Sacerdoti per il Popolo Santo di Dio

 

La Domenica del Buon Pastore è la domenica nella quale la Chiesa celebra la Giornata di preghiera per le vocazioni e il Papa ha ordinato alcuni Sacerdoti per la Diocesi di Roma e nella sua Omelia che a un certo punto ha continuato a braccio a ricordato alcuni elementi. Un’immagine famigliare come un padre che parla ai figli, o i consigli dell’anziano che hanno scaldato il cuore ai neo ordinandi e a noi già navigati nel cammino.

Quattro elementi di vicinanza: a Dio, al Vescovo, tra di noi sacerdoti, al popolo Santo di Dio, con lo stile di Dio che è compassione e misericordia, sapendo portare la croce e sapendola porre nelle mani di Gesù e di Maria, questo allora ci darà la forza e nulla potrà distruggere questo sacerdozio.

La bellezza di essere sacerdoti per il Signore a servizio del popolo santo è un dono e una elezione che non ha uguali. Il momento più alto del mio sacerdozio, più bello per il quale mi commuovo ogni vota è la Celebrazione Eucaristica, un momento solenne che mi rinnova in questo essere. La preghiera è la prima e alla base di ogni azione di ogni presenza di ogni servizio che svolgo. L’umiltà di sapersi limitati e degli errori che si commettono ogni giorno. La semplicità o povertà di una vita che si cerca di vivere con lo stile di Cristo.

“La vicinanza. Le quattro vicinanze del prete, sono quattro. Vicinanza con Dio nella preghiera, nei Sacramenti, nella Messa. Parlare con il Signore, essere vicino al Signore. Lui si è fatto vicino a noi nel suo Figlio. Tutta la storia del suo Figlio. È stato anche vicino a voi, a ognuno di voi, nel percorso della vostra vita fino a questo momento. Anche nei momenti brutti del peccato, era lì. Vicinanza. Siate vicini al santo popolo fedele di Dio. Ma prima di tutto vicini a Dio, con la preghiera. Un sacerdote che non prega lentamente spegne il fuoco dello Spirito dentro. Vicinanza a Dio.

Secondo: vicinanza al Vescovo, e in questo caso al “Vice vescovo”. Stare vicino, perché nel Vescovo voi avrete l’unità. Voi siete, non voglio dire servitori – siete servitori di Dio – ma collaboratori del Vescovo. Vicinanza. Io ricordo una volta, tanto tempo fa, un sacerdote che ebbe la disgrazia – diciamo così – di fare uno “scivolone”… La prima cosa che ho avuto in mente è stata chiamare il Vescovo. Anche nei momenti brutti chiama il Vescovo per essere vicino a lui. Vicinanza a Dio nella preghiera, vicinanza al Vescovo. “Ma questo Vescovo non mi piace…”. Ma è il tuo padre. “Ma questo Vescovo mi tratta male…”. Sii umile, va’ dal Vescovo.

Terzo: vicinanza tra voi. E io vi suggerisco un proposito da fare in questo giorno: mai sparlare di un fratello sacerdote. Se voi avete qualcosa contro un altro, siate uomini, avete i pantaloni: andate lì, e diteglielo in faccia. “Ma questa è una cosa molto brutta… non so come la prenderà…”. Vai dal Vescovo, che ti aiuta. Ma mai, mai sparlare. Non siate chiacchieroni. Non cadete nel pettegolezzo. Unità tra voi: nel Consiglio presbiterale, nelle commissioni, al lavoro. Vicinanza tra voi e al Vescovo.

E quarto: per me, dopo Dio, la vicinanza più importante è al santo popolo fedele di Dio. Nessuno di voi ha studiato per diventare sacerdote. Avete studiato le scienze ecclesiastiche, come la Chiesa dice che si deve fare. Ma voi siete stati eletti, presi dal popolo di Dio. Il Signore diceva a Davide: “Io ti ho tolto da dietro il gregge”. Non dimenticatevi da dove siete venuti: della vostra famiglia, del vostro popolo… Non perdete il fiuto del popolo di Dio. Paolo diceva a Timoteo: “Ricordati tua mamma, tua nonna…”. Sì, da dove sei venuto. E quel popolo di Dio… L’autore della Lettera agli Ebrei dice: “Ricordatevi di coloro che vi hanno introdotti nella fede”. Sacerdoti di popolo, non chierici di Stato!

Le quattro vicinanze del prete: vicinanza con Dio, vicinanza con il Vescovo, vicinanza tra voi, vicinanza con il popolo di Dio. Lo stile di vicinanza che è lo stile di Dio. Ma lo stile di Dio è anche uno stile di compassione e di tenerezza. Non chiudere il cuore ai problemi. E ne vedrete tanti! Quando la gente viene a dirvi i problemi e per essere accompagnata… Perdete tempo ascoltando e consolando. La compassione, che ti porta al perdono, alla misericordia. Per favore: siate misericordiosi, siate perdonatori. Perché Dio perdona tutto, non si stanca di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Vicinanza e compassione. Ma compassione tenera, con quella tenerezza di famiglia, di fratelli, di padre… con quella tenerezza che ti fa sentire che stai nella casa di Dio. Vi auguro questo stile, questo stile che è lo stile di Dio”. (Cfr. Papa Francesco, Omelia Ordinazioni Sacerdotali 25.4.21

Vi ripropongo, qui un passo, per invitarvi a rileggere tutto il testo dell’Omelia, portando in evidenza su questo mio sito, l’omelia del santo Padre, come occasione di riflessione non solo per i sacerdoti, ma per ogni fedele ogni cristiano affinché insieme sorreggendosi gli uni gli altri possiamo tutti imitare e seguire Cristo ognuno con la sua vocazione, ma con lo stile del Signore.

Pregate per i vostri sacerdoti!

@unavoce

 

 

Foto di Copertina: Basilica di san Pietro, Ordinazioni Presbiterali 25.4.21