La FOTO, il motivo della scelta:
Afghanistan: militari italiani addestrano donne della polizia locale
Questo scatto, scelto per evidenziare quella parola di vangelo che abbiamo ascoltato oggi, dove condividere se stessi, essere attenti non come gli scribi, ma come e soprattutto la vedova, possa essere incarnato nella quotidianità di una vocazione come quella del militare che è chiamato a servire, difendere ed educare alla pace.
FOTO: (cfr.news.forze.armate)
Militari: Condividere se stessi
“PENSIERI CON LE STELLETTE”
sul Vangelo della Domenica
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Mc 12,38-44
«In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»
“Ciò che sembra insopportabile per Gesù riguardo agli scribi è il loro essere completamente ostaggio delle logiche dell’apparenza: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere”.Apparire, farsi vedere, ostentare è esattamente il contrario dell’amore. L’amore non è apparenza ma condivisione della nostra stessa sostanza. Amare non è liberarsi di qualche vestito usato, di qualche yogurt in scadenza, o di qualche paio di scarpe troppo strette. Molto spesso la nostra carità è solo una forma di riciclo del nostro superfluo. Il sinonimo di superfluo è spazzatura, e siccome non sappiamo cosa farcene di troppa roba allora benevolmente la diamo ai poveri travestendo quel gesto di carità. È anche vero che certe volte siamo così egoisti che non riusciamo nemmeno a disfarci del troppo e del superfluo ed è già una grande conquista quando arriviamo almeno a maturare questo. Ma siamo ancora troppo lontani da cosa sia l’amore e da cosa sia la carità. L’amore vero è condividere se stessi, il nostro stesso essere, cioè il nostro essenziale. La carità vera è dare dal proprio piatto, è donare una giacca senza poterne comprare un’altra, è fare a meno di un pezzo di pane preferendo il digiuno. Ecco perché Gesù loda la vedova del Vangelo di oggi: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”. L’amore non è quantificabile, cioè non riguarda la quantità ma la qualità. E la qualità è data dalla capacità del cuore di togliere qualcosa da sé per darla ad un altro. L’anti-amore è prendere e accumulare, l’amore invece è dare fino a dare se stessi. La fiducia di questa donna è l’immagine più significativa della conversione di un discepolo di Cristo”. (cfr. d.L.M. Epicoco)
Condividere se stessi è lo stile del militare che servendo la pace serve l’uomo e la società con la propria professionalità, umanità sino a donare la vita, se necessario. Non è forse questa la carità principale che apre alle altre attenzioni? Credo che la Parola del Vangelo, nella fede di questi uomini e donne con le stellette, diventano lo stile del loro servire, del loro essere, del loro condividere quella carità che è alla base della vita cristiana. Condivisione non solo di mezzi, materiali e iniziative, attività che viene svolta regolarmente, ma condivisione della propria professionalità per offrire capacità per gestire la vita in modo autonomo nella pace e nella sicurezza.
Buona Domenica.
7.11.21XXXIITO@unavoce