“non sprechiamo questo tempo”

 

“Non sprechiamo questi giorni difficili, ritroviamo piccoli gesti concreti. Ringrazio chi si spende per gli altri” (Papa Francesco)

In questo tempo abbiamo veramente capito che gli altri ci mancano. Tornare nei “colori” della socializzazione ci fa comprendere le vere amicizie, le vere relazioni, il desiderio di incontrarci di toccarci, di abbracciarci  … In questo tempo abbiamo ovviato con i Social, strumenti che si sono rivelati utili per il lavoro, l’istruzione, l’incontro tra le persone e anche la Chiesa, le celebrazioni, la preghiera, le conferenze. Quindi i social sono una risorsa nella misura in cui desidero usarli per costruire e fare il bene come ogni strumento e opportunità umana, da qui passa sia il bene che il male noi dobbiamo scegliere e usarli secondo i nostri valori e educarci a usarli per il bene.

Un tempo che mi ha visto come sacerdote, a vivere con maggior intensità la mia vita personale e pastorale, la limitazione delle azioni non ha impedito la creatività delle attività, ma soprattutto nel primo lockdown ho vissuto le celebrazioni, come tutti in isolamento e la mancanza di fedeli se da un a parte mi ha reso triste dall’atra mi sono sentito unito a tutti nell’Eucarestia in quella celebrazione solitaria mi sono sentito vicino il mondo, la mia comunità, il paradiso, come dovrebbe essere sempre, ma solitamente distratti dalle cose da fare dimentichiamo l’essenza del Sacramento, che costruisce, unisce, infonde, dona pace, amore speranza, vita.

Pertanto come ci ha ricordato il Papa non sprechiamo questa situazione, non l’abbiamo cercata, non  la vorremmo, ma essendoci allora approfittiamo per costruire, fare tesoro di quello che ci è mancato per ricominciare cin modo nuovo e rinnovato.

Quindi, in attesa di ripartire appieno nella vita e nelle attività, usiamo e approfittiamo di questi strumenti nati dalla creativa fantasia umana per vivere bene, per crescere, per fare il bene, con una foto, un messaggio, una parola, un video, una musica … parliamo di noi, del bene che facciamo, introduciamo dialoghi seri di confronto, domande e risposte possibili su argomenti differenti, senza inibizioni, senza limiti, ma con rispetto e dignità delle singole persone, opinioni, idee politiche, religiose, culturali, sessuali … il rispetto è alla base dell’amare e del vivere in società. Gridare non serve, serva amore e passione e questi strumenti in questo tempo possono essere via al bene.

Non sprechiamo il tempo che ci è dato per migliorare nei rapporti famigliari con chi siamo più ha contato, creiamo le premesse per incontrarci in modo nuovo, con il cuore più disponibile, con lo sguardo più alto.

In questo tempo ho sperimentato la vicinanza della mia comunità con i social oltre che le dirette streaming per le varie celebrazioni e attività della comunità, li ho sentiti vicini, i vari messaggi e avvisi delle dirette, le comunicazioni di avvenimenti personali delle singole famiglie, richieste di preghiere comunicazioni di vario tipo … ci hanno tenuto vicini uniti senza di perdere l’armonia della comunità. Alcune iniziative, un canto a distanza, le conferenze, la Via Crucis on-line … solo alcuni esempi per vivere la Chiesa e la vita di essa in modo, si, di emergenza,  ma senza perdere nulla.

@unavoce

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