90° Anniversario Costituzione del 15° Stormo
In questo giorno in cui celebriamo il 90° Anniversario della Costituzione del 15° Stormo, le parole a commento della celebrazione possono aiutare il nostro ricordo e la nostra preghiera.
Novant’anni sono passati da quel 1 giugno del ’31, anni relativamente lontani, ma la storia ce li rende presenti e ricchi, portando alla memoria un cammino che ha visto lo Stormo volare per tutta l’Italia e non solo (permettetemi qualche richiamo con la speranza di aver fatto bene i compiti e nel caso mi correggerete) e cambiare sedi, ruoli e missioni, da Ciampino, a Guidonia Moncelio, dove prese i primi passi come stormo Bombardamento, per passare con missioni e operazioni impegnative e rischiose dalla Libia, ad El Alamain, alla Spagna, per poi arrivare a Vicenza, Oristano e Ferrara, dove venne sciolto nel ’43 per essere ricostituito poi nel ‘65 a Ciampino come Stormo SAR dove da subito operò nel contesto di missioni delicate (cito questa per un legame alla Chiesa) – i velivoli del reparto furono impegnati per la scorta al velivolo sul quale viaggiava Sua Santità Paolo VI nel suo viaggio a New York per il famoso discorso alle Nazioni Unite – composto dall’84° Gruppo Velivoli e dall’85° Gruppo Elicotteri con due sezioni miste dislocate a Linate e Grottaglie per essere poi il distaccamento trasferito a Brindisi dove prese il nome di 84° Centro SAR. Altri movimenti, scioglimenti e ricostituzioni, penso alla creazione della 615a squadriglia Collegamenti, sciogliendo così il distaccamento di Linate per trasferirsi poi a Trapani dove prenderà il nome di 82° Centro SAR, infine la creazione del Nucleo Addestramento Equipaggi che prese il nome di 81° CAE e riprendere, così, il suo cammino passando dalla Somalia, all’Albania, dalla Bosnia, al Kosovo e all’Iraq e trasferire poi il comando a Pratica di Mare e infine arrivare qui a Cervia nel 2010.
Una storia ricca di operazioni, interventi e missioni nazionali e internazionali, per calamità e soccorsi di vario genere, non ultima quella dell’emergenza sanitaria, pagine piene di eventi e nomi importanti, di sacrifici e impegno costante di molti, riconosciuto con onorificenze e decorazioni e di tanti altri solo nel cuore di chi le ha vissute, ma tutti questi uomini hanno scritto la vita della nostra Patria e la storia dello Stormo.
La nostra Bandiera di Guerra, consegnata nel ‘37 al Col. Stefano Cagna, a cui poi fu intitolato, nel 1971 il 15° Stormo, porta i segni di questo servizio e impegno con medaglie d’oro al valore aeronautico e d’argento al valore militare, civile e aeronautico, cinque riconoscimenti che dicono passione, impegno, professionalità.
La sua Missione, Addestrare, predisporre ed approntare Forze di elevata qualità e spiccate abilità, innovando continuamente e integrando a livello interforze e multinazionale la migliore capacità operativa esprimibile. Proiettare ed impiegare in modo agile, adattivo ed efficace il Potere Aerospaziale in operazioni per realizzare la Mission dell’A.M. nel servire il Paese, sono rimasti il filo rosso che ha condotto e conduce la storia e il servizio dello Stormo. Uno stormo che conta cinque centri da nord a sud dell’Italia con, sette unità, tra gruppi volo, efficienza Aeromobile, centri e squadriglie, distribuiti sul territorio nazionale.
Una forza di eccellenza, Squadra coesa di Comandi e Reparti strettamente connessi con l’intera Forza Armata, che valorizza le persone e l’azione di comando a tutti i livelli e per professionalità, creatività e passione, diviene sempre più rilevante e utile per la collettività. Questo lo specifico di una storia passata che è storia ancora oggi quotidiana di servizio e per la quale oggi siamo qui a celebrarne l’anniversario ricordando tutti e ognuno che hanno operato e operano tra queste file.
La data che avete scelto per celebrare in forma solenne questo anniversario cade nella festa solenne dei santi Apostoli Pietro e Paolo, non solo festa di Roma, perché i due Apostoli trovarono il martiro insieme in quella città, diventando poi i Patroni della stessa, ma sono il segno della continuità della Chiesa voluta da Cristo e che continua nel tempo al di là degli uomini e della storia.
Come ogni istituzione e pensando al nostro glorioso Stormo e alla festa che la cristianità ci fa celebrare, le parole dell’Evangelista Giovanni, appena proclamate, se pur rivolte a Pietro e ai suoi successori, chiamati a condurre la nave della Chiesa, le ho volute leggere per voi “mi ami più di costoro?”.
Non sono forse anche la vostra vocazione militare? Non è forse il vostro impegno la vostra missione? Servire la Patria, soccorrere i suoi cittadini e i nostri colleghi?
Per fare questo bisogna avere passione e non solo, ovviamente, alta professionalità, ma passione autentica: mi amai? Si!, amo la vita, amo il mio servizio e non solo penso ai piloti e al personale di bordo, agli aereo soccorritori, ma a tutto il personale che collabora, dal Comandante all’ultimo aviere, ognuno con il suo specifico, perché tutto e tutti portino ad ottenere gli obiettivi che gli vengono assegnati. Non c’è un servizio più importante dell’altro, ma c’è un lavoro di squadra: mi ami, pasci, mi ami, cura, mi ami, guida … così, ognuno al suo livello, con la sua preparazione ed esperienza, svolge, crea, costruisce, protegge, difende, cerca e soccorre.
Sant’Agostino commentando questa pagina di Vangelo dice dei due apostoli: “Questi martiri hanno visto ciò che hanno predicato”. (Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo (Disc. 295, 1-2. 4. 7-8; PL 38, 1348-1352)
Voi, cari amici, vedete ciò che fate, voi raccogliete, ogni giorno, il vostro impegno e le vostre fatiche. Ogni giorno, supportati anche dalle vostre famiglie, anche quelle che per differenti motivi si sono sciolte, raccogliete il plauso e il grazie della nostra Nazione e di ogni cittadino e questo ci porta con la mente e il cuore a tutte quelle persone che dal 1931 ad oggi hanno lavorato, si sono sacrificate, sono cadute per assolvere a questo servizio in Italia e all’estro, durante la guerra e in tempo di pace, nel soccorso e nell’esercitazione, tutti sono a far festa con noi oggi.
Celebrare una ricorrenza non è tanto per mettere un punto, ma perché crediamo, perché ci si vuole bene, perché è segno del tempo che passa con serietà, nonostante difficolta e controversie, aperture e chiusure, spostamenti e ricostituzioni, è la vita! e solo affrontandola con coraggio, impegno, senso di responsabilità, si portano frutti e si può, allora, celebrare una ricorrenza.
Uniti, con un solo obiettivo, sentendosi una unica famiglia, creando quello spirito di corpo, che solo chi con passione fatica e sofferenza, impegno e lavoro, riesce a comprendere cosa significhi, possa portare nuovi e ricchi frutti allo Stormo e a ogni suo componente.
Talvolta la passione per qualcosa ci mette anche in difficoltà, con scontri di opinioni e visioni, ma alla fine, un unico sguardo prende il sopravvento: essere gli uni per gli altri, servire la pace e difenderla, dentro e fuori i confini nazionali.
Abbiamo giurato, obbedendo, di servire le libere istituzioni, la Pace e la dignità della Patria e dei suoi cittadini, portando le nostre caratteristiche umane e professionali, ma con intelligenza. Ogni giorno, dobbiamo guardare alla Bandiera, al nostro Stormo, ai volti che lo compongono e lì ritrovare quella grinta che ci ha portati avanti e ci fa essere, ancora oggi, segno profondo di unità e servizio.
Ora, qui ci sono cristiani praticanti e altri no, alcuni di altre confessioni, atei e agnostici, ma poco conta, partecipiamo tutti per rendere onore, ricordare e chiedere protezione, rispettandoci nelle nostre scelte personali, ma salvando valori che ci uniscono al di là di ogni credo.
Dopo la risurrezione, Gesù si manifesta ancora ai suoi e lo fa in diversi modi, uno per eccellenza è quello della tavola, dove differenze e tensioni, solitamente, cadono e rivolge tre domande a Pietro: mi ami, mi ami, mi vuoi bene? E tre inviti alle relative rispose: Pasci, Pascola, per concludersi con un «Seguimi».
La parola pascere dal latino significa nutrire e pascolare, sempre dalla stessa radice, significa terra ricca di frutti, dove poter nutrire, capite che allora l’intento di Gesù, nel consegnare a Pietro, l’impegno di tenere uniti gli apostoli e le comunità cristiane che si venivano a creare, ha solo un seguimi come conclusione, ed è la vocazione autentica a mettere in pratica quello che avevano ascoltato, visto, vissuto e condiviso.
Talvolta non vediamo che al di là del nostro naso e rischiamo che invide e gelosie facciano perdere di vista l’obiettivo: il bene comune. Forse è la storia di ogni uomo e donna con le stellette a cui viene chiesto, però, di nutrite, di portare pace e bene là dove vive, e per farlo bisogna seguire, credere e avere passione, superando limiti e limitazioni, in una parola: amare.
Possa allora questo anniversario darci nuova linfa per proseguire il cammino, per riprendere fiato e ripartire a correre per svolgere le missioni e gli impegni che ci verranno affidati.
Possiamo farlo solo gareggiando nello stimarci, nel volerci bene, nel fare gioco di squadra. Nessuno è primo e nessuno è ultimo, ma tutti uguali con compiti differenti.
Ricordiamoci che indossiamo la divisa, che portiamo delle stellette, primo ornamento, che sono il segno distintivo del militare in attività di servizio, di qualsiasi grado, arma e corpo. Un retaggio, si, della fine dell’800 che, però, ancora oggi qualifica la dignità e il servizio allo Stato con tutti i suoi obblighi, che abbiamo giurato – davanti alla Bandiera, simbolo della Patria, nata proprio in queste terre alla fine del ‘700, che racchiude amore e fedeltà alla nostra terra e ai suoi cittadini, – di servire nelle libere istituzioni, come militari.
Affidiamo alla nostra Vergine Lauretana, dedicando a lei il tipico grido del 15° stormo “Mammajut”, diverse attribuzioni ci sono sull’origine, ma qui voglio ricordare l’assegnazione che gli equipaggi della Regia Aeronautica diedero, al velivolo CANT Z 501 “Gabbiano” impiegato dalle Squadriglie della Ricognizione Marittima anche nel ruolo di Soccorso Aereo.
Si!, alla Mamma del cielo, alle nostre mamme che in Lei, Maria, sono presenti, sia quelle lontane che quelle vicine e in modo particolare quelle che le fanno corona in paradiso. Alla Vergine di Loreto, che ancora prima di tutta questa storia è stata scelta dai piloti della prima guerra mondiale come celeste patrona, gli chiediamo, nella preghiera, di ricordarci tutto questo.
La Celeste Madre ci aiuti a non dimenticare e ad andare avanti sempre con coraggio e impegno, dedizione e amore, come ci hanno educato le nostre mamme e Lei che si è fidata di Dio, che ha camminato con Lui, oggi ci protegga come solo le mamme sanno fare, sotto il Suo manto e ci ricordi sempre di proteggere, difendere e soccorre quelli che sono in difficoltà.
Ama e lasciati amare, servi senza farti tante domande e riceverai l’onore e la gloria più grande: il sorriso di chi avrai aiutato.
Ab coelo ad auxilum vitae,
recita il nostro motto,
dal cielo in aiuto alla vita.
E così sia.
Foto di Copertina: foto ricordo nel 50° anniversario della ricostituzione del 15à Stormo