Con l’amore si guarisce il mondo

 

“La malattia più grande della vita qual è? Il cancro, la tubercolosi, la pandemia? No. La malattia più grande della vita è la mancanza di amore, è non riuscire ad amare. E la guarigione che più conta è la guarigione degli affetti”. (Cfr. Papa Francesco)

 

Domenica scorsa, il Papa all’Angelus ci ha ricordato, riprendendo la pagina del Vangelo dell’emorroissa, che solo l’amore risana la vita. Vorrei così soffermarmi con voi con queste semplici riflessioni che non hanno nessuna pretese, ma solo quella di sensibilizzare, di aiutare, di invitare noi cristiani a metterci sempre di più nelle mani di Dio e aumentare la nostra Fede, per vivere la vita felice come Dio l’ha pensata per l’umanità tutta.

Parlo per me, prima di tutto, come uomo, cristiano e sacerdote forse, anzi sicuramente, molte mancanze ho da imputarmi  sull’amore.

So che il Signore mi vuole bene al di la dei miei limiti e delle mie capacità, ma la domanda che mi faccio: io quanto ho amato? Come ho amato? Cosa ho sacrificato per amore veramente?

In tempi dove tutti, singoli ed istituzioni, parlano di diritti, di amore, di rispetto, di uguaglianza, di libertà, di laicità, forse manca ancora una volta la parola amore. Uno attacca l’altro, uno dice il contrario dell’altro senza accorgersi che tutti, ripeto singoli ed istituzioni vogliamo le stesse cose. Al di la dei poveri interessi personali che cercano, o credibilità, o voti, tutti si vuole la stessa cosa: amare e vivere in pace, ma quanto ancora dobbiamo lavorare, camminare, interrogarci, capire che bisogna allungare le braccia e toccare il mantello di Gesù? Parlo da credente, ma mi rivolgo anche a quelli che non credono, che sostengono, dichiarano, dimostrano che Dio, qualunque nome gli viene dato, qualunque religione, confessione professino, dicono che Dio non esiste perché c’è odio, guerra, malattia, ecc.. e  se Dio ci fosse non lo permetterebbe, che dio potrebbe essere così altrimenti. Ricordo a me e a voi che è una scelta, così come è una scelta decidere o meno di andare dal barbiere, dal medico, dallo psicologo, in un centro di recupero …  ci sono e poi decido io di andare o meno.

Amare è di tutti e per tutti e accogliere l’amore è compito di chi  crede in Dio, in qualunque Dio, che crede nella vita, al di la di religioni o canoni, di regole o codici, amare ed essere amato è naturale.

Solo comprendendo queste verità fondanti l’umanità potremo costruire il Regno di Dio, una nuova società, realizzare e vivere le Religioni, le Fedi. Possiamo discutere, dibattere, vedere e avere prospettive differenti di come si realizza una cosa piuttosto di un’altra, ma l’amore non ha colore, religione, cultura, sesso, provenienza.

Vivere insieme, si, ha delle regole di rispetto, fatto di linguaggi convenzionali, storie, tradizioni, culture e queste influiscono, ovviamente, ma non possono e non devono impedire il rispetto e l’amore. Vale per l’immigrazione, per l’inculturazione, per le religioni, la cultura, la scienza, la fede, vale per tutti gli ambiti della vita umana su questo pianeta, vale per il creato, per il regno animale, il firmamento … e ci vuole apertura, attenzione, capacità di accorgersi, di rispettarsi, ancora una volta di volersi bene. Le differenze non ci impoveriscono, non rubano, non diminuiscono ne situazioni ne valori, semmai le arricchiscono.

In nessun Vangelo, mi pare, Gesù, gli autori sacri ci riportano, parla di chiusure o limitazioni nei confronti di alcuno. Il punto fermo è accogliere e amare e solo dopo potrai permetterti di chiedere di seguire, di cambiare eventualmente, o di rimanere come sei. I Centurioni amano il Signore credono in Lui, ma non si licenziano da loro servizio, ma cambiano il cuore. La Maddalena non fa più la prostituta, ma ama, in un altro modo, ma ama e si fa ultima per stare accanto a chi emarginato, Zaccheo dona, ma compie il suo lavoro, con maggiore onestà … e così via. Alcuni seguono lasciando tutti e tutto, altri seguono continuando il loro cammino, seguendo le proprie vocazioni di vita e di lavoro, di fede e di ideologia rinnovando i modi, il pensiero, come avvicinare e stare in mezzo agli altri, come vivere la vita.

Chi grida allo scandalo per valori che poi bisogna ancora vedere dove hanno le fondamenta, forse dovrebbero prima farsi un esame di coscienza. La giustizia e i diritti sono da tutte le parti e tutti devono rispettarli. Quindi diritti e doveri con amore e nel rispetto. Se una persona non la pensa come me, pazienza, questo non è un nemico, ma un fratello. La mia libertà finisce quando calpesto quella dell’altro. I miei diritti finiscono quando non rispetto i diritti dell’altro.

Impariamo a mettere nelle mani del Signore la vita, di fidarci di Lui, di vivere con amore e armonia, attenti e con un sguardo che sa essere accogliente.

Le parole del Pontefice chiudono questi miei pensieri e ci invitano a cambiare atteggiamento  a non giudicare, ma ad amare. Diceva Madre Teresa di Calcutta santa Teresa, “Se giudichi le persone, non hai il tempo di amarle”.

“Pensiamo che a renderci felici siano il successo e i soldi, ma l’amore non si compra, è gratuito. Ci rifugiamo nel virtuale, ma l’amore è concreto. Non ci accettiamo così come siamo e ci nascondiamo dietro i trucchi dell’esteriorità, ma l’amore non è apparenza. Cerchiamo soluzioni da maghi, da santoni, per poi trovarci senza soldi e senza pace, come quella donna”. (Cfr. Vaticannews)

“È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante”. (Cfr.Il Piccolo Principe, di Antoine De Saint-Exupery)

@unavoce

Foto di Copertina: Disegni da “Il Piccolo Principe”