Compie cento anni
Come sono belli sui monti / i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, / che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, / insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi / il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia, / rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo, / ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio / davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno / la salvezza del nostro Dio. (Is 52,7-10)
Fare memoria non solo per ricordare, fare memoria non solo per celebrare, ma fare memoria per non perdere quella storia che ci ha fatto liberi, fare memoria per onorare chi ha sacrificato la vita per la nostra Patria e ricordare quei valori che non possono essere dimenticati solo perché qualcuno grida più forte. Vuol dire rileggere un fatto, una persona, uno scritto, trasportarlo nel presente, renderlo attuale, vicino; far sì che, con un linguaggio sonoro aggiornato ai tempi, possa trasmettere nuove emozioni e stimoli, avvicinare a quei fatti ed a quegli scritti.
“Il profeta Isaia, ci invita a gioire, contemplando i passi di coloro che sono messaggeri di pace; è un invito che il profeta ci fa, per riconoscere il dono ricevuto, una vita che si è espressa come annuncio, sentinella, voce, manifestazione della presenza di Dio nella nostra vita, nella nostra città, nella nostra comunità. La memoria si sostiene anzitutto sapendo gustare le cose belle che abbiamo ricevuto, sapendo far rivivere i doni che ci sono stati donati. San Paolo, nella lettera agli Ebrei, ci ha detto “Ricordatevi dei vostri capi, considerate attentamente l’esito del loro tenore di vita, imitatene la fede”. (Cfr.donisidoro)
Dopo la 1ª Guerra Mondiale, le Nazioni che vi avevano partecipato vollero onorare i sacrifici e gli eroismi delle collettività nella salma di un anonimo combattente caduto con le armi in pugno. L’idea di onorare una salma sconosciuta risale in Italia al 1920 e fu propugnata dal Generale Giulio Douhet. Il relativo disegno di legge fu presentato alla camera italiana nel 1921. Approvata la legge, il Ministero della guerra diede incarico ad una commissione che esplorò attentamente tutti i luoghi nei quali si era combattuto, dal Carso agli Altipiani, dalle foci del Piave al Montello; e l’opera fu condotta in modo che fra i resti raccolti ve ne potessero anche essere di reparti di sbarco della Marina. Fu scelta una salma per ognuna delle seguenti zone: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare. Le undici salme, una sola delle quali sarebbe stata tumulata a Roma al Vittoriano, ebbero ricovero, in un primo tempo, a Gorizia, da dove furono poi trasportate nella Basilica di Aquileia il 28 ottobre 1921. Qui si procedette alla scelta della salma destinata a rappresentare il sacrificio di seicentomila italiani … CONTINUA
“Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie
e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria.” (Cfr. difesa)