San Paolo VI, ai Militari

 

“Mai più la guerra, mai più la guerra! la pace, la pace deve guidare le sorti dei popoli e dell’intera umanità”. (Paolo VI dal Discorso alle Nazioni Unite)

 

Sabato la liturgia ci fa celebrare la memoria di San Paolo Vi, Papa, vorrei riproporvi le parole che lui pronuncio nel 1964 andando i visita all’Ospedale Militare del celio a Roma e nel 1968 istituisce la Giornata Mondiale della Pace.

“Il Santo Padre raccoglie però, e con sollecitudine, il messaggio che Gli viene dalle loro virtù militari: è ammiratore, sotto questo aspetto, del soldato; sa cosa significa l’organizzazione umana di un reparto militare, di un esercito; quale dispendio di energie morali, di concetti superiori essa porti con se. Basta osservare quanto sia grande ed umano il fenomeno comando, cui risponde il fenomeno obbedienza; che cosa significhi la disciplina, quale sia il canone fondamentale della vita militare che è quello di offrire la propria vita per il bene degli altri; il sacrificio. Sono cose grandi, che destano ammirazione e fanno sì che il Papa, tante volte, nella Sua esortazione spirituale citi la virtù militare ad esempio, e dica ai cristiani nuovi che crescono sotto l’alito dello Spirito Santo: vedi di essere soldato! di avere questa energia propria dei militari; di saper impiegare per il bene, per la tua fede, per la carità, per la tua vita anche civile, l’energia e la pienezza di virilità morale che il soldato fa propria e sempre professa”. (Cfr. Vatican.va

“Ci rivolgiamo a tutti gli uomini di buona volontà per esortarli a celebrare “La Giornata della Pace“, in tutto il mondo, il primo giorno dell’anno civile, 1° gennaio 1968. Sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa – all’inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo – che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire: Noi pensiamo che la proposta interpreti le aspirazioni dei Popoli, dei loro Governanti, degli Enti internazionali che attendono a conservare la pace nel mondo, delle Istituzioni religiose tanto interessate alla promozione della Pace, dei Movimenti culturali, politici e sociali che della Pace fanno il loro ideale, della Gioventù – in cui più viva è la perspicacia delle vie nuove della civiltà, doverosamente orientate verso un suo pacifico sviluppo – degli uomini saggi che vedono quanto oggi la Pace sia al tempo stesso necessaria e minacciata. La proposta di dedicare alla Pace il primo giorno dell’anno nuovo non intende perciò qualificarsi come esclusivamente nostra, religiosa cioè cattolica; essa vorrebbe incontrare l’adesione di tutti i veri amici della pace, come fosse iniziativa loro propria, ed esprimersi in libere forme, congeniali all’indole particolare di quanti avvertono quanto bella e quanto importante sia la consonanza d’ogni voce nel mondo per l’esaltazione di questo bene primario, che è la pace, nel vario concerto della moderna umanità. La Chiesa cattolica, con intenzione di servizio e di esempio, vuole semplicemente “lanciare l’idea”, nella speranza ch’essa raccolga non solo il più largo consenso del mondo civile, ma che tale idea trovi dappertutto promotori molteplici, abili e validi a imprimere nella “Giornata della Pace”, da celebrarsi alle calende d’ogni anno nuovo, quel sincero e forte carattere d’umanità cosciente e redenta dai suoi tristi e fatali conflitti bellici, che sappia dare alla storia del mondo un più felice svolgimento ordinato e civile”. (Cfr. Vatican.va)

 

Foto di Copertina: Paolo VI alle Nazioni Unite