“Sono in te tutte le mie sorgenti” (Sal 87,7)
Budapest ospiterà, dal 5 al 12 settembre 2021, il 52.mo Congresso Eucaristico Internazionale. “I Congressi Eucaristici, da più di un secolo, ricordano che al centro della vita della Chiesa c’è l’Eucaristia. Il tema del prossimo Congresso sarà «Sono in te tutte le mie sorgenti» (Sal 87,7). Preghiamo che «l’evento eucaristico di Budapest possa favorire nelle comunità cristiane processi di rinnovamento”. (cfr. Papa Francesco)
L’Eucarestia è il cuore è il centro è il “tutto” della vita cristiana e in questi giorni mentre si svolge il Congresso Eucaristico Internazionale e la vista del Papa in Ungheria, sede del 52° Congresso, voglio richiamare alla vostra attenzione la centralità dell’Eucarestia per la nostra vita.
Anche la nostra Chiesa particolare Ordinariato Militare che vive e serve tra gli uomini e le donne i in divisa, ha da sempre al suo centro la vita liturgica e l’Eucarestia in particolare.
Il Servizio di Assistenza Spirituale è rivolto a tutti indistintamente anche a quelli di altre religioni e confessioni ad agnostici e atei, una presenza di rispetto e condivisione di un cammino alla luce dei valori fondamentali della vita, ma per i cattolici l’Eucarestia è il fulcro, il motore, che manda avanti ogni attività, che dà senso alla nostra Fede, che rende efficace la nostra testimonianza.
In ogni Base, Caserma, Aeroporto, Porto o Nave c’è un luogo per il culto e la celebrazione della S. Messa rimane il momento di comunione più forte e indispensabile. Si legge nel Documento del Sinodo della Chiesa Ordinariato Militare, al Capitolo sulla Liturgia: “Celebrazione Eucaristica e Partecipazione – Alla Celebrazione Eucaristica ciascuno deve partecipare con il ruolo che a lui compete. È necessario perciò che abitualmente venga proposta una catechesi sull’Eucaristia affinché i fedeli vengano preparati ad ogni celebrazione, senza che nulla sia scontato né abitudinario o logoro; affinché come con il Sacrificio della Croce si rinnova l’atto redentivo di Cristo in tutta la sua efficace novità, così chi si associa ad esso lo faccia con tutto lo stupore e l’adorazione di chi vive una novità assoluta e sublime. Si curi una partecipazione per quanto possibile attiva da parte dell’assemblea evitando, attraverso la collaborazione di un discreto commentatore e di un animatore di canti, che la celebrazione si svolga come un monologo del celebrante. La struttura della celebrazione liturgica sia chiara e lineare il suo svolgimento. In particolare, per la Celebrazione Eucaristica è necessario che i fedeli non assistano come estranei e muti spettatori a questo grande mistero della fede ma, mediante una comprensione piena dei gesti e delle parole, partecipino consapevolmente, pienamente e attivamente.Sia sempre reso evidente il senso di ogni gesto liturgico: lo stare in piedi, seduto o inginocchiato, portare le offerte, scambiarsi il segno della pace, recarsi a ricevere la comunione, inchinarsi per la benedizione finale o, nel caso di solenne partecipazione di reparti in armi, assumere la posizione di attenti o riposo. Anche i gesti di chi presiede siano significativi, perché anche dalla dignità e devozione intima con cui li compie, dipendono i frutti della partecipazione dell’intera assemblea”. (cfr. Sinodo O.M.- La Liturgia)
Indicazioni che conosciamo bene sia noi preti che i nostri fedeli, ma che oggi risuonano con maggior forza per recuperare quell’appartenenza a un rito, a un gesto che Cristo stesso ci ha lasciato per fare memoria di Lui tra di noi.
Ora, per entrare in sintonia con l’evento, vorrei rimandarvi alla lunga storia dei Congressi Eucaristici Internazionali, credo vale la pensa conoscere.
Una fede, una devozione e una partecipazione che va ripresa dai fedeli e per i sacerdoti vissuta in modo nuovo, pieno, autentico. Un linguaggio evangelico che parla con riti e liturgie, con gesti e segni prima ancora delle parole come ha fatto il Signore per annunciare il Regno di Dio per insegnare ad amare Dio, per imparare ad essere nel mondo strumenti di Carità e vita nuova, luce e speranza.
Tutto questo è raccolto in quel gesto, un’offerta di vita per amore, un dono continuo per passione dell’uomo, per volere salvare l’umanità talvolta da se stessa. Vi rimandfo a un articolo di qualche anno fa apparso sulla Rivista dei gesuiti, “La Civiltà Cattolica”, uno spunto ideale per vivere la S. Messa come rito e come vita.
“Se l’Eucaristia è un mistero di kenosis, cioè di umiltà e di nascondimento, vivere l’Eucaristia significa vivere nell’umiltà, nel silenzio e nel nascondimento; se è un mistero di presenza santificatrice, comporta la presenza del cristiano alla celebrazione e all’adorazione eucaristica; se è un mistero di offerta sacrificale al Padre per la salvezza degli uomini, significa fare della propria vita un dono e un’offerta sacrificale a Dio e agli uomini; se è un mistero di unità, significa essere operatore di unità e di pace; se è un mistero di fraternità e di carità, vivere l’Eucaristia significa attuare la carità vicendevole; infine, se è un mistero escatologico, implica un atteggiamento di attesa del Regno di Dio che l’Eucaristia anticipa. Ecco le linee essenziali di una spiritualità eucaristica autentica”. (cfr. La Civiltà Cattolica – Quaderno 3666, pag. 570 – Anno 2003 – Volume I, 15 Marzo 2003)
Il tema di queste giornate è: “Sono in te tutte le mie sorgenti” (Sal 87,7), che le parole del Salmista aiutino la nostra partecipazione e prima ancora il desiderio di partecipare. Andate nella vostra Chiesa trovate il tempo per la S. Messa, fate la comunione e fermatevi ad adorare il Signore, li troverete le risposte e la forza per il cammino che il Signore ha preparato per ognuno di noi.
@unavoce
Foto di Copertina: Celebrazione Eucaristica Area Esterna la Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo (dall’Archivio parrocchiale)