La FOTO, il motivo della scelta:
Militari in azione
Una foto simbolo di una professione che con la mente ci porta all’impegno di questi uomini e donne con la divisa, sempre pronti a servire le persone e difendere la Pace e i diritti di tutti.
FOTO: fonte
Militari, uomini della Fede
“PENSIERI CON LE STELLETTE”
sul Vangelo della Domenica
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Gv 6,24-35
«Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
“Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Dacci le prove! In sintesi è questo il significato della richiesta. Davanti alle prove noi crederemo. Ma la verità è che per credere non bisogna avere bisogno di prove ma di fiducia. E la fiducia consiste nel prendere sul serio qualcosa anche in assenza di prove. Ma la fiducia non è assenza di rischio. Infatti chi si fida potrebbe trovare alla fine una fregatura, o al contrario una fortuna. Ma che cos’è che dice il valore di qualcosa se non la misura del suo rischio? Dire a qualcuno ti amo per tutta la vita, non è forse rischiare sulla fiducia? Mettere al mondo un figlio non è rischiare sulla fiducia? Confidarsi con un amico non è un rischiare la fiducia? Non sempre ci va bene, ma se ci va bene allora tutto ne vale la pena. L’amore lo si misura dalla capacità di rischio di cui siamo capaci. Anche Gesù chiede questo a chi lo ascolta: “Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete»”. Ma per vedere se è davvero così bisogna rischiare di andare davvero da Lui, di fare spazio a quel suo essere pane vivo e acqua che zampilla per la vita eterna. Gesù bisogna rischiarlo nell’esperienza, diversamente se cerchiamo le prove prima, allora rischieremo di rimanere solo con un pugno di mosche. Esattamente come capita a tutte quelle persone che cercano prove prima delle grandi cose della vita, e alla fine si vedono passare la vita davanti agli occhi senza averla mai rischiata per nulla. Non sono le rassicurazioni a cambiare le cose, ma i rischi della fiducia. Tutti coloro che si dicono discepoli di Gesù non dovrebbero essere alla ricerca di prove ma alla ricerca della maniera migliore per fidarsi, per mettersi in gioco secondo ciò che ci chiede il vangelo”. (Cfr. d. Luigi M. Epicoco)
La fede è ancora una volta messa in gioco e il Signore ci chiede solo di avere fiducia, di fidarci di Lui e di a gire sulla sua Parola. La vita militare è fatta di impegno, ordini da eseguire e qualche volta potrebbero non piacerci, ma se nella fiducia di una istituzione, nel bene superiore che viene servito, allora si ottiene il risultato. Quando la vita coincide con gli impegni, quando la vita coincide con la fede allora il Signore opera il miracolo. Come strumenti della Sua grazia, ci fa operatori di pace e di amore. Lasciamoci usare dal Signore. Militare e cristiano è l’insieme di questi elementi, fede in Dio e obbedienza alla vocazione nel rispetto e nel servizio a Dio e agli uomini. Con il giusto adattamento delle parole del filosofo Tedesco, Spengler, possiamo essere fieri della vocazione alla pace, perché “Alla fine è sempre un plotone di soldati a salvare la civiltà”. Quella civiltà che Dio ha pensato, creato e desidera che sia vissuta in armonia e nella pace. Questo il servizio che svolgono gli uomni e le donne in divisa.
Buona Domenica.
01.08.21XVIIITO@unavoce