La FOTO, il motivo della scelta:
Visita dell’Ordinario Militare alla Folgore
Uno scatto che raccoglie l’impegno della nostra Chiesa: educare, affiancare, vivere con loro e accanto a loro perché la loro vita personale e professionale sia vissuta appieno e diventi sempre di più servizio ai valori della pace è della concordia, del rispetto e della convivenza. Servire tutto questo anche per chi vive la propria fede da militare e cristiano.
FOTO da: (Cfr. congedatifolgore)
Militari e Cristiani
“PENSIERI CON LE STELLETTE”
sul Vangelo della Domenica
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Gv 6,41-51
«Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
“La forza di cui abbiamo bisogno per vivere autenticamente la vita cristiana è una forza che viene dall’alto e che prende il nome di virtù teologale. Nello specifico questa forza è tripartitica: la fede, la speranza e la carità. Essendo dono non possiamo ritrovarle nelle nostre forze, ma solo in quella gratuità con cui Dio ci ama. Liberi dall’ansia da prestazione che dobbiamo procurarcele da soli, veniamo ricollocati con gioia davanti a un Dio che muore dalla voglia di farci questo dono. È l’intento di Gesù nel Vangelo di oggi quando dice esplicitamente: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato”. Quando pensi di non aver fede non perdere tempo a colpevolizzarti, domandala al Signore. Quando pensi di non avere speranza non perdere tempo a fingere di essere ottimista, domandala al Signore. Quando pensi di non avere amore, non perdere tempo nel sentirti sbagliato domandalo al Signore. In questo domandare Dio risponde attraverso il Figlio. Gesù è la maniera che Dio ha di donarci questi tre doni. I sacramenti sono il Figlio. Soprattutto nell’Eucarestia noi riceviamo una scorta di fede, di speranza e di carità. Riceverla però non ci assicura che la useremo. Per questo la Grazia provoca la nostra libertà, affinché al dono corrisponda una scelta. Alla fede, alla speranza e alla carità corrispondono la fiducia, l’audacia e il saper morire per chi si ama. Ha ragione quindi Sant’Agostino a ricordarci che “il Dio che ci ha fatti senza di noi, non ci salva senza di noi”. La grazia e la nostra libertà diventano il binomio vero su cui si poggia la storia della salvezza, perché la redenzione non è semplicemente Dio che ci salva, ma noi che ci lasciamo salvare da Lui. Non siamo salvi per forza, siamo salvi per dono e per adesione a questo dono. Uno può anche lanciarti un salvagente ma tocca a te aggrapparti e farne buon uso. Siamo chiamati a non sprecare il dono, o in assenza di esso a saperlo chiedere con umiltà. L’umile è colui che chiede senza fingere autosufficienza”. (cfr. d. Epicoco)
L’impegno personale per la salvezza è fondamentale, il Signore chiede la nostra collaborazione. In questa luce credo che dobbiamo guardare a queste persone che si affiancano ad altre, più in difficoltà nella vita e vengono aiutate, un aiuto che coinvolge la loro vita nella sua essenza, la pace e la difesa di essa, senza le quali non c’è spazio per altri e altri aiuti, questi uomini e donne sono, con la loro professione, il segno evidente l’esempio di quel sostegno e quella collaborazione indispensabile per vivere insieme, per lasciarsi amare dal Signore e con Lui compiere il miracolo della vita. Strumenti nelle mani di Dio per la pace, la fratellanza, la libertà, questo il disegno di Dio e ognuno con lo specifico della sua vocazione collabora. Anche il militare e il militare cristiano con la sua fede, la sua professione è testimone e missionario, senza giudicare o parlar male, ma impegnando la propria vita.
Buona Domenica.
8.8.21XIXTO@unavoce