La FOTO, il motivo della scelta:

Militare italiano in terra di Missione scruta l’orizzone

 

Uno scatto che ci offre l’occasione di dire che, solo guardando lontano, potremo operare un serio cambiamento, solo guardando alto e osservando con gli occhi e con il cuore il servizio diventa vocazione.

 

FOTO: (cfr. linkiesta)

Militari uomini del cambiamento

 

 “PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Lc 6,39-45

L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore».

 

“<<Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca?>>. Il ragionamento che Gesù fa nel Vangelo di oggi non fa una piega. Infatti, una persona che non vede non può indicare la strada a un altro. Ma la cosa più interessante è il motivo della cecità. Gesù la descrive così: <<Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello>>. Nessuno è in grado di accorgersi di questa cecità se non grazie a una riflessione che dovremmo essere tutti capaci di fare a partire proprio da quello che Gesù dice nel Vangelo di oggi. Infatti, quando c’è qualcosa che ci innervosisce nell’atteggiamento degli altri, o qualcosa che suscita immediatamente in noi giudizio, quello è il chiaro segno che lo stesso difetto in noi sovrabbonda ma non ce ne accorgiamo. Inconsciamente lo detestiamo, ma non riuscendolo a odiare in noi, lo odiamo solo quando lo incontriamo negli altri. Così invece di cambiare noi, pretendiamo che cambi il resto del mondo. Gesù chiama questo atteggiamento “ipocrisia”. È, cioè, una forma di falsità che fa si che da una parte pretendiamo delle cose, ma quando quelle stesse cose riguardano noi, non siamo disposti ad ascoltare. Infatti, più una persona è rigida ed è sprezzante nei confronti degli altri, più significa che ha zone irrisolte nella propria vita. E per capire che cosa nello specifico ha di irrisolto, basta vedere quali sono le cose su cui batte continuamente nei suoi giudizi. Un esame di coscienza simile ci aiuterebbe ad avere una consapevolezza di noi che molto spesso non abbiamo. Infatti, nella vita spirituale siamo più disposti a fissare lo sguardo fuori di noi, senza accorgerci che la prima grande lezione è una giusta consapevolezza della realtà di noi stessi”. (cfr. d.L.M. Epicoco)

Cambiare il mondo, riportarlo alle sue origini e uno degli elementi fondamentali è la pace che proprio in questi giorni ancora una volta è messa a rischio, pertanto sarà la società in divisa che ci richiama a questo impegno e a questo paziente lavoro di difesa e servizio anche in questo modo della pace così tanto delicata da ottenere. Pertanto, l’essere buoni non significa voltare le spalle, rinunciare, ma impegnarsi seriamente a costruire. Non giudichiamo, ma impegnamoci tutti, su fronti differenti, secondo le singole vocazion a servire, perseguire e difendere la pace. Vediamo che l’assenza di essa mette ansia e il cuore del mondo, che è l’umanità, soffre. Servendo questa, la nostra comunità con le stellette vive il Vangelo.

Buona Domenica

27.2.22VIIITO@unavoce