Ti segnalo due articoli
Non abbandonare mai la bellezza di leggere e in questo tempo estivo non lasciarti impigrire, ma fai riposare il corpo e la mente con letture che ti aiutano a conoscere e a pensare. Pertanto, oggi, voglio segnalarvi due articoli apparsi sulla Rivista “La Civiltà Cattolica”, che vi invito ad abbonarvi. Due articoli differenti, ma che ci portano a riflettere sempre sulla nostra vita su come la viviamo e come da cristiani credenti e appartenenti alla Chiesa di Cristo viviamo e testimoniamo l’amore del Signore ognuno secondo la sua vocazione. E’ fondamentale conoscere, leggere, studiare, capire per alimentare la fede, quella fede vissuta e pregata con la liturgia, con la carità con la conoscenza con la fiducia ponendoci sempre nelle mani di Dio per camminare verso quel regno che oggi tutti insieme vogliamo costruire nella pace e nell’armonia, nella fratellanza e nel rispetto gli uni degli altri. Ora vi riporto alcuni stralci di questi due articoli, invitandovi ad andare alla fonte per leggerli integralmente.
MADELEINE DELBRÊL, Per costruire una Chiesa più amabile e amorevole di Diego Fares
Quaderno 4106, pag. 171 – 185 – Anno 2021, Volume III
“.. Madeleine prega, in una notte tra il 1949 e il 1950, nella quale va con le compagne in un caffè e osserva tante persone che «son qui soltanto per non essere altrove»: «Dilataci il cuore, perché vi stiano tutti; incidili in questo cuore, perché vi rimangano scritti per sempre»[33]. Per edificare la Chiesa bisogna includere tutti. La presenza di tutti è il desiderio fondamentale, quotidiano, e a dare la misura e le strutture dell’edificazione sarà l’impegno per rendere reale tale inclusione di tutti, uno a uno. L’«uno a uno» è un universale concreto: è dove trabocca la misericordia di Dio. …
Madeleine è una di quelle grandi donne che riuniscono in sé la fedeltà di Maria Maddalena, l’audacia di Paolo, la generosità del buon samaritano, la fede e l’entusiasmo per Gesù e in Gesù di tanti personaggi del Vangelo. Molte delle sue proposte di vita cristiana in mezzo al mondo, per non dire tutte – soprattutto nei luoghi della periferia geografica ed esistenziale, come era la Ivry marxista di ottant’anni fa –, sono quelle che Francesco oggi attualizza nei suoi gesti e nei suoi scritti ufficiali. Madeleine Delbrêl nacque il 24 ottobre 1904 a Mussidan (nella regione francese della Dordogna). E morì repentinamente, secondo coloro che le erano più vicini, il 13 ottobre 1964, nella sua casa di Rue Raspail 11, a Ivry-sur-Seine, la «città marxista» in cui trent’anni prima aveva scelto di andare a vivere e a servire con le sue compagne di comunità. …
Madeleine Delbrêl è una delle sante della porta accanto di cui il Papa parla sempre: una donna che ha scelto di spendere la vita nei sobborghi poveri, marxisti e atei di Ivry. È la donna che, per sentire la voce di Dio, non va nel deserto sabbioso, ma in mezzo alle folle, per la strada, nella metropolitana, nei quartieri più poveri; ci va con la disposizione a essere sorella di tutti e a servire tutti ascoltando ciascuno, a imparare a sentire la voce di Dio che parla sempre attraverso i più piccoli e più abbandonati. …
Madeleine scopre un Signore che sta dalla parte della vita. Un Dio che non respinge la danza, la poesia, la musica, la letteratura, il teatro, la filosofia ecc. Adesso che vede la vita in questo modo, ogni minuto acquista un’importanza unica. Grazie all’abate Lorenzo, Dio abbagliò Madeleine, e il Vangelo si fece strada nella sua vita non come una luce calata dall’alto nell’oscurità di un bosco, ma come una luce che «scoppia», come un’onda luminosa che si propaga da dentro a fuori. Così Madeleine concepirà la missione del cristiano come quella di dare vita e salute a chi non le ha mai avute o non le ha più. Lei afferma: «Ma se anche i cristiani devono ricevere la Grazia in se stessi, pregare e soffrire affinché la evangelizzazione del mondo sia efficace, affinché i peccatori siano salvati, questo non può dispensarli dall’essere, ciascuno sulla sua frontiera con il non credente con il quale confina = breccia per il Vangelo»[19]…”. (Cfr. La Civiltà Cattolica)
RITORNARE ALL’OLIVO. PER UNA TEOLOGIA MEDITERRANEA di Jean-Pierre Sonnet, Quaderno 4106, pag. 105 – 120 – Anno 2021, Volume III
“Nel suo discorso del 21 giugno 2019 a Napoli, papa Francesco ha incoraggiato l’elaborazione di una teologia mediterranea. Questa teologia, ha precisato, metterà in gioco «nuove narrazioni»: «Vi è bisogno di narrazioni rinnovate e condivise che, a partire dall’ascolto delle radici e del presente, parlino al cuore delle persone, narrazioni in cui sia possibile riconoscersi in maniera costruttiva, pacifica e generatrice di speranza». La narrazione, di cui queste pagine abbozzeranno uno schema, prenderà le mosse da una «composizione del luogo»: dal posto in cui ha parlato, papa Francesco intravedeva, attraverso i fitti rami di grandi alberi, il golfo di Napoli. Alla sua destra c’era una fila di lecci monumentali, la quercia dal fogliame sempreverde, tipica del bacino del Mediterraneo.
Allo stesso modo, le pagine che seguono considereranno il Mediterraneo a partire dai suoi alberi e, in particolare, da uno di questi, quell’olivo che ha un ruolo caratteristico nel paesaggio, nella vita sociale e nel patrimonio religioso del mondo mediterraneo. Si tratterà di arrendersi a un’evidenza: gli alberi rendono migliori le culture e le religioni. Conferiscono loro un surplus di dolcezza. E l’olivo, che viene coltivato su tutte le coste e nell’entroterra di questo bacino, lo fa in modo singolare. Se esso è, come scrisse l’agronomo romano del I secolo Columella, «il primo di tutti gli alberi», è anche il primo”. (Cfr. La Civiltà Cattolica)
Due letture differenti, la figura di una donna santa che ci è di esempio e conoscerla ci aiuterà a camminare sulla strada che il Signore ci ha indicato e il secondo una riflessione singolare che ci porterà a riflettere sulla nostra terra su quello che rappresenta e su come proseguire il cammino con un cuore e con azioni che portano alla pace e alla concordia, come olio che da sapore, lucentezza, nutre e dona bellezza.
Buona Lettura.
@unavoce
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