Etimologia dei nomi legati ai ruoli
È stato Jorge Luis Borges – piace sempre ricordarlo – a elencare “chi trova con piacere un’etimologia” tra coloro che, senza saperlo, “stanno salvando il mondo”. Se è vero che ogni parola ha una sua storia fatta di storie intrecciate, quello che vi viene chiesto, adesso, è di contribuire a raccontarle bene: scegliendo le affermazioni vere tra le altre. Senza fidarsi dei falsi amici che spiegano; e con il giusto rispetto – se possibile – per il lungo viaggio migrante che le parole hanno affrontato, nello spazio e nel tempo, da una lingua all’altra, da un popolo all’altro. Spesso rifiutate, in partenza. Fino a diventare però – fortunatamente – ‘ricchezza e premio della lingua d’arrivo. (cfr. Treccani)
Nel mondo militare, realtà gerarchizzata in modo piramidale i gradi e i nomi rispettivi creano la struttura delle Forze Armate. Qui un elenco, senza mancare di rispetto a studiosi di etimologia e di storia, non esauriente né con note a carattere scientifico, ma solo con l’intento di offrire una raccolta dei principali gradi e nomi rispettivi con il loro significato. Permettetemi, nel riportarvi qualche informazione, a cui vi rimando per completezza, di interpretare il nome del grado corrispondente in una chiave spirituale e di servizio, come poi in fondo è l’origine di tutti questi nomi e ruoli a cui la storia gli ha attributo compiti, servizi e incarichi per guidare, servire, difendere la comunità. Alcuni di loro, nella lunga storia, sono eroi e persone che hanno saputo incarnare il loro incarico con etica, morale e fede. Oggi, nel riportarli alla mente, per dire a noi e a chi riveste questi gradi, quali le responsabilità da non dimenticare mai perché a servizio della collettività.
Caporale: Il termine deriva dal latino medioevale capora, col significato di capo o, secondo altre fonti, dal latino corpus, col significato di incorporato, arruolato. (cfr. Wikipedia)
CAPO: Chi è capo sia il primo nell’esempio. “Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo. Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo” (cfr. 1Corinzi 11, 1-3)
Avière: Del tema di aviatore, col suffisso –ière di artigliere. Militare dell’aeronautica col grado corrispondente a quello di soldato semplice nell’esercito e marinaio nella marina. (cfr. Treccani)
ARTIGLIERE del CIELO: Possa sorvegliare come sentinelle il cielo per ricordare di vivere bene in terra. “Sentinella, quanto resta della notte?». La sentinella risponde: «Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!».”. (cfr. Isaia 21, 11b-12)
Marinàio (o marinaro): deriva da marina. Chi fa la vita del mare, e quindi chi è imbarcato su qualunque bastimento, più precisamente, chi è capace di dirigere la navigazione di un galleggiante o di coadiuvare efficacemente chi la dirige. (cfr. Treccani)
VITA DA MARE: Il mare ci riserva sempre nuove speranze ad ogni orizzonte, offrendoci sicurezza per chi si fida nella conoscenza di esso. “Sgridò il vento e disse al mare: Taci, calmati! Furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: Chi è costui al quale anche il vento e il mare obbediscono?” (Mc 4,39. 41).
Soldato: In origine, chi era assoldato, chi cioè faceva per mercede il mestiere delle armi, nelle milizie mercenarie, poi divenuto sinonimo di militare, senza alcuna allusione ad attività mercenaria né connotazione spregiativa. (cfr.Treccani)
ASSOLDATO: L’operaio ha diritto alla sua ricompensa. “In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa”. (cfr. Lc 10, 5 -7)
Sergente: L’etimologia è incerta. Secondo alcune fonti deriva dal termine sergent, coniato nella lingua francese e di origine latina, dal participio presente del verbo servire, serviente, ovvero colui che serve. Secondo altre fonti il termine deriva dalla contrazione di signore e gente, oppure in serra gente, incarico degli uomini d’ala degli schieramenti di fanteria che dovevano impedire la dispersione delle file sotto l’urto diretto del nemico o del fuoco avversario. (cfr. Wikipedia)
RACCOGLI GENTE: Raccogliere e guidare perché nessuno si perda. “Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio». (Mt. 13, 28 – 30)
Maresciallo: Il titolo nacque come grado militare onorario, maréchal, nella Francia dell’XI secolo, forse per derivazione dalla figura del maniscalco, di cui comunque ha in comune l’etimologia dall’alto tedesco antico francone: mahrskalk, ovvero servo (skalk) addetto ai cavalli (mahr). Il maréchal era un dignitario della corte medievale incaricato di sovrintendere alle scuderie del re. (cfr. Wikipedia)
SERVIRE: Se vuoi essere il primo sii servitore di tutti. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve”. (cfr. Lc 22, 26 – 27)
Tenente: Il termine deriva dal francese lieutenant, luogotenente, ovvero colui che tiene il posto (luogo) di un altro. (cfr. Wikipedia)
Tenente o Capitano di Vascello: Il nome deriva dalla tipologia maggiore di nave da guerra a partire dal XVII secolo: il vascello. (cfr. Wikipedia)
TENERE POSTO: Preparare un posto per tutti. «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».”. (cfr. Gv 14, 5/b – 7)
Capitano: Da latino capitanus, variante del lat. tardo capitaneus, der. di caput –pĭtis «capo, testa».
Capitano di corvetta: Il nome deriva dalla più piccola nave da guerra del XVII secolo: la corvetta. (cfr. Treccani)
Maggiore: Deriva dalla contrazione di “capitano maggiore”. (cfr. Wikipedia)
CAPO TESTA: Chi è a capo è in testa al gruppo, sia di esempio e guida, sia maggiore nell’esempio. “Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:
«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». (cfr. Mc. 9, 35- 37)
Colonnello: Dal latino columnella, piccola colonna di soldati. (cfr. Wikipedia)
COLONNA: Colonna e fondamento dei valori della vita. “guidati da una colonna di “nube” di giorno ed una colonna di “fuoco” di notte”. (Esodo 13:20-22).
Generale: Il titolo di capitano generale comparve in Europa a partire dal XIV secolo per indicare il comandante in capo sul campo di un esercito (o una flotta). In seguito comparvero i gradi di luogotenente generale (l’attuale tenente generale) e sergente maggiore generale (dal quale deriva l’attuale maggior generale), secondo e terzo nel comando dopo il capitano generale. (cfr. Wikipedia)
UN UOMO SCELTO per le qualità umani e professionali che sa guidare, consigliare derimere “Su chi volgerò lo sguardo?” – dice Isaia – “Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito, su chi teme la mia parola” (66,1-2).
Ammiraglio: Comandante di una flotta armata, grado massimo di un ufficiale della Marina Militare, dall’arabo amir al-bahr, che significa signore, comandante del mare, dal verbo àmara ‘comandare’, e bahr ‘mare’, carica diffusasi dapprima in Sicilia, alla corte normanna, e poi in tutte le altre marine, attraverso il greco-bizantino amerás prima e il latino medievale amiratus poi. (cfr. Unaparolalgiorno)
SIGNORE DEL MARE: Signore e maestro guida e riferimento in mare e in terra. «Le acque mi hanno sommerso fino alla gola, l’abisso mi ha avvolto… la terra ha chiuso le sue spranghe dietro a me per sempre. Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita, Signore, mio Dio» (Gn 2,6.7).
Chiudo segnalandovi un bel libro: “Qualcuno a cui guardare. Per una spiritualità della testimonianza”, di don Luigi Maria Epicoco.
“Guardare a Gesù e a chi con onestà cerca di seguirlo. Farne un punto di riferimento. Impegnarsi a diventarlo a propria volta per gli altri. La testimonianza cristiana è, anche, questo “gioco di specchi” interiore. Si tratta di coniugare correttamente il verbo essere al presente, senza distorsioni o ipocrisie, consapevoli che il fare ne è una conseguenza… La testimonianza è un Battesimo che funziona. Non penso alla testimonianza come a un fattore morale, non è una categoria moralistica. Riguarda l’essere, non il fare. Una persona è testimone quando si riconcilia con il verbo essere, non semplicemente quando ristruttura il verbo fare. Il problema fondamentale della nostra società è la schizofrenia che ci porta a mettere in ordine le cose che facciamo mentre abbiamo problemi seri sul chi siamo. Il cristianesimo fa esattamente il contrario: rimette a posto il verbo essere, il fare è soltanto una conseguenza. Penso che questa sia anche la chiave di lettura più giusta, più ortodossa della famosa, abusata, consumata frase di sant’Agostino: ama e fai quello che vuoi”. (cfr. Avvenire)
Una forzatura direte, si forse è proprio così, ma credo che leggere la nostra vita riferendoci sempre a Dio possa essere la strada giusta per vivere bene il nostro Battesimo, alla ricerca sempre di imitare Gesù nella nostra vita e trasformare le situazioni, i ruoli, gli incarichi come vero servizio a Dio e ai fratelli.
@unavoce
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