Riscoprire Dante Alighieri

 

«Quando Dante comincia a scrivere la Commedia il vocabolario fondamentale è già costituito al 60%. La Commedia lo fa proprio, lo integra e col suo sigillo lo trasmette nei secoli fino a noi. Alla fine del Trecento il vocabolario fondamentale italiano è configurato e completo al 90%». (De Mauro, 1999) 

 

Dante Alighieri morì a Ravenna nella notte fra il 13 e il 14 settembre 1321. Siamo nella terra dove morì e ricorrendo il 700° anniversario, una parola vorrei spenderla, ricordandolo e celebrando “il sommo poeta”, della nostra lingua, senza nessuna pretesa, ne competenza professionale, ma solo da Italiano, da lettore, da appassionato, da educatore, perché ci aiuti a non perdere la ricchezza e la bellezza di ciò che possediamo. 

Premetto che nell’attuale società cosmopolita conoscere le lingue e usarle anche fuori dal loro territorio rende tutto molto bello, utile e intrigante, alcune parole valgono solo nella loro forma originale e molte sono ormai di uso comune nel mondo e anche da noi. Espressioni francesi e inglesi o tedesche, parole orientali, arabe … così come molte espressioni dialettali sono intraducibili anche nella nostra terra, così lo è per alcune espressioni che ormai sono comuni a livello mondiale, ma credo che non dobbiamo perdere, però, la bellezza e la ricchezza della nostra lingua, cercando il più possibile di coniugare e usare i verbi in modo corretto.

Molti, troppi, anche persone di grande visibilità, di ogni categoria ed estrazione e genere di professione, usa male la lingua italiana e i giovani, soprattutto loro, ormai schiavi di acronimi e termini stranieri, soprattutto sui social, rischiano di perdere la bellezza della nostra lingua.

Oltre lo studio, necessario della grammatica, della logica e dei vocaboli, lo strumento che più può aiutarci è la lettura, leggere libri scritti bene che ampliano, non solo la nostra conoscenza,  ma anche il nostro vocabolario, potendo usare espressioni che rischiano, altrimenti, di diventare disuete nel parlato contemporaneo.

Lasciamoci ammaliare da Dante dalla bellezza della sua poesia, ricerchiamo l’unicità nello scrive, nel modo di dire e nel modo di esprimere i concetti, lasciamoci ammagliare dalla poesia e recuperiamo la grandezza della nostra lingua delle sue origini, del significato delle parole.

Sono proprio questi elementi, piccoli, quotidiani, a cui non facciamo caso che fanno la differenza, che rendo unici i nostri giorni, che fanno del quotidiano un momento straordinario.

La bellezza delle piccole cose, come una frase ben costruita, l’uso di parole pensate bene, appropriate, espresse in modo corretto fanno la differenza e non solo per una persona adulta o di qualche professione particolare, da queste persone ce l’aspetteremmo, anche se talvolta rimaniamo delusi, ma da ogni persona, anche da un giovane.

Quanto sarebbe bello sentire una frase ben costruita, con i verbi al loro posto, in un discorso impegnato o meno di un giovane o anche di un adulto, avremmo meno tempo di pensare alle banalità forse.

Gentilezza, eleganza, bellezza, proprietà di linguaggio, tono della voca, sono ormai cose superate? Il mondo che ci provoca su tanti argomenti e urgono mille interventi ai quali non possiamo non riflettere e operare come la pace, la sicurezza, il clima, l’immigrazione, l’accoglienza … ci impediscono di essere veri, autentici, galanti, capaci di dare un velo di signorilità alla vita che rischia di essere così brutale, altrimenti? Non servono titoli, o soldi, ma solo amor proprio e volontà, rispetto e passione, amore e carità, poi ovviamente tutto il resto serve ma ognuno sceglie quello che desidera, o vive quello che piò per le occasioni che la provvidenza gli offre.

Cristo, nei Vangeli, che gli Apostoli ci hanno riportato scorgiamo un linguaggio e un atteggiamento curato, attento, incalzante, educato, anche se forte talvolta, allora lasciamoci guidare da uno stile di vita che fa di ogni giorno il giorno unico e irripetibile e la vita acquista un orizzonte differente, perché gli occhi ascoltano con il cuore.

Non perdiamo, allora, la bellezza delle parole, usiamole con amore, con giustizia, senza offendere o denigrare, usiamole nella verità, nella carità, senza venir meno a conoscere le origini della lingua Italiana, sono le basi per una Patria migliore, per un cuore gentile, per una società più bella e attenta.

@unavoce

 

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