Per una vita dignitosa

 

Difficile dare giudizi e non è mia intenzione comunque farlo, ma solo ricordare la fine di un periodo tremendo della nostra storia. Con questa data termina la follia nazista e inizia un periodo di ribellione a tutto e a tutti. Qui oggi voglio solo ricordare questa ricorrenza come inizio di un tempo nuovo della storia e lo voglio fare facendo memoria di un Sacerdote, un Cappellano, uno per tutti: sacerdoti e militari, cittadini giovani e anziani e ogni categorie di persone che in modi diversi hanno contribuito alla liberazione.

“La Festa della Liberazione in Italia si festeggia ogni anno il 25 aprile. In questa giornata dall’anno 1946 si ricorda la liberazione d’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista del paese. La Festa del 25 aprile è conosciuta anche come anniversario della resistenza una festività dedicata anche al valore dei partigiani di ogni fronte che, a partire dal 1943, contribuirono alla liberazione dell’Italia.  In Italia le formazioni partigiane si costituirono infatti nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, per iniziativa di antifascisti e di militari del dissolto regio esercito. Inizialmente composta da poche migliaia di uomini, la Resistenza assunse consistenza grazie alla vasta partecipazione di operai, contadini e dei giovani renitenti alla leva della Repubblica di Salò che portarono nell’esercito partigiano circa 300.000 persone. Le bande partigiane diedero vita alla resistenza armata contro l’occupazione nazista e contro il collaborazionismo fascista ed è per questo che fu nel contempo una guerra di liberazione contro lo straniero e una guerra civile”. (Cfr. studenti

“Oggi è più necessario perché riaffiorano rigurgiti neofascisti, intolleranza verso il diverso, nazionalismi esasperati. Ma soprattutto occorre fare memoria dei valori fondanti della Resistenza e della democrazia”. (Cfr. chiesadimilano)

Il contributo delle Forze armate alla Liberazione: Aeronautica Militare – Dopo il “Settembre 1943, il mese nero per Cefalonia” e “L’Esercito Italiano nella guerra di Liberazione”, “L’opera della Marina Militare dopo l’8 settembre 1943” e il “Contrammiraglio Luigi Mascherpa”, oggi dedichiamo il nostro approfondimento a “Il contributo dell’Aeronautica Militare”. (Cfr. difesa)

Uno per ricordare tutti

“Ciò che lega la vita di questo sacerdote alle celebrazioni odierne è che egli si fece volontariamente compagno della resistenza messa in atto dai tanti soldati che, a partire dall’8 settembre 1943, furono noti con la sigla IMI, internati militari italiani.  Ecco la loro storia e quella di Don Pasa, raccontate con le parole del dott. Angelo Tonizzo e attraverso le fotografie tratte dall’Archivio Ragogna, che oggi rimettiamo in mostra per voi.

Luigi, ragazzo del ’99.Luigi Francesco Pasa nasce ad Agordo, provincia di Belluno, il 17 marzo 1899. Viene arruolato nel Regio Esercito nell’ultimo anno della Prima Guerra mondiale, un ragazzo del ‘99, e viene mandato in zona di combattimento, nell’artiglieria, raggiungendo il grado di caporale. Partecipa all’impresa di Fiume fra le fila dei Legionari di Gabriele D’Annunzio. Forse sconcertato da quanto stava accadendo nel lungo primo dopoguerra, si rivolge alla religione e il 7 luglio 1929, a 30 anni d’età, viene ordinato sacerdote nella congregazione salesiana. Tra il 1923 e il 1929 aveva svolto l’attività di insegnante di scuola professionale, venendo a contatto con l’universo giovanile e capendo l’importanza che riveste per i ragazzi una figura autorevole, carismatica, come quella di Giovanni Bosco, fondatore della congregazione.
Sentendo il richiamo della vita militare o condizionato dal clima esuberante dell’Italia alla conquista del suo Impero, nel 1938 si arruola quale cappellano militare ed è assegnato in Africa. Nel 1941 lo troviamo cappellano militare dell’
aeroporto “Pagliano e Gori” di Aviano da dove mantiene assidui contatti con i confratelli salesiani del Collegio Don Bosco di Pordenone Ed è in questa situazione che lo coglie l’8 settembre 1943”. (Cfr. archiviodistatopordenone)

Fare memoria (altri nomi potete trovare) è indispensable per vivere il presente e progettare il fututo, senza memoria non puà esserci altro. La storia nel bene e nel male ci deve aiutare, ci deve arricchire e offre a noi quella dignità di vita che ci fà liberi. 

@unavoce 

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