-2000 a.C.). La più antica raccolta di leggi, che puniva i crimini con sanzioni in denaro e non con pene corporali, fu ritrovata proprio qui. Nel corso di questo periodo, il primo dei re di Ur, Ur-Nammu, dotò la città di uno splendido e grandioso tempio (zigurrat), i cui resti sono visibili ancora oggi. Col tempo i Sumeri cominciarono ad aprire le porte agli stranieri, in particolare agli Amorrei. Di conseguenza, l’identità culturale dei Sumeri andò scomparendo progressivamente, così come la loro lingua. Ciò nonostante, per molti secoli il sumerico restò la lingua colta in uso per la religione, la scienza e la legge. L’arte e l’architettura dei Sumeri ebbero una grandissima influenza sulla cultura dell’antico Medio Oriente. La scultura in argilla, legno e metallo aveva raggiunto livelli molto elevati. Tra i reperti dell’arte sumerica, degni di nota sono un vaso in alabastro, ritrovato ad Erech e risalente al 3500 a.C. circa, e una splendida arpa in legno ritrovata ad Ur (2650 a.C. circa)”. (Cfr. parrocchia.it)

Ognuno opera al suo livello, ma l’impegno di tutti è quello di volere la pace e di ridare dignità a un popolo nella sua terra.

I nostri Militari, fanno parte di questo impegno ad aiutare non solo a stabilire la pace, ma a ricostruire la vita quotidiana di tanta gente, difendendo i valori della loro cultura e della loro fede, perché possano vivere tutti come fratelli, perché tutti hanno il diritto di vivere con dignità, nel rispetto, la loro vita nella loro terra.

“per arrivare a Baghdad il Papa attraverserà anche il Covid fino a raggiungere Erbil, capoluogo della regione autonoma del Kurdistan iracheno, patria dei rifugiati, patria di quanti sono scappati dalle guerre del terrore jihadista. Andrà a Mosul, a Qaraqosh, nella biblica piana di Ninive, per poi mandare il suo messaggio dalla piana di Ur, legata alla memoria di Abramo, padre nella fede per ebrei, cristiani e musulmani. Sono queste le tappe di un viaggio emblematico e profetico nella cerniera del Medio Oriente, da tempo pensato per superare i mali e «le ombre di un mondo chiuso» e dare seguito tangibile all’enciclica Fratelli tutti. Così che dalle ombre di questi tempi difficili possano aprirsi altre prospettive … affinché … possa fiorire la riscoperta di un destino comune che possa stemperare le contrapposizioni per costruire la fiducia, la pace, la stabilità e la ricostruzione. (Cfr. Avvenire)

Non fermiamoci all’apparenza, ai luoghi comuni, ma seguiamo con la preghiera questo importante viaggio Apostolico e seguiamo con rispetto il lavoro delle presenze internazionali e quella dei nostri Militari che sono lì per aiutare a ricostruire, a far rinascere, a ripartire a vivere la loro vita difendendo la pace così ancora fragile.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Kuwait, Contingente Italiano durante la celebrazione della Patrona, La Madonna di Loreto