Liturgia della settimana

Siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo” (Lv 19, 2).

Ogni giorno la Chiesa ha nel suo “Martirologio”, il libro che raccoglie tutti i Santi della Chiesa cattolica, celebra e ricorda figure che hanno vissuto il Vangelo con autenticità e ce li presenta come modelli da seguire. Oggi voglio, pertanto soffermarmi con voi, rimandandovi alle figure che questa settimana la Liturgia ci fa ricordare. Conoscere la loro vita ci aiuta a modellare la nostra sempre di più secondo il cuore di Cristo. La vocazione alla Santità è la vocazione del cristiano. Incamminiamoci a imitare Gesù sempre di più e la vita di questi nostri fratelli possa aiutarci in questo percorso.

“La santità è una chiamata che il Signore rivolge personalmente a “tutti i fedeli di ogni stato e condizione” (Lumen gentium), eppure la Chiesa fin dalle origini ha avvertito l’esigenza di riconoscere le testimonianze esemplari e di accettare “ufficialmente” la loro fedeltà al messaggio evangelico. Che ruolo svolge in proposito la Congregazione delle cause dei santi?

Come ci ha ricordato il Concilio Vaticano II, la santità è certamente la vocazione universale, per tutti e ciascuno. Quanto, poi, al riconoscimento ufficiale della santità di un singolo cristiano, si dirà che si tratta di un’antica tradizione. Fin dai primi tempi, infatti, quando si diffondeva la notizia di qualche martire, o di qualcuno che aveva vissuto il Vangelo in maniera esemplare, li si proponeva come modelli di vita a tutto il popolo e come intercessori presso Dio nelle necessità dei credenti. Per dichiarare la santità di una persona varieranno i procedimenti e le normative canoniche, ma il fulcro fondamentale è questo: la Chiesa ha creduto sempre alla raggiungibilità della santità da parte dei suoi membri e che questi dovevano essere conosciuti e proposti alla venerazione pubblica”. (Cfr. Vaticannews)

Questa settimana abbiamo già parlato di san Cristoforo, ma è costellata da altre figure che qui vi ricordo.

Ss. Gioacchino e Anna, San Cristoforo, Santa Marta, San Pietro Crisologo, Sant’Ignazio di Loyola.

Ora la domanda che alcuni potrebbero farsi è perchè pregare i santi e non direttamente Dio? Ti cito un articolo e ti rimando alla sua lettura integrale che penso possa illuminare il tuo cuore e la tua mente e vivere così in modo pieno la liturgia della settimana e la preghiera che rivolgiamo a Dio attraverso l’intercessione dei santi.

“Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2683, afferma che «i testimoni che ci hanno preceduto nel Regno, specialmente coloro che la Chiesa riconosce come santi, partecipano alla tradizione vivente della preghiera, mediante l’esempio della loro vita, la trasmissione dei loro scritti e la loro preghiera oggi». Proprio per il fatto che contemplano Dio, proprio perché così vicini a Dio «essi non cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra.. La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al Disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli di intercedere per noi e per il mondo intero»; al n.956 il CCC sottolinea, riprendendo Lumen Gentium 49, che i Santi «non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. La nostra debolezza è quindi molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine». Al n. 957 si sottolinea il carattere di questa Comunione fraterna: «Poiché come la cristiana comunione tra coloro che sono in cammino ci porta più vicino a Cristo, così la comunione con i santi ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso popolo di Dio». Lumen Gentium al n. 50, prosegue così: «Da ciò risulta sommamente giusto che amiamo questi amici e coeredi di Gesù Cristo ed anche nostri fratelli e insigni benefattori e che per essi rendiamo le dovute grazie a Dio, che rivolgiamo loro supplici preghiere e ricorriamo alle loro preghiere ed al loro potente aiuto per impetrare grazie da Dio mediante il figlio suo Gesù Cristo, il quale solo è il nostro Redentore e Salvatore. Infatti ogni nostra autentica attestazione di amore fatta ai santi per sua natura tende e termina a Cristo che è la corona di tutti i santi e per Lui a Dio, che è mirabile nei suoi santi ed in essi è glorificato».”. (Cfr. Toscanaoggi)

A loro e per mezzo di loro affidiamo la nostra comunità e la vita di ogni perosna, perchè sul loro esempio possiamo tutti vivere il Vangelo in modo autentico e essere santi perchè il Signore nostro Dio è santo.

@unavoce

Foto di Copertina: “Dialogo onirico” di Marigrazia Strafella