L’accompagnamento spirituale

Nel giorno in cui la Liturgia ci fa celebarre la memoria di San Filippo Neri, voglio soffermarmi con voi su questo argomento. Lui che nella sua vita è stato compagno di viaggio con uno stile allegro e umile attento senza essere pedante possa illuminare anche il nostro impegno e cammino. Le sue parole ai giovani possano ispiarre lo stile della nostra comunità: “Non vi caricate di troppe devozioni, ma intraprendetene poche, e perseverate in esse. Non tante devozioni, ma tanta devozione”.

“Quando parliamo del Sacerdozio e ne diamo testimonianza, dobbiamo farlo con grande umiltà, consapevoli che Dio ‘ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia’. Contemporaneamente ci rendiamo conto che le parole umane non sono in grado di reggere il peso del mistero che il sacerdozio porta in sé”. Questi sentimenti del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II hanno ispirato questo documento del primo Sinodo che la Chiesa Ordinariato Militare ha celebrato per chiarire e verificare in special modo l’identità dei suoi cappellani militari. Sente ora l’urgenza di dover corrispondere fedelmente a quella vocazione e missione particolare che la Chiesa universale le ha affidato attraverso il servizio insostituibile dei suoi sacerdoti”. (Cfr. Sinodo O.M. Il Cappellano Militare) 

Uno dei compiti del Sacerdote, a qualsiasi ufficio debba attendere, il suo ruolo di guida è fondamentale per la crescita dei singoli e della comunità che serve. Una guida che orienta nelle scelte della vita e nel cammino di esse. Qualche anno fa, uno dei nostri convegni nazionali, fu dedicato proprio a questo tema: “Parola di Dio e accompagnamento spirituale”. Una pubblicazione che raccoglie gli Atti del Convegno Nazionale dei Cappellani Militari” svoltosi ad Assisi dal 19 al 22 ottobre 2009, con importanti contributi. Il libro affronta, il tema, con la specifica prospettiva della pastorale nell’ambito della vita militare. Tre temi di grande importanza: la centralità della Parola di Dio nella vita del presbitero e in particolare del cappellano militare; l’accompagnamento delle famiglie dei militari; la Direzione spirituale del presbitero e dei giovani. Nell’accompagnamento spirituale, bisogna favorire la relazione tra la persona e il Signore, collaborando a rimuovere ciò che la ostacola e parlando, per esempio, di discernimento vocazionale è importante per porsi nella condizione di ascolto dei propri sentimenti ed emozioni e riconoscere la direzione spirituale verso cui si sta andando. Occorre darsi strumenti per riconoscere la chiamata alla gioia dell’amore e scegliere di dargli risposta. È necessario ascoltare con attenzione proprio perché l’essere umano ha la possibilità di interpretare i segnali, dato che lo Spirito di Dio agisce nel cuore di ogni uomo e di ogni donna attraverso sentimenti e desideri che si legano a idee, immagini e progetti.

“Servo di Tutti – per Guidare. Pascete il gregge di Dio chi vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri, secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modello del gregge”12. Il cappellano militare si impegni perciò totalmente nella vita evangelica, mostrando con tutto se stesso di incarnare l’immagine del Buon Pastore che pasce e dà la vita per il suo gregge. Sia sempre disponibile ad accogliere chiunque ricorre a lui per qualsiasi necessità, ricordando però di essere chiamato a sostituire la pastorale dell’accoglienza pura e semplice con quella della ricerca intraprendente, andando anche verso quelli che da lui preferiscono stare lontano. Il cappellano militare superi la tentazione della massa e viva con gioia l’incontro con ogni persona, sempre unica e irripetibile: l’importanza di un incontro si pone in rapporto al mistero di ciascuna persona che lo vive, all’intensità della fede delle persone che si incontrano, ai misteriosi disegni della Provvidenza che conosce tempi e momenti. Come Gesù Buon Pastore che conosce e chiama per nome le sue pecore13, il cappellano si prepari a servire ricercando le esigenze di chi è stato affidato alle sue cure. Individui coloro che ancora non hanno ricevuto i sacramenti dell’Iniziazione cristiana per proporre loro, dopo un’adeguata preparazione, la possibilità di riceverli14.Con profondo rispetto e disponibilità, il cappellano militare sia sempre sollecito anche verso le persone che appartengono ad altre confessioni religiose: a loro favore intervenga presso i Comandi affinché possano osservare le loro pratiche religiose e, per quanto possibile, insieme alle rispettive comunità. Il Servizio di Assistenza Spirituale vuol così essere una doverosa risposta, anche oltre la dimensione propriamente religiosa, alle insopprimibili e crescenti esigenze spirituali di coscienze libere; vuol essere proposta e aiuto per ricercare e realizzare, nell’esperienza religiosa, gli ideali supremi della vita: non ricerca privilegi e concessioni ma è fedele adempimento di quanto, nel rispetto democratico delle libertà personali, è accolto e tutelato dalla vigente normativa in materia. La presenza del cappellano, ponendosi come segno autentico di libertà, di rispetto, di benevolenza e di servizio verso tutti, potenzia la tranquillità e l’armonia dell’ambiente, per cui la stessa convivenza umana raggiunge forme più elevate di decoro e di solidarietà…”. (Cfr. Sinodo O.M. – Il Cappellano Militare) 

Non è forse questo, allora, il compito della Chiesa che educa, guida, dirige, orienta, aiuta a camminare attraverso l’evangelizzazione, lo studio, la liturgia, la direzione spirituale, la carità …

Guidare il proprio gregge è l’impegno affidatoci da Cristo ed è la missione della Chiesa voluta da Cristo. Lasciamo che i nostri Pastori siano guida e punto di riferimento, chiediamo di ascoltarci, di indicarci la strada, impariamo a confrontarci con loro sulla vita e le cose della vita alla luce del Vangelo e lasciamo spazio al Signore nel nostri Cuore e Lui farà grandi cose. Chiediamo ai nostri sacerdoti di parlarci di Dio!

@unavoce

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